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 Cosa ci vuole per andare all'estero?
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0barra1
Utente Senior

Monkey's facepalm
Città: Paris, VIIème arrondissement


3847 Messaggi

Inserito il - 23 gennaio 2012 : 23:35:48  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di 0barra1 Invia a 0barra1 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Rispondo qui di fretta ad un messaggio di Genaux (ed ecco il perché si ritrova citato nel titolo, mi auguro di non dargli l'idea che lo stia perseguitando), Perdonate se non elaboro in dettaglio in questo momento, ma ho le mie personali ragioni.
Apro adesso il thread nella speranza di evitare il reiterato comparire di OT circa la questione "perché mandate tutti all'estero" in topic toccati dal tema emigrazione solo marginalmente. Sarebbe mio intento altresì lo sviluppo di un costruttivo scambio di idee.

Rispondendo in maniera breve ed affrettat:
una persona intenzionata a fare ricerca non si reca all'estero "a random", ci si trasferisce quasi sempre dopo aver passato una selezione, il che significa avere un proprio impiego e stipendio. E per questo può finanziariamente permettersi di farlo. Come d'altronde è (dovrebbe essere?) in Italia: non decido di vivere a Roma se prima non ho la certezza di poter fare un dottorato (pagato). Da notare come sia più facile morire di fame da Italiano in Italia che da Italiano all'estero, inoltre. Anche vivendo a Parigi.

Se intendi "permettere" in senso emotivo: tra vivere molto lontano da casa (es. il meridionale a Milano, oppure io Valdostano a Trieste o tanta altra gente conosciuta) e/o fidanzata e/o amici rimanendo in Italia o lasciar la propria terra per l'estero (ovviamente entro limiti continentali) mi appaiono come due situazioni pressoché analoghe. Se vivi a svariate centinaia di km da casa e lavori dal lun al venerdì in lab (e talvolta rientri nei festivi), diventa difficile rivedere casa anche se essa è a Firenze e tu studi ad Udine.
Almeno questo è il mio parere.


Ovviamente questo sparuto paragrafo non esaurisce il mio pensiero in merito all'emigrare o no e perché, ma scusate c'è una torta di compleanno da tagliare!

Buona serata

So, forget Jesus. The stars died so that you could be here today.
A Universe From Nothing, Lawrence Krauss

Genaux1989
Utente

Landscape



715 Messaggi

Inserito il - 24 gennaio 2012 : 00:12:03  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Genaux1989 Invia a Genaux1989 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
No, tranqui, non mi sento mica perseguitato. :)
Però ho poco da dire sul tema, quindi lascio la parola agli altri.
Mi limiterò a prendere spunto da una canzone per l'elaborazione di un mio pensiero:
"Prima di partire per un lungo viaggio" assicurati di non trovarti a mangiarti le mani.
Quindi pensarci bene e ricordarsi, prima di avere l' "estero facile" (quando parli di "estero" tutti restano ammaliati), che erano in tanti a lasciare l'Europa per le Americhe, quando pensavano di trovarvi la fortuna.
Il succo non è "non andate all'estero", ma piuttosto valutate bene le scelte che fate e assicuratevi di avere una base salda per farle.
Poi io accetto sempre le critiche al mio pensiero, però non dovete saltarmi addosso se dico qualcosa di diverso da quello che pensate voi. Anche perché tanto serve altro per farmi cambiare idea (qui non mi riferisco a 0/1, ma parlo in generale, perché ho già avuto discussioni causate da divergenza di idee).
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chick80
Moderatore

DNA

Città: Edinburgh


11491 Messaggi

Inserito il - 24 gennaio 2012 : 07:40:35  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di chick80 Invia a chick80 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ho cambiato il titolo della discussione, quello di prima non mi garbava .

Comunque, genaux, ti do ragione al 100% quando dici di valutare bene le proprie scelte, ma questo è vero per qualsiasi cosa. Mica tutti i laboratori all'estero sono buoni, e mica tutto è rose e fiori e nessuno l'ha mai detto. Il fatto è che quando compari la situazione del lab medio all'estero con quella del lab medio italiano (dove abbiamo ben sentito che si ricicla la stagnola e la carta da filtro...) la scelta è praticamente ovvia.

Il mio commento nell'altra discussione era sul fatto che molti dicono "ci vogliono tanti soldi per andare all'estero". E questo (ancora, in media) non è vero.

Le uniche cose che mi vengono in mente per le quali ti servono soldi all'inizio sono:

1) vai in un Paese con un costo della vita estremamente alto senza avere già un posto prima (ma vedi la risposta di 0/1 o quella di Giuliano nell'altro thread)
2) devi andare fuori dall'Europa, in un posto dove ti serve visto e mazzi vari (oddio, per le cose burocratiche più che soldi serve un voto a S. Gennaro e una calma che il Dalai Lama è iperattivo a confronto...)
3) spese varie di quando traslochi, ma queste ce le hai anche se vai da Milano a Roma, non è dipendente dal fattore estero.

Se poi mi dici che non tutti si possono permetterci di andare perchè qualcuno ha problemi di famiglia o di salute, oppure ha la ragazza/moglie/figli in Italia allora stiamo facendo un discorso completamente diverso.

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Daria85
Utente

aplisia



678 Messaggi

Inserito il - 24 gennaio 2012 : 08:51:52  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Daria85 Invia a Daria85 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
cmq, x quanto sia vero che l'estero offre maggiori opportunità,io sinceramente non credo sia quella la cura a tutti mali.
anche all'estero ci sono persone che cercano di lavorare nel nostro ambito e di certo i posti non sono infiniti.
io credo invece che bisognerebbe cercare di pensare anche a risvegliare qui da noi in Italia la ricerca...certo ke finkè tutti hanno cm pensiero "tanto qui le opportunità sono zero, andiamo all'estero" in Italia nessuno mai prenderà seriamente in considerazione il fatto di cambiare le cose.
altra cosa, io sono d'accordo con Geneaux sul fatto ke l'estero costi...anche solo il viaggio, mica tutti hanno i soldi o l'uni riesce a coprirli!
e poi anche trovare un lavoro la, x quanto sia una cs giustissima, x ki magari non sa bene la lingua autoctona è un problema!
insomma, secondo me molti la fanno troppo semplice!
decidere di andare all'estero è sicuramente una bella esperienza, ma una volta finita sempre in italia devi tornare (nella maggior parte dei casi, salvo eccez ke restano via).
io per es. a breve andrò 3 mesi in francia (ma solo xkè mi pagano un secondo stipendio e il viaggio, se no nn avrei i mezzi), ma sono realista, e so ke poi sarà qui, ke se sarò fortunata, lavorerò in futuro.

poi scusate, ma non mi sembra che in italia poi non esistano gruppi di ricerca ke funzionano he!si, non saranno migliaia cm in america, certo, xò ci sn!
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chick80
Moderatore

DNA

Città: Edinburgh


11491 Messaggi

Inserito il - 24 gennaio 2012 : 10:33:34  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di chick80 Invia a chick80 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Forse come studente, magari come PhD ce la puoi fare. Dopo? Per il laboratorio medio, soprattutto se non ha "grandi nomi" dentro è praticamente impossibile trovare fondi. I fondi li prendono praticamente solo i grossi lab (e a ragione probabilmente, sono quelli che producono), ma se vuoi cominciare la tua carriera e non hai soldi non puoi pubblicare e se non pubblichi non ti danno soldi. Lo vedi il problema?

I bandi dei COFIN (cofinanziamenti statali annuali) che sono usciti a gennaio 2012 sono per il 2010-2011 (ma non erano annuali? e quelli del 2012 usciranno mai?).
I ridicoli programmi per il "rientro dei cervelli" ti pagano (o pagavano? esistono ancora?) lo stipendio per 3 anni. Senza darti un euro per lavorare, quindi ti devi appoggiare a qualche santo che ti dà dei soldi e quindi non puoi sviluppare un tuo progetto di ricerca.
Oramai se non hai un progetto su qualche malattia genetica (preferibilmente monogenetica, meglio se muscolare) che ti permette di chiedere soldi a Theleton... cosa ti rimane? Cariplo, che però finanzia un numero piuttosto limitato di laboratori e poi?
Sicuro, ci sono i grant dell'ERC, per cui ti serve un network di persone enorme, un progetto con i cosiddetti e un sacco di tempo per scriverlo. Tempo che togli agli esperimenti e se il tuo lab è costituito da 2-3 persone hai tolto il 33-50% della forza lavoro...

Insomma, non è che l'estero sia la soluzione a tutti i mali, è che la situazione in Italia è -nella maggior parte dei casi- ridicola.

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roberta.s
Utente Junior

yeast

Città: Parigi


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Inserito il - 24 gennaio 2012 : 10:55:59  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di roberta.s Invia a roberta.s un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Scusate, credo di essermi persa la parte iniziale della discussione. Certo che l'estero non è la soluzione a tutti i mali: bisogna scegliere attentamente il laboratorio in cui si vuole andare a fare ricerca, nonchè il progetto stesso, poichè sarà da fattori come questi che dipenderà la propria (o le proprie) pubblicazioni, e quindi il cv.
Posto cio' (che mi pare ovvio in ogni settore, oltre che nella ricerca), mi pare un po' retorico dire che "bisognerebbe risvegliare la ricerca in Italia", come suggerisce Daria. Cara Daria, suppongo tu sia una dottoranda in Italia. Non ti voglio fare intristire, ma ti sei mai chiesta dopo questi tre/quattro anni di dottorato, magari pagato, se sei fortunata, quali saranno le tue prospettive concrete in Italia? Vorremmo tutti che il nostro paese investisse nei giovani, nella ricerca, eccetera eccetera. Ma lo stato attuale delle cose ci smentisce. I soldi in Italia non ci sono, almeno non per garantire un degno posto di lavoro ad un professionista qualificato come un laureato o ancor più un dottore di ricerca. Spesso sento l'affermazione "ci vogliono i soldi per andare all'estero" da parte di chi all'estero non ci è andato, almeno non per lavorarci per tempi più lunghi di sei mesi. Sapete che i centri di ricerca rimborsano viaggio ed alloggio anche solo per andare a fare un colloquio, all'estero? Sapete che all'estero non si vive a casa dei propri genitori, per cui, se proprio lo vogliamo dire, i nostri genitori c vanno pure a guadagnare? :) Nessuno critica una scelta o l'altra, ma bisogna essere onesti e non prendersi in giro da soli! Su!
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roberta.s
Utente Junior

yeast

Città: Parigi


564 Messaggi

Inserito il - 24 gennaio 2012 : 11:23:12  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di roberta.s Invia a roberta.s un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
PS: "tanto alla fine sempre in Italia devi tornare"... Ma chi l'ha stabilito?? Allora non partire proprio, neanche per 3 mesi, tanto comunque in Italia stai. Che ragionamenti...
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Daria85
Utente

aplisia



678 Messaggi

Inserito il - 24 gennaio 2012 : 14:18:39  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Daria85 Invia a Daria85 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
cara roberta...premesso ke ognuno è libero di vederla cm vuole, io rimango della mia idea.
sn d'accrodo cn il fatto ke sicuramente al momento le prospettive all'estero sono + allettanti, ma sn fermamente convinta ke se tutti quanti quelli ke vogliono fare ricerca emigrassero all'estero, si arriverebbe cmq ad un punto di saturazione prima o poi. e allora forse vale la pena di cercare di fare qlcosa di buono anke qui (ovviam lab permettendo).
poi, sempre secondo la mia ottica, in Italia finkè si penserà sl alle meraviglie fuori, dentro si farà sempre ben poco (cm già ho detto).
in ogni caso i lab in Italia ke prendono fondi ci sono, e nn sn per forza grandi (il mio per es è microscopico e abbiamo appena vinto un finanziamento cospicuo...)

x quanto riguarda la mia esperienza all'estero, essa è puramente formativa, al fine personale, e fine ad una collaborazione, x il mio progetto di ricerca del dottorato.

quando dico ke alla fine si deve tornare in italia, mi riferisco al fatto ke, molte persone ke conosco, anke dopo anni all'estero, poi sn dovuti rientrare al loro lab di partenza x vari motivi.tutto qui.

in ogni caso ci tengo a dire ke credo nel potere formativo dell'estero e nn sto assolutam dicendo ke un 'esperienza all'estero sia inutile, anzi!:)
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Genaux1989
Utente

Landscape



715 Messaggi

Inserito il - 24 gennaio 2012 : 15:01:30  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Genaux1989 Invia a Genaux1989 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da roberta.s

mi pare un po' retorico dire che "bisognerebbe risvegliare la ricerca in Italia" [...] Vorremmo tutti che il nostro paese investisse nei giovani, nella ricerca, eccetera eccetera. Ma lo stato attuale delle cose ci smentisce.



Certo che lo stato attuale delle cose ci smentisce: se non c'è nessuno che propone, se nessun giovane si sveglia a dire "no, adesso le cose le facciamo funzionare bene ANCHE in Italia", è pacifico che non sarà solo il loro "stato attuale" a smentirci, ma anche quello futuro.
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M111
Utente

Pleiadi

Prov.: Lucca
Città: Guamo


838 Messaggi

Inserito il - 24 gennaio 2012 : 15:16:06  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di M111 Invia a M111 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Il mio pensiero in merito si estingue nuovamente in una battuta: non è una questione di persone, è una questione di soldi.

Se il centro ha poco denaro non può esser certo chi ci lavora a metterci il grano dentro, non sono cose che possono esser risolte, lo Stato ha altre priorità, esempio? Riuscire a pagare tutti gli stipendi o riuscire a tener gli ospedali aperti, pagare il debito (il debito!) etc etc....
Quel che rimane va alle cose di secondo piano, quelle che se non funzionano non portano alla rivoluzione.
L'UK era quasi un paradiso, hanno avuto problemi e a pagare è stata subito la ricerca, mi diceva uno che si è spostato in America per trovar una situazione più solida; certo ora non è l'inferno, non è l'Italia, però se qualcosa deve esser tagliato o risparmiato è ovvio che può riguardare il finanziamento alla ricerca.

Tutto è analizzato al triage, prima il pane, poi la benzina, poi sanità e sicurezza, alla fine il resto.

A meno che non si vogliano considerare ugualmente solidi paesi come Germania, Svizzera, Svezia, Norvegia, Francia e Italia; tanto per parlare del cortile.
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prossima biologa
Utente Attivo

0625_da_la_fra



1437 Messaggi

Inserito il - 24 gennaio 2012 : 15:24:52  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di prossima biologa Invia a prossima biologa un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
io infatti credo come geneaux, ma rispetto totale per chi ha le capacità(intellettive, culturali, avventuriere, e vabbè anche economiche proprio per le cose iniziali dette da chick, che purtroppo sinceramente non tutti hanno anche perchè metti il caso borse di studio,a livello universitario: qui in italia è fermo, sono poche, e non in tutta Italia gestite allo stesso modo, qui a Napoli poi un altro pò con la media del 30, devi vedere se ti danno qualcosa)

credo che andare all'estero sia una scelta importante, coraggiosa, valida... e anche se per molti sembra l'unica scelta proprio perchè da noi le cose non funzionano, io credo invece che non sia l'unica scelta... dobbiamo impegnarci noi per fare cambiare le cose.... non è sufficiente dire: in Italia se non ci sono nomi non ci sono fondi, se non ci sono fondi non c'è ricerca e quindi non ti pagano... credo che se vogliamo possiamo farle cambiare le cose... non so come, sono sincera, ma un modo ci deve essere altrimenti per l'Italia è la fine perchè questo ragionamento non lo fanno più solo i biologi, ragazzi oggi questo ragionamento lo stanno facendo tutti i giovani, non ci sono possibilità per nessun mestiere in Italia... e allora che facciamo? ci trasferiamo tutti? tanto vale che la chiudiamo la nostra nazione....

se trovassi qualcuno che proponesse qualche cosa, mi ci accoderei immediatamente....


Aiuto in biochimica?guarda qui
Info sul lavoro di biologo?guarda qui
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ValeCGC
Utente



746 Messaggi

Inserito il - 24 gennaio 2012 : 16:00:48  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di ValeCGC Invia a ValeCGC un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
l'estero non è di certo la soluzione a tutti i mali, nè è la terra promessa, conosco tante persone (non necessariamente biologi) che sono andati e che poi sono voluti tornare a casa, perchè non conveniva più restarci. detto questo per chi vuole assolutamente fare ricerca e per chi mette la propria professione davanti a tante altre cose...beh non c'è nemmeno paragone, in italia la ricerca non esiste, bisogna smuoverla? ok...e chi lo può fare? i biologi? e come? i ragazzi che restano nelle università anni a lavorare gratis o quasi nella speranza di poter partecipare al concorso che forse non verrà mai indetto? chi è che la smuove la ricerca se non ci sono fondi? e negli istituti di ricerca privati quante posizioni ci sono libere? in italia non c'è proprio la "cultura" della ricerca scientifica, sebbene ci siano delle menti brillanti..quindi per trovare più opportunità si deve andare all'estero, non a casaccio ovviamente, ma trovando possibilmente un posto prima, oppure trovando almeno un posto come cameriere prima, per mantenersi un minimo e poi cercando in loco. e anche se i posti non sono infiniti, sono di certo più di quelli che si possono sperare di trovare qui.
per quando mi riguarda per andare all'estero ci vuole coraggio, e priorità diverse dalla famiglia e dagli affetti. io non voglio andare all'estero, non sono affascinata dalla vita all'estero, nonostante i gravissimi problemi che sta attraversando la nostra nazione, a me piace l'italia e mi piacerebbe avere il diritto (visto che il lavoro dovrebbe essere un diritto, l'italia è una repubblica fondata sul lavoro..) di lavorare a casa mia, nel mio paese d'origine, e non trovo umiliante o svilente fare altri lavori, anche se ho studiato biologia per amore della materia, il problema è che non si trova niente praticamente a meno di non avere 22 anni e 10 anni di esperienza.
la carriera e l'amore per la scienza non sono comunque mie priorità sulla famiglia e gli affetti, da cui faticherei a distaccarmi per diversi motivi. quindi se una persona è ben predisposta ad allontanarsi da casa io consiglio vivamente l'estero, d'altronde non critico assolutamente chi resta, piuttosto storco il naso su chi volendo restare non prende in considerazione altri lavori, anche umili, ma degni, perchè ha un titolo di studio diverso e questo in qualche modo "lede" la professione...mah...
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M111
Utente

Pleiadi

Prov.: Lucca
Città: Guamo


838 Messaggi

Inserito il - 24 gennaio 2012 : 16:22:44  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di M111 Invia a M111 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ovviamente se si esula dal discorso dei soldi, c'è anche quello dell'arricchimento personale e della possibilità di lavoro con quel dato gruppo.
Ma prima di tutto viene il denaro.
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roberta.s
Utente Junior

yeast

Città: Parigi


564 Messaggi

Inserito il - 24 gennaio 2012 : 17:15:31  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di roberta.s Invia a roberta.s un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Genaux caro, credimi, condivido a pieno l'ideologia, ma purtroppo la mia esperienza mi ha portato a smettere di riempirmi la bocca di belle parole all'età di 18 anni, più o meno, quando con estrema convinzione scendevo in piazza con gli striscioni a manifestare il mio dissenso. Anche a me piacerebbe pensare che si puo' cambiare il nostro paese, che si', tutti uniti ce la faremo, che possiamo ancora fare qualcosa per i nostri diritti di lavoratori. Mi piacerebbe, e tanto. Ma la vita é un'altra cosa. Almeno per me, ovviamente.

E poi, chissà come mai, ogni volta che osservo le persone che consciamente e per amore del loro Paese sono rimaste in Italia, beh, vedo spesso (se non sempre) malessere, frustrazione e rassegnazione.
Ma tanto si', si tratta di scelte.
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Daria85
Utente

aplisia



678 Messaggi

Inserito il - 24 gennaio 2012 : 17:25:27  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Daria85 Invia a Daria85 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
beh io lavoro in Italia e non sn x niente frustrata, anzi! :D
quindi mi disp se purtroppo attorno a te ci sn sl malcontenti, ma anke se nella maggioranza dei casi ( e nn sl in ricerca he) oggi è mooolto dura, ciò non significa che possano esserci possibilità (poche al momento, è vero) e soprattutto che non ci possano essere i presupposti per creare nuove opportunità.
io credo ke appoggiarsi sempre sulla crisi ke c'è oggi come motivazione x andare via sempre e cmq è sbagliato. ripeto, se ragionassimo tutti così, andremmo a sovrapopolare i posti di lavoro altrove, portando così poi lentamente allo stesso risultato ke abbiamo qui, ossia pochi posti= poco lavoro.
e allora se così fosse, bisognerebbe muoversi come una pallina da ping pong da un posto all'altro, a cercare un posto disponibile...e quindi sarebbe sempre una sorta di precariato.
bisogna tener presente ke anke all'estero i posti non sn infiniti...e se la migrazione continua a questi ritmi si arriverà a saturazione (ovvio ke in posti tipo turchia e tunisia magari no, ma posti al top come svizzera, USA e nord europa...anke xkè non ci sn sl gli Italiani a muoversi verso quei luoghi!).
io credo ke se uno dentro ha la voglia di andare all'estero x una sua propensione personale allora fa + che bene ad andare, ma andarsene sempre sl cn lo spirito di "scelta obbligata"xkè qui appena laureato non hai subito un lavoro fisso, beh mi sembra un po' triste.
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roberta.s
Utente Junior

yeast

Città: Parigi


564 Messaggi

Inserito il - 24 gennaio 2012 : 17:50:24  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di roberta.s Invia a roberta.s un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ho semplicemente commentato delle affermazioni fatte nel topic, non elencato i motivi per cui mi sono trasferita.
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AleXo
Moderatore

OrniAle

Prov.: Estero
Città: San Francisco, California


1550 Messaggi

Inserito il - 24 gennaio 2012 : 19:01:39  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di AleXo  Invia a AleXo un messaggio AOL Invia a AleXo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Per favore, le vocali, grazie.

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Genaux1989
Utente

Landscape



715 Messaggi

Inserito il - 24 gennaio 2012 : 21:12:28  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Genaux1989 Invia a Genaux1989 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da roberta.s


E poi, chissà come mai, ogni volta che osservo le persone che consciamente e per amore del loro Paese sono rimaste in Italia, beh, vedo spesso (se non sempre) malessere, frustrazione e rassegnazione.



Qui vale la pena di specificare di cosa stai parlando. Io vedo tutt'altro! I ricercatori della mia università danno tutt'altro che l'aria di essere scontenti e rassegnati.
Poi ribadisco il Genaux-pensiero: una volta partivano per l'America ed erano convinti di trovarci l'oro; giunti in America, si pentivano della loro scelta.
Poi ci sono casi e casi, ovviamente, però parlare di "utopie" mi sembra fuori luogo: le cose, secondo me, non si cambiano con lo striscione e il corteo. Probabilmente gli striscioni, il casino e le manifestazioni sono il modo migliore per non farle cambiare. Punto di vista personale.
Se tutti la pensassero come te, comunque, l'Italia sarebbe un posto deserto. Una penisola disabitata.


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roberta.s
Utente Junior

yeast

Città: Parigi


564 Messaggi

Inserito il - 24 gennaio 2012 : 23:09:08  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di roberta.s Invia a roberta.s un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ok, mi ritiro.
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Martin.diagnostica
Utente Attivo

H. pylori



1582 Messaggi

Inserito il - 25 gennaio 2012 : 00:17:59  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Martin.diagnostica Invia a Martin.diagnostica un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Salve ragazzi partecipo anche io a questa discussione portando la mia esperienza di vita siccome ho speso l'ultimo anno del mio dottorato in Germania. All'epoca l'idea di rimanere dopo il PhD mi tentava sebbene la città dove lavoravo non offrisse molto sul fronte del sociale (non era di sicuro paragonabile alla vicina Berlin). Venendo al dunque

Contro
- LINGUA (se volevo rimanere non avrei potuto parlare solo inglese)
- I legami (famiglia amici fidanzata/o)
- In Germania la carriera del ricercatore è comunque un precariato solo che i contratti non sono a 6 mesi ma quinquennali
- Gli stipendi sebbene superiori a quelli italiani (inferiori sarebbe impossibile) di sicuro non permettono di arricchirsi
Pro
- Un precariato che non ti porterà a mangiare alla mensa della Caritas o costringerti a farti fare una seconda attività tipo il cameriere di sera.
- Le condizioni di lavoro erano buone, strutture non fatiscenti apparecchiature ragionevolmente moderne (non si riciclava la carta da filtro).
- Indipendenza: la possibilità di pensare e sviluppare progetti di ricerca autonomamente (anche perchè finanziati)
- Se lavori su di un progetto prenderai il 1 nome su di un'eventuale pubblicazione
- La carriera viene valutata molto sul fronte del merito. Per diventare ricercatore si deve conseguire una sorta di abilitazione (titolo PD). Questo titolo è rilasciato solo dopo aver prodotto un certo numero di lavori non come in Itlalia dove si bandisce un concorso farsa a cui è inutile partecipare, verrà vinto dal solito tizio senza titoli

Credo che la partita si gioca sul fronte legami/passione per la ricerca.


Giusto per la cronaca il napoli berlino costa meno di una freccia rossa per firenze

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Ale_90
Utente Junior



296 Messaggi

Inserito il - 25 gennaio 2012 : 02:19:55  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Ale_90 Invia a Ale_90 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Credo sia curioso e quantomeno interessante (qualcuno dirà provocatorio) ripensare ad un fatto storico del nostro passato. Sicuramente conoscerete tutti Enrico Fermi ed i Ragazzi di Via Panisperna, ed altrettanto sicuramente sapete come l'Italia abbia dato un pedatone (per non dire di peggio) alla possibilità di sfruttare una delle menti più brillanti del secolo scorso per avere il suo "momento di gloria" in un campo come la meccanica quantistica. Vogliamo parlare della carriera trentennale del premio nobel Rita Levi Montalcini alla Washington University? E stiamo parlando degli anni '30 e del periodo che va dal '47 fino agli anni '80 (coincidenti con la pensione peraltro).

Per carità, sono solo due esempi, ma abbastanza famosi per essere più o meno noti a tutti coloro che scrivono su questo forum. In Italia non c'è un interesse esteso e condiviso per la ricerca, e questo fenomeno non è consequenziale alla crisi economica, è radicato nella cultura e nell'approccio italiano alla gestione della cosa pubblica. Un paese così è destinato a chiudere baracca e burattini, e su questo, mi spiace, ma non c'è sforzo che noi possiamo fare, non c'è sforzo alcuno attuabile, che non sia crearsi un nome dov'è possibile farlo (all'estero), tornare in Italia come un professore e provare a creare piccole oasi felici in mezzo al deserto.

Forse gli italiani in America o in Argentina non hanno avuto tutti fortuna, ma sicuramente ne hanno avuta maggiore di quanta ne avrebbero avuta rimanendo in Italia.

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chick80
Moderatore

DNA

Città: Edinburgh


11491 Messaggi

Inserito il - 25 gennaio 2012 : 06:41:59  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di chick80 Invia a chick80 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
ottima risposta Martin

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Martin.diagnostica
Utente Attivo

H. pylori



1582 Messaggi

Inserito il - 25 gennaio 2012 : 19:31:18  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Martin.diagnostica Invia a Martin.diagnostica un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da chick80

ottima risposta Martin


Grazie :D
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Daria85
Utente

aplisia



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Inserito il - 25 gennaio 2012 : 20:22:24  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Daria85 Invia a Daria85 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
mah mi sa allora ke avete purtroppo avuto la sfortuna di lavorare sempre in posti cn zero prospettive per ragionare così tanto volti all'estero...
forse sarà la mia esperienza ke è diversa, ke anke in questo momento di forte crisi, mi fa pensare ke il mio lab mi piace, e ke nn andrei mai via...mah...
in ogni caso il mondo è bello xkè è vario :)
e x buttarla sul ridere, allora meglio x noi ke restiamo, ke ci spartiremo meglio i posti disponibili qui ;) (scherzo he)
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Genaux1989
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Inserito il - 25 gennaio 2012 : 20:44:10  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Genaux1989 Invia a Genaux1989 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
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Messaggio inserito da Ale_90


Un paese così è destinato a chiudere baracca e burattini, e su questo, mi spiace, ma non c'è sforzo che noi possiamo fare, non c'è sforzo alcuno attuabile, che non sia crearsi un nome dov'è possibile farlo (all'estero), tornare in Italia come un professore e provare a creare piccole oasi felici in mezzo al deserto.



Mi risulta - correggimi se sbaglio - che la prof.ssa Levi-Montalcini, che tu stesso citi come esempio, la pensi (fortunatamente!) in maniera diametralmente opposta.
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0barra1
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Monkey's facepalm

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Inserito il - 25 gennaio 2012 : 21:08:18  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di 0barra1 Invia a 0barra1 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
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Messaggio inserito da Daria85


e x buttarla sul ridere, allora meglio x noi ke restiamo, ke ci spartiremo meglio i posti disponibili qui ;) (scherzo he)



Forse, ragionando per assurdo, il trasferimento di tanti ricercatori all'estero è stata più d'aiuto ad ottenere, in un futuro non so quanto vicino, un'Italia migliore, in quanto la dimensione dell'emigrazione ha finito per guadagnarsi le pagine dei giornali (venendo etichettata con il termine fuga di cervelli...) e di rimando inducendo la classe politica ad intraprendere qualche azione, minima, per tamponare la fuga. Un risultato forse di maggior impatto rispetto all'impegno civile e proteste in piazza.
Chissà, un'emorragia di proporzioni superiori forse decreterebbe finalmente un ravvedimento dei vertici dello Stato, con qualche investimento in più ed il cambiamento di alcune norme.
Ovviamente si parla in maniera ipotetica e l'ultima cosa che vorrei è vedere la ricerca in Italia morire per carenza di ricercatori bravi e volenterosi.

In quanto al trasferirsi all'estero, credo che un'esperienza non possa che fare per bene: non solo per le classiche ragioni di arricchimento generale, e neppure per l' "abbellimento" del CV (che poi mi sembra da pazzi la realtà italiana, in cui nessuno pare esser d'accordo con nessuno se sia bene o male per una carriera nel belpaese vantare un periodo di lavoro oltre confine), ma per il poter stringere nuovi contatti tra laboratori, università, enti. Un italiano che rimane qualche anno fuori e poi ritorna "a casa" probabilmente non cambierà totalmente campo di studi (anche se possibile): per il lab in cui entra potrebbe esistere la possibilità di iniziare qualche interessante collaborazione con nuovi partner.


Nei laboratori italiani, quanti stranieri lavorano?

So, forget Jesus. The stars died so that you could be here today.
A Universe From Nothing, Lawrence Krauss

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