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I candidati premier sul tema della gestione dei rifiuti

Ecco cosa pensano i candidati alle prossime elezioni politiche 2013 su questo tema:

4. Gestione rifiuti

Come intende occuparsi della produzione, gestione e smaltimento dei rifiuti solidi urbani, per migliorare l’impatto su ambiente e qualità della vita?

Centrosinistra - Pier Luigi Bersani

Il sistema della gestione integrata dei rifiuti urbani deve essere organizzato attraverso percorsi che promuovano nuovi comportamenti, linnovazione delle tecnologie e sistemi organizzativi più efficienti per raggiungere gli obiettivi ambiziosi della Direttiva europea 2008/98/CE. Tale Direttiva, deve costituire, non solo in termini formali, un punto imprescindibile di riferimento dal punto di vista politico e istituzionale. Occorre adeguare la legislazione nazionale e regionale per costruire quella "società del riciclaggio" prefigurata dalla stessa Direttiva.

Va riorganizzato il sistema con la costituzione di unautorità di regolazione che definisca costi e qualità del servizio in tutto il Paese È necessario introdurre meccanismi per quantificare e distribuire meglio le fiscalità ambientali e utilizzarle a beneficio dei cittadini e delle amministrazioni locali, ad esempio attraverso lintroduzione di meccanismi di prelievo differenziato, declinando il principio "chi inquina paga". Bisogna inoltre promuovere un ciclo virtuoso di produzione di beni riciclabili, attuando la responsabilità del produttore, attraverso lintroduzione di tributi speciali sui beni "superflui" o non riciclabili immessi sul mercato. Il Piano Nazionale per la prevenzione dei rifiuti (che dovrà essere redatto entro il 12/12/2013) sarà l'occasione per un forte impegno politico del PD, convinti come siamo che prevenire la produzione dei rifiuti sia la vera risposta.

Cinque sono i programmi necessari per raggiungere questo importante obiettivo: un programma finalizzato allindividuazione e allintroduzione di tecniche (eco design, biomateriali ecc.) di produzione di beni e servizi, di imballaggi e di processi industriali che riducano o modifichino in qualità la produzione di rifiuti (da consumo di beni e servizi e dai processi industriali); un programma per dare incentivi alla ricerca, non a fondo perduto, ma per incoraggiare linnovazione con un modello diniziativa concreta; un programma per lanalisi e la valutazione degli interventi della pubblica amministrazione orientati al risparmio di materia e alla riduzione dei rifiuti; un programma per ricercare tutte le ottimizzazioni possibili in tema di ciclo di vita della materia e risparmio di energia affinché possano individuarsi e promuovere le BAT (best available tecniques) applicabili al trattamento dei rifiuti, utilizzando ISPRA-ARPA come supporto tecnico; un programma, che ha un ruolo decisivo, per favorire le politiche degli acquisti "verdi" sia da parte della pubblica amministrazione sia da parte delle imprese esecutrici di appalti pubblici con il fine di favorire limpiego di tutti quei prodotti ottenuti dal riciclo di materia che non possono avere un utile mercato.

Il sistema industriale deve prendere a modello la natura in cui il rifiuto non esiste, indirizzandosi verso la produzione di oggetti e beni che a fine vita possano essere riciclati e riutilizzati o assorbiti dall'ambiente. Pertanto i processi industriali devono trasformarsi da sistemi lineari aperti in sistemi chiusi in cui i sottoprodotti di un'azienda diventano input della fase produttiva successiva. Se vogliamo creare uneconomia che valorizzi in modo efficiente i materiali riutilizzabili occorre, inoltre, progettare dei parchi industriali nei quali le industrie fanno rete lavorando in simbiosi. Per ottenere la massima efficienza del riciclaggio e raggiungere gli obiettivi europei (50% di riciclo entro il 2020) è necessario trattare la frazione organica che rappresenta circa il 40% del totale dei rifiuti urbani e costituisce il principale problema ambientale dato dai rifiuti urbani. Per questa ragione, almeno tutti i plessi grandi che producono tali rifiuti (mense, ospedali, caserme, scuole, ristoranti ecc.) devono poter ricevere il servizio dedicato allasporto di questi rifiuti che saranno poi consegnati al recupero. Le modalità di svolgimento delle raccolte differenziate devono premiare, quindi, la miglior capacità di intercettare i rifiuti per tipologia. Riteniamo sia importante nelle politiche di riciclaggio dei rifiuti coinvolgere anche chi disegna i quartieri e i palazzi; chi progetta la città deve tenere conto della gestione dei rifiuti nei regolamenti edilizi. Importante è la lotta allo spreco alimentare: pensiamo al recente progetto "last minute market" che consente di prevenire la produzione di tonnellate di rifiuti organici e nel contempo utilizzare prodotti alimentari ancora di buona qualità. Oggi i rifiuti urbani residui e i rifiuti che non possono essere riciclati a valle delle raccolte differenziate ovvero esitano dalle lavorazioni del riciclo e non sono acquisibili da altre forme di recupero, è bene che siano trattati termicamente al fine di minimizzarne la pericolosità ed estrarre nuova energia. La moderna tecnologia dellincenerimento è consolidata e concorre, insieme al riciclaggio, a diminuire in modo rilevante il ricorso alle discariche che dovranno essere utilizzate solo a valle di processi virtuosi che prevedano una selezione del rifiuto (Trattamento meccanico-biologico). È auspicabile, prima di costruire nuovi impianti di smaltimento, che si punti sullintegrazione di quelli esistenti, superando lidea che ogni ambito ottimale debba per forza essere provinciale. È di grande importanza il contributo che i rifiuti possono dare al fabbisogno energetico, anche mediante lutilizzo della frazione organica con processi ambientalmente adeguati. Si tratta della possibilità di utilizzare le biomasse, ad esempio per la produzione di biometano, combustibile che può essere usato sia per trazione, sia per essere immesso in rete ovvero utilizzato direttamente per produrre energia. La dotazione impiantistica, sia nel caso di recupero e riciclaggio, sia nel caso dello smaltimento, è fondamentale e oggi, purtroppo, è ancora fortemente sbilanciata a favore del Nord del Paese.

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Fare per fermare il declino - Oscar Giannino

In questo, come in tanti altri settori, è necessario distinguere nettamente il ruolo regolatore dello Stato da quello operativo.

Partiamo dallo smaltimento. Per quei rifiuti che possono essere riciclati – come plastiche, vetro, carta, ecc. – è necessario aprire il mercato alla concorrenza, in modo da ridurre le inefficienze e cogliere le economie di scala e di scopo. Per i rifiuti che, invece, devono essere smaltiti - come gli inerti e l'umido - esistono molteplici soluzioni tecniche: dalla termovalorizzazione al conferimento in discarica, dalla digestione anaerobica (per l'umido) alla gassificazione. Non esiste una ricetta generale per individuare la "migliore" soluzione: essa infatti dipende da una serie di variabili specifiche di luogo, di tempo e di tecnologia. Pertanto riteniamo che qui si possa creare una vera e propria concorrenza per il mercato, fermo restando che - dato l'impatto ambientale e i potenziali rischi di tutte queste attività - deve essere mantenuto in mani pubbliche un saldo ruolo di regolazione e controllo. Ma chiunque rispetti le norme di sicurezza, ambientali, ecc. deve essere lasciato libero di investire.

Per quanto riguarda la raccolta, vi è spazio per introdurre concorrenza per il mercato: gli affidamenti devono essere assegnati tramite gara, sulla base di un bando il più possibile standardizzato, e devono avere durata ridotta. Le scarse economie di scala (oltre una soglia piuttosto bassa) e la natura labor-intensive di queste attività consente di trovare un equilibrio molto sfidante dal punto di vista dell'efficienza produttiva.

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Rivoluzione Civile - Ingroia

Dobbiamo ribaltare ottica e considerare i rifiuti come uno spreco di risorse mettendo in moto l'economia della prevenzione, del riuso e del riciclo e adottando al contempo sul medio periodo misure ulteriormente efficaci per la riduzione dei rifiuti. Occorre applicare il principio della responsabilità estesa del produttore al settore alimentare e delle costruzioni e demolizioni. Rivedere la Tares e ripristinare la tariffa. Consentire, all'interno di seri controlli, la liberalizzazione della raccolta di tipologie specifiche. Le tecnologie per fare ciò esistono è solo un problema politico e di costi iniziali per l'avvio di queste filiere. Possiamo pensare anche ad affidare la raccolta/utilizzo di questi rifiuti urbani a cooperative sociali o di giovani. È ora di levare "l'affare rifiuti" ai grandi centri di potere, alcune volte collusi con la criminalità mafiosa, per creare ricchezza da destinare alla società, favorendo, oltre a un miglioramento ambientale, anche posti di lavoro.

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