Feed RSS: MolecularLab.itiCalendar file

I candidati premier sul tema della Ricerca da enti privati

Ecco cosa pensano i candidati alle prossime elezioni politiche 2013 su questo tema:

2. Ricerca privata

Quali provvedimenti concreti intende adottare per favorire l’innovazione e l’investimento in ricerca delle imprese private?

Centrosinistra - Pier Luigi Bersani

La prima priorità è naturalmente rappresentata dall'innovazione tecnologica. Il nostro Paese, come è ampiamente noto, ha un livello di ricerca e innovazione, in particolare del segmento privato, largamente inferiore rispetto alla media degli altri Paesi industrializzati. Il basso livello di investimenti in ricerca si ripercuote sulla capacità competitiva in particolare delle PMI e comprime la crescita delle retribuzioni dei lavoratori che oggi si attestano tra le più basse in Europa. In tutti i Paesi avanzati le attività di ricerca e innovazione sono fortemente sostenute da strumenti di aiuto pubblici finalizzati a correggere i fallimenti del mercato: il forte rischio e la redditività fortemente differita nel tempo rendono le attività di ricerca ed innovazione difficilmente finanziabili con risorse esclusivamente private. In questo contesto appare evidente la necessità di mettere a punto strumenti strutturali di sostegno pubblico sia nella forma di un consistente credito d'imposta per le attività di R&S realizzate dalle imprese in autonomia o in collaborazione con le università e sia attraverso la predisposizione di strumenti finanziari in grado di far leva su risorse pubbliche e private per la realizzazione di pochi progetti strategici. Il tema dei progetti Paese, già presente in «Industria 2015», rappresenta una straordinaria leva per mobilitare risorse pubbliche e private verso obiettivi di modernizzazione comunemente condivisi. I temi prioritari su cui realizzare il progetti nazionali di innovazione industriale sono: la realizzazione dell'agenda digitale già avviata dal Governo Monti, la green economy, le nuove tecnologie per i settori del made in Italy, le tecnologie applicate ai beni culturali e le scienza della vita.

All'interno di ciascuna area tecnologica andranno definiti tre strumenti coordinati di intervento: sostegno agli investimenti privati attraverso la creazione di una finanza dedicata all'innovazione, utilizzo della domanda pubblica come leva per l'innovazione tecnologica delle imprese, cofinanziamento nazionale di iniziative europee la ricerca e l'innovazione.

Per sviluppare un'efficace politica di sostegno agli investimenti occorre superare il sistema tradizionale degli incentivi alle imprese sostituendolo integralmente con strumenti finanziari specifici dedicati al finanziamento delle attività di ricerca e di innovazione. In particolare, mutuando alcune esperienze già sviluppate in sede europea (Risk Sharing Faciliy tra la Commissione Europea e la BEI in ambito VII Programma Quadro) la proposta prevede la realizzazione di una piattaforma finanziaria partecipata da Fondi pubblici, investitori istituzionali (BEI, CDP, finanziarie regionali) e investitori privati. La piattaforma avrà l'obiettivo di finanziare progetti presentati dalle imprese anche in forma associata e preferibilmente in collaborazione con gli organismi di ricerca utilizzando meccanismi di condivisione del rischio capaci di massimizzare l'impiego dei fondi pubblici. All'interno della piattaforma i fondi pubblici saranno utilizzati in termini di garanzia su portafogli di prestiti a medio lungo termine effettuati dagli altri investitori pubblici e privati coinvolti nella piattaforma. In questo contesto andrà favorito, tramite meccanismi di cofinanziamento, l'accesso delle imprese italiane all'utilizzo dei fondi europei, sia quelli strutturali, sia quelli destinati al programma «Horizon 2020».

Cosa ne pensi di questa risposta?

Fare per fermare il declino - Oscar Giannino

Le impre se investono se si fidano di un paese. Ciò implica uno sforzo lungo tre linee d'intervento: rimuovere le barriere esplicite all'investimento in ricerca e sviluppo, creare un ambiente favorevole all'investimento, eliminare le barriere implicite.

Tra le barriere esplicite all'investimento in R&D ne vogliamo citare tre. Una sono le norme che rendono complicato o impossibile seguire determinati percorsi tecnologici. Pensiamo al trattamento delle biotecnologie: abbiamo una normativa sospettosa a prescindere verso l'innovazione, proibendo l'utilizzo delle varietà transgeniche autorizzate a livello comunitario e impedendo la sperimentazione in campo. Il triste caso dei campi dell'Università della Tuscia distrutti recentemente è un esempio di quanto certe decisioni vengano prese in modo tutt'altro che razionale; fatto che è peraltro frutto di inadempienze ministeriali che dovrebbero far riflettere anche sulla burocrazia italiana. Tutto questo deve finire: l'Italia, che fino a una decina di anni fa era forte sul fronte biotecnologico, deve allineare il proprio rapporto con le nuove tecnologie, e dunque con l'innovazione, agli standard dei paesi più sviluppati. Un'altra barriera è data dalla difficile collaborazione tra le imprese e le università pubbliche, e alla scarsa presenza di università private. È bene evitare un'eccessiva intermediazione da parte di Stato e Regioni, anche per superare le lungaggini burocratiche. La questione è certamente delicata e legata anche alla spinosa faccebda della proprietà intellettuale, ma in certa misura dipende pure dall'autoreferenzialità di troppa parte del mondo accademico. Rendere più dinamiche e meritocratiche le università è una prima risposta, anche se insufficiente. Trovare migliori compromessi per favorire la collaborazione, anziché scoraggiarla, è la restante parte del puzzle. Si deve infine sconfiggere la perdurante mentalità antiscientifica che permea il paese. (Sul tema si veda anche la risposta 8). Anche qui, si può fare un esempio concreto: la sentenza che ha condannato i componenti della Commissione grandi rischi per non aver lanciato l'allarme per il terremoto dell'Aquila. Quella sentenza ha destato scandalo in tutto il mondo e le principali riviste scientifiche internazionali l'hanno stigmatizzata. Ecco, queste cose spaventano chiunque, perché rappresentano l'incarnazione di un paese chiuso alle parole della scienza.

Veniamo ora alla definizione di un clima pro-investimenti. L'investimento in ricerca è soprattutto investimento in persone. Quindi le priorità per il mondo della ricerca sono essenzialmente due: il riconoscimento, soprattutto nei settori ad elevato contenuto tecnico-scientifico, del contributo che le nuove professioni possono dare alla produttività e alla competitività del sistema Paese, eliminando le molte e inutili barriere normative per l'accesso al mondo del lavoro; e, dal punto di vista degli investimenti privati, l'abolizione dell'Irap. Per abolire l'Irap occorre tagliare la spesa pubblica di circa 30-35 miliardi di euro all'anno.

Da ultimo, le imprese devono trovare un clima "amichevole". È allora importante, come già sottolineato nella risposta 1), che le imprese che investono si sentano rassicurate sui risultati dei loro investimenti, ad esempio producendo maggiore certezza del diritto.

Occorre infine uscire dalla mortificante procedura del click day sin qui seguita per l'assegnazione delle magre risorse annuali finalizzate all'investimento in ricerca da parte delle imprese. Negli ultimi anni non si è mai riusciti a superare la quota annuale di 7-800 milioni/anno, con vincoli crescenti alle imprese a finalizzare i progetti esclusivamente nell'ambito dell'università pubblica, mentre le grandi imprese e le multinazionali hanno anche proprie strutture in Italia in cui condurre ricerca di base e applicata. La contrapposizioone pubblico-privato non aiuta.

Cosa ne pensi di questa risposta?

Rivoluzione Civile - Ingroia

Vogliamo una Rivoluzione civile per le piccole e medie imprese, le attività artigianali e agricole. Deve partire un grande processo di rinascita del Paese, liberando le imprese dal vincolo malavitoso, dalla burocrazia soffocante. Vanno premiate fiscalmente le imprese che investono in ricerca, innovazione e creano occupazione a tempo indeterminato. Vanno promosse e valorizzate le eccellenze italiane dall'agricoltura, alla moda, al turismo, alla cultura. Occorre investire perché si intraprenda la strada verso una green economy. Si esce dalla crisi puntando su qualità dei prodotti e innovazione dei processi produttivi, non certo rincorrendo i paesi asiatici nella corsa al ribasso nel costo della manodopera come pensano invece molti ambienti di Confindustria incapaci di una visione strategica.

Cosa ne pensi di questa risposta?

 

Esplora le altre risposte dei candidati scegliendo il tema

Temi scientifici Università e Ricerca Pubblica Ricerca da enti privati Energia ed ambiente Gestione rifiuti Sicurezza idrogeologica del territorio Internet, Agenda digitale e Banda larga Legge 40 e testamento biologico Cultura scientifica Cambiamenti climatici Sperimentazione animale

Il progetto "Dibattito Scienza" non sostiene alcun partito o movimento, e ha l'unico scopo di promuovere la presenza della scienza all'interno del dibattito politico. Sappiamo che alcune tematiche scientifiche sono in grado di scatenare accese discussioni tra i sostenitori di idee diverse, accettiamo e apprezziamo la pluralità di opinioni ma vogliamo che il gruppo resti uno spazio in cui discutere di scienza e società in modo civile.

 

 


 
Disclaimer & Privacy Policy