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 Home > Editoriale > Marzo 2003
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Evviva la pace!

Dopo le manifestazioni per la pace, ed oggi 5 Marzo, giorno di digiuno e di preghiera per la Pace, ecco una serie di piccole riflessioni e file che sono passate via e-mail e che dovrebbero far riflettere, sul significato della guerra, per gli Stati Uniti, ed in generale..

A tale proposito consiglierei la visione anche del film "11 Settembre 11/09/2001" che ho trovato molto istruttivo.

.rtf
Critica di Gino Strada noto fondatore di Emergency ad un editoriale del Corriere della Sera, in cui spiega la propria posizione.

.ppt
Attenzione: E' risultato che questo file non è originale, e vero: ecco la recensione completa
I conti economici di questa guerra. Non so quanto siano esatti i numeri, ma la logico di base, c'è tutta di sicuro!


E due opinioni molto discordanti su questa guerra:

"La storia insegna, l'America ha ragione"
di EDWARD N. LUTTWAK
esperto in geopolitica e consulente USA

Dario Fo come mille altri dice di sapere benissimo perché Bush vuole attaccare Saddam Hussein " L'America - dice- ha impellente bisogno di imporre la propria egemonia - politica - commercial - produttiva al mondo intero.
La guerra è la migliore possibilità commerciale del momento. Il miglior affare. La sua è pura dottrina leninista, la stessa che Fo e mille altri hanno offerto agli italiani durante mezzo secolo di guerra fredda. L'America è l'inferno del capitalismo imperialista, molto meglio affidarsi al campo socialista, lasciare la Nato capitalista- imperialista- guerrafondaia per scegliere la pace insieme all'Unione Sovietica, la patria della rivoluzione proletaria e della giustizia sociale.
Se una maggioranza di italiani avesse seguito il consiglio di Fo e mille altri, l'intero popolo italiano avrebbe vissuto l'esperienza del socialismo reale: mezzo secolo di povertà approfondita da assurdi, costosissimi progetti industriali, da spese militari a livelli, sovietici (non americani), da un sistema agricolo balordo. Avrebbero anche vissuto mezzo secolo di paura, paura con Stalin vivente di essere deportati o fucilati per aver detto la frase sbagliata, la barzelletta azzardata; poi. per lunghi decenni, la paura di essere licenziati o esclusi dagli studi per lo stesso grave crimine: la parola libera, non dettata dal partito. Solo oggi, dopo 10 anni di post comunismo,l'ItaIia che Dario Fo e mille altri avrebbero voluto sarebbe sulla via del recupero e della crescita - ma a mezzo secolo non si rimedia cosi presto, e molti genitori italiani oggi avrebbero bisogno dell' aiuto della figlia andata a fare la prostituta più a ovest.
Dario Fo e mille altri che hanno dato i consigli che avrebbero rovinato la vita di due generazioni di italiani, dovrebbero stare zitti, zittissimi, 1asciando le grandi cose che non capiscono ad altri- di ogni opinione ben inteso , perché chi non è prigioniero di ideologie dogmatiche, sa benissimo che nessuno può essere mai sicuro di sapere la verità. Ieri ci dicevano che l'America non andava in Afghanistan per combattere i talebani e le strutture del terrorismo ma invece andava "per l'uranio" ma Dario Fo stesso può ottenerne la concessione per mezzo euro. Oggi ci dicono che
l'America vuole fare la guerra per puro affarismo. I leninisti puri come Dario Fo si fermano là, mentre i baby-marxisti furbescamente parlano di petrolio. Un'idea che fà ridere gli addetti ai lavori.
È vero, verissimo che gli americani tendono a personalizzare i conflitti: adesso è il turno di Saddam. Ma solo chi odia 1'America può evitare di accorgersi di una continuità rivelatrice: l'America ha fatto la guerra contro Hitler, Mussolini, responsabili dei più grandi massacri della storia.
Poi ha fatto la guerra fredda contro Stalin - gli storici oggi concordi gli attribuiscono la responsabilità per decine di milioni i morti. Poi ci fu la guerra vera contro Kim il Sung. il megalomane coreano il cui figlio Kim Jong II continua ad affamare a morte i suoi sudditi- schiavi. Poi fu il turno di Ho Chi Min, zio benevolo per chi dimostrava contro l'America e la guerra del Vietnam in Occidente, ma dittatore affamatore per gli stessi vietnamiti che accettarono rischi immensi pur di fuggire da lui in precarie barchette. Ci fu un'altra guerra fredda contro Mao Tse Tung, carnefice di decine di milioni di cinesi.
Poi ci furono i tentativi falliti, contro l'ex giovane rivoluzionario Fidel Castro, attuale dittatore a vita, che continua imperterrito a fare discorsi interminabili, mentre il suo dogma economico fà della prostituzione l'unica industria pesante della sua Cuba; e contro Gheddali, scampato alle bombe Usa e poi lasciato in pace, perché abbandonò il terrorismo per dedicarsi al malgoverno e ai suoi sarti. Ci furono anche i successi: il grande ammiratore di Fidel, Allende, fu scrollato e ucciso prima di organizzare la sua dittatura per il Cile, il narcodittatore Noriega di Panama fu catturato e rimane in una prigione Usa.
Il più recente bersaglio di questa personalizzazione che molti europei considerano infantile fu Milosevic, fautore di una guerra genocida contro i bosniaci, di oppressione contro i kosovari. Molti urlarono contro l'America nel 1999 durante le 11 penose settimane della guerra aerea per liberare il Kosovo, ma chi urlava non aveva nessun rimedio per MiIosevic -l'avrebbero 1asciato presidente-assassino della Serbia fino ad adesso.
Ora ci dicono: "Anche noi siamo contro Saddam". Girotondare contro, cantare contro, "essere contro" non conta. Chissenefrega- sicuramente non gli iracheni stuprati, torturati, mutilati e uccisi (circa10.000 ogni anno). Se si fa la guerra e le truppe Usa entreranno a Baghdad fra la folla delirante di gioia, cosa dirà Fo?
È verissimo che l'America non attacca tutti i dittatori, non blocca tutti i genocidi. Forse Dario Fo e il Papa - che oggi strilla pure lui contro l'America - possono organizzare insieme una legione internazionale che farà tutte le guerre liberatrici che l'America non ce la fa ad affrontare.



"NOI STATUNITENSI SIAMO BERSAGLIO DEL TERRORISMO PERCHE’ SOSTENIAMO TUTTE LE DITTATURE”
Durissima lettera a Bush di mons. Bowman, vescovo in Florida.

Racconti la verità al popolo, signor Presidente, sul terrorismo. Se le illusioni riguardo al terrorismo non saranno disfatte, la minaccia continuerà fino a distruggerci completamente. La verità è che nessuna delle nostre migliaia di armi nucleari può proteggerci da queste minacce. Nessun sistema di Guerre Stellari (non importa quanto siano tecnologicamente avanzate né quanti miliardi di dollari vengano buttati via con esse) potrà proteggerci da un’arma nucleare portata qui su una barca, un aereo, una valigia o un’auto affittata. Nessuna arma del nostro vasto arsenale, nemmeno un centesimo dei 270 miliardi di dollari spesi ogni anno nel cosiddetto “sistema di difesa” può evitare una bomba terrorista. Questo è un fatto militare.
Signor Presidente, lei non ha raccontato al popolo americano la verità sul perché siamo bersaglio del terrorismo, quando ha spiegato perché avremmo bombardato l’Afghanistan e il Sudan. Lei ha detto che siamo bersaglio del terrorismo perché difendiamo la democrazia, la libertà e i diritti umani nel mondo. Che assurdità, signor Presidente!!
Siamo bersaglio dei terroristi perché, nella maggior parte del mondo, il nostro governo difende la dittatura, la schiavitù e lo sfruttamento umano. Siamo bersaglio del terrorismo perché siamo odiati. E siamo odiati perché il nostro governo a fatto cose odiose. In quanti paesi, agenti del nostro governo hanno deposto dirigenti eletti dal popolo, sostituendoli con militari-dittatori, marionette desiderose di vendere il loro popolo a corporazioni americane multinazionali? Abbiamo fatto questo in Iran quando i marines e la Cia deposero Mussadegh perché aveva intenzione di nazionalizzare il petrolio. Lo sostituimmo con lo scià Reza Pahlevi e armammo, allenammo e pagammo la sua odiata guardia nazionale Savak, che schiavizzò e brutalizzò il popolo iraniano per proteggere l’interesse finanziario delle nostre compagnie di petrolio. Dopo questo, sarà difficile immaginare che in Iran ci siano persone che ci odiano?
Abbiamo fatto questo in Cile. Abbiamo fatto questo in Vietnam. Più recentemente, abbiamo tentato di farlo in Iraq. E, è chiaro, quante volte abbiamo fatto questo in Nicaragua e nelle altre Repubbliche dell’America Latina? Una volta dopo l’altra, abbiamo destituito dirigenti popolari che volevano che le ricchezze della loro terra fossero divise tra il popolo che le ha prodotte. Noi li abbiamo sostituiti con tiranni assassini che hanno venduto il loro popolo per ingrassare i loro conti correnti privati, incassando abbondanti tangenti affinché la ricchezza della loro terra potesse essere presa da imprese come la Sugar, United Fruits Company, Folgers e via dicendo.
Di Paese in Paese, il nostro governo ha costruito la “democrazia”, soffocando la libertà e calpestando i diritti umani. E’ per questo che siamo odiati intorno al mondo. Ed è per questo che siamo bersaglio dei terroristi. Il popolo canadese gode di democrazia, di libertà e diritti umani, così come quello della Norvegia e Svezia. Lei ha sentito mai dire che un’ambasciata canadese, svedese o norvegese siano state bombardate? Noi non siamo odiati perché pratichiamo la democrazia, la libertà e i diritti umani. Noi siamo odiati perché il nostro governo nega queste cose ai popoli dei Paesi del terzo mondo, le cui risorse fanno gola alle nostre corporazioni multinazionali. Quest’odio che abbiamo seminato si ritorce contro di noi per spaventarci sotto forma di terrorismo e, in futuro, terrorismo nucleare. Una volta detta la verità sul perché dell’esistenza della minaccia e della sua comprensione, la soluzione diventa ovvia. Noi dobbiamo cambiare le nostre pratiche. Liberarci delle nostre armi (unilateralmente, se necessario) migliorerà la nostra sicurezza. Cambiare in modo drastico la nostra politica estera la renderà sicura. Invece di mandare i nostri figli e figlie in giro per il mondo per uccidere arabi, in modo che possiamo sfruttare il petrolio che esiste sotto la loro sabbia, dovremmo mandarli a ricostruire le loro infrastrutture, fornire acqua pulita e alimentari ai bambini affamati.
Invece di continuare a uccidere migliaia di bambini iracheni tutti i giorni con le nostre sanzioni economiche, dovremmo aiutare gli iracheni a ricostruire le loro centrali elettriche, le stazioni di trattamento delle acque, i loro ospedali e tutte le altre cose che abbiamo distrutto o ne abbiamo impedito la ricostruzione a causa delle sanzioni economiche. Invece di allenare terroristi e squadroni della morte, dovremmo chiudere la nostra Scuola delle Americhe.
Invece di sostenere la ribellione e la destabilizzazione, l’assassinio e il terrore in giro per il mondo, dovremmo abolire la Cia e dare il denaro speso per essa ad agenzie di assistenza. Riassumendo, dovremmo essere buoni invece che cattivi. Chi tenterebbe di trattenerci? Chi ci odierebbe? Chi vorrebbe bombardarci?
Questa è la verità, signor Presidente. E’ questo che il popolo americano ha bisogno di ascoltare.
Mons. Bowman, vescovo in Florida

Webmaster Riccardo Fallini