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Daria85
Utente

aplisia



678 Messaggi

Inserito il - 02 febbraio 2012 : 20:39:25  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Daria85 Invia a Daria85 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
io sono + di 2 anni ke lavoro nell'uni e ho sempre ricevuto in tempo tutti i miei stipendi, e sinceramente non conosco nessuno che abbia avuto problemi di retribuzione, o meglio, nessuno ke una volta firmato un contratto o un pezzo di carta non avesse i suoi soldi.
poi sono d'accordo con te ke ci possono essere difficoltà per un lab a rinnovare una borsa, e in questo caso la persona viene indirizzata verso altri lab ke lo possono retribuire, se c è la possibilità.
per quanto riguarda l'ammontare delle somme, beh si non, non sono 2000euro, ma io sotto i 1100 non sn mai scesa e confronto milti altri lavoro mi ritengo fortunata(prendo + di mia madre ke fa l operaia da 20anni).
poi sul discorso ke il precariato dia problemi a livello di organizzazione di vita concordo, ma i miei discorsi infatti io li vedo rivolti ad una persona giovane, cioè ke ha il tempo di provare ad inserirsi e ke dovendo fare esperienza può comicniare benissimo cm precario, per poi cercare di confermarsi anke grazie al lavoro svolto.
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Martin.diagnostica
Utente Attivo

H. pylori



1582 Messaggi

Inserito il - 02 febbraio 2012 : 23:00:10  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Martin.diagnostica Invia a Martin.diagnostica un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da Daria85

io sono + di 2 anni ke lavoro nell'uni e ho sempre ricevuto in tempo tutti i miei stipendi, e sinceramente non conosco nessuno che abbia avuto problemi di retribuzione,


Ok forse semplicemente non conosci nessuno hihihi
Vuoi farmi credere che il tuo primo stipendio del PhD è arrivato puntuale? non hai aspettato 3/4 mesi almeno? se è arrivato in ritardo tu non sei a casa dei tuoi (o i tuoi ti pagano per non averti a casa con loro) come hai fatto a pagare l'affitto/assicurazione auto/bollette/telefono/internet e tante altre cose?

Comunque durante il dottorato i pagamenti sono continui i problemi iniziano dopo
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chick80
Moderatore

DNA

Città: Edinburgh


11491 Messaggi

Inserito il - 02 febbraio 2012 : 23:45:07  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di chick80 Invia a chick80 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Io conosco diverse persone che hanno/hanno avuto stipendi non troppo regolari anche durante il dottorato.

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Daria85
Utente

aplisia



678 Messaggi

Inserito il - 03 febbraio 2012 : 10:06:27  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Daria85 Invia a Daria85 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
io ho un phD senza borsa xkè sn pagata cn un cococo, i lo stipendio è + ke puntula, cm lo era x le borse ke percepivo prima :)
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Daria85
Utente

aplisia



678 Messaggi

Inserito il - 03 febbraio 2012 : 10:07:55  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Daria85 Invia a Daria85 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
ah, x io vivo cn i miei ma pago da me
auto(tutto, bollo, benzina, assic...)
telefono(90euro ogni 2 mesi)
vestiti
spese mediche
ecc...
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GFPina
Moderatore

GFPina

Città: Milano


8408 Messaggi

Inserito il - 03 febbraio 2012 : 12:54:33  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di GFPina  Clicca per vedere l'indirizzo MSN di GFPina Invia a GFPina un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da Daria85

ah, x io vivo cn i miei ma pago da me
auto(tutto, bollo, benzina, assic...)
telefono(90euro ogni 2 mesi)
vestiti
spese mediche
ecc...


Ne riparliamo quando pagherai anche un affitto/mutuo?
Comunque sia, io ho avuto sia co.co.co che co.co.pro (e penso/spero il tuo sia un co.co.pro. perché i co.co.co non sono più legali da un po' di anni) e i pagamenti erano più o meno puntuali a secondo di chi mi pagava. Una borsa di dottorato che viene pagata "con regolarità", sì ma regolarità significa che ti pagano "regolarmente" alla fine del terzo mese per i primi due mesi di lavoro e così a seguire, quindi passano 3 mesi per vedere il primo stipendio! La borsa di specialità a cui avevo diritto (ormai un po' di anni fa) l'ho rifiutata perchè oltre ad essere bassissima mi avrebbero pagato in due tranche, il primo stipendio dopo 6 mesi (sempre ammesso che fossi stata in "regola" con tutti gli esami, altrimenti slittava di altri 6 mesi) e la seconda tranche dopo 1 anno.
Sono partita poi per l'estero con una borsa EMBO e mi pagavano ogni 3 mesi anticipati! Quindi prima ancora di partire avevo ricevuto oltre ai soldi per il viaggio i primi tre mesi di stipendio senza ancora aver fatto niente!
In Finlandia poi ho avuto dapprima una borsa di studio, regolarmente pagata e poi un contratto con l'Università e a dicembre mi sono pure vista accreditare un extra (tipo 13ma penso).
Beh mi pare che di commenti ne restino pochi da fare...

Comunque non stiamo andando un po' off-topic?
Beh mi pare che ci siano beh pochi commenti da fare
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Genaux1989
Utente

Landscape



715 Messaggi

Inserito il - 04 febbraio 2012 : 01:02:32  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Genaux1989 Invia a Genaux1989 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da roberta.s

Perchè non è pensabile che tutti i laureati riescano a trovare lavoro? Chi l'ha stabilito?



La legge della domanda e dell'offerta, credo. Se il rapporto numero di laureati/posti disponibili è troppo elevato, rimarrà sempre un numero di laureati senza posto di lavoro.
Se sforni 20 laureati e i posti sono 5, 15 laureati rimarranno senza posto. Se l'anno successivo la situazione è la stessa, il risultato (al netto) sarà di 10 laureati con il posto e 30 laureati senza. E così via.
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roberta.s
Utente Junior

yeast

Città: Parigi


564 Messaggi

Inserito il - 04 febbraio 2012 : 01:49:53  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di roberta.s Invia a roberta.s un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ripassati un po' le dinamiche di domanda ed offerta nel mercato del lavoro. Credo che tu stia dimenticando delle variabili, tipo il turnover generazionale, gli investimenti pubblici e privati, la varietà di figure professionali, le aspirazioni lavorative, la politica adottata in ambito pensionistico. Potrei continuare a lungo, ma preferisco invitarti a riflettere su due delle tue affermazioni:
- "se sforni 20 laureati e i posti sono 5"
- "se l'anno successivo la situazione è la stessa"
non sono un'esperta in economia, ma mi pare alquanto intuitivo che stai parlando di un mercato del lavoro statico, in involuzione, piuttosto che in evoluzione, a causa di fattori che poco hanno a che fare con gli equilibri teorici sulla relazione domanda/offerta.
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roberta.s
Utente Junior

yeast

Città: Parigi


564 Messaggi

Inserito il - 04 febbraio 2012 : 01:51:33  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di roberta.s Invia a roberta.s un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Per inciso, la mia affermazione da te citata è volutamente provocatoria. Ti sei perso nei tuoi calcoli.
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Genaux1989
Utente

Landscape



715 Messaggi

Inserito il - 04 febbraio 2012 : 13:38:12  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Genaux1989 Invia a Genaux1989 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da roberta.s

Ripassati un po' le dinamiche di domanda ed offerta nel mercato del lavoro. Credo che tu stia dimenticando delle variabili, tipo il turnover generazionale, gli investimenti pubblici e privati, la varietà di figure professionali, le aspirazioni lavorative, la politica adottata in ambito pensionistico. Potrei continuare a lungo, ma preferisco invitarti a riflettere su due delle tue affermazioni:
- "se sforni 20 laureati e i posti sono 5"
- "se l'anno successivo la situazione è la stessa"
non sono un'esperta in economia, ma mi pare alquanto intuitivo che stai parlando di un mercato del lavoro statico, in involuzione, piuttosto che in evoluzione, a causa di fattori che poco hanno a che fare con gli equilibri teorici sulla relazione domanda/offerta.
Per inciso, la mia affermazione da te citata è volutamente provocatoria. Ti sei perso nei tuoi calcoli.



Adesso l'inciso lo faccio io e ti spiego un paio di cose.
La prima è che io non tollero le discussioni con i gradassi: quando qualcuno si permette di rivolgersi a me in tono arrogante, mi viene più naturale evitare del tutto la discussione. Credo che non ci sia nessun motivo per il quale il mio interlocutore (che può essere il primo che trovo per strada come il Premio Nobel dell'anno) debba rivolgersi a me in un certo modo, quindi per me è FONDAMENTALE sapere che chi parla con me lo fa in modo umile e senza voler avere la cresta alta.
Questa era una specie di premessa. Veniamo ora al punto della questione, che sintetizzo in un semplicissimo ed immediato concetto, in modo che tutti possano capire.
Fintantoché l'università sarà APERTA A TUTTI (il che significa che le strutture adibite agli studenti di medicina debbano accogliere decine di migliaia di studenti all'anno, non so se ti rendi conto di quello che sto dicendo), SICURAMENTE ci sarà precariato per i neolaureati.
Come fai a pretendere che TUTTI i laureati trovino il posto, se il posto non c'è e se i laureati sono migliaia e migliaia?
E' una questione di logica matematica, ed è imposta proprio dalla legge del mercato del lavoro. Domanda: tot --> offerta : tot.
Se l'offerta supera la domanda, inevitabilmente hai offerta in sovrappiù, della quale non sai che fartene.
A quel punto cosa vuoi fare? Due alternative:
- Crei posti professionali A CASO, così, tanto per piazzarci delle figure professionali che non si sa bene cosa siano;
- Limiti il numero di offerta (es.: introduzione del numero chiuso)

A te la scelta. Se hai altro da proporre esponilo, magari se ne può discutere, invece di dirmi di andare a ripassare l'economia del mercato del lavoro. Forse sei tu che ti stai perdendo un po' nei TUOI di calcoli, perché il mio ragionamento mi sembra tanto logico quanto semplice da comprendere. Non serve la laurea in economia.
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roberta.s
Utente Junior

yeast

Città: Parigi


564 Messaggi

Inserito il - 04 febbraio 2012 : 14:35:33  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di roberta.s Invia a roberta.s un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Scusami se ti sono sembrata gradassa. Comunque credo di aver risposto in maniera ampia alla domanda del topic, ovvero cosa ci vuole per andare all'estero, con i miei interventi precedenti. Se qualcuno ha ancora delle domande in merito, sarò ben felice di dare il mio punto di vista, ma credo che, se continuiamo su questa riga (me inclusa), un utente che si avvicini al nostro topic per avere informazioni su cosa ci vuole per andare all'estero forse rimarrebbe scontento.
Ad ogni modo, personalmente sono ancora una sostenitrice del diritto allo studio ed al lavoro. E ancora più personalmente non sono molto d'accordo con le misure che il sistema italiano adotta per apportare una selezione degli studenti e dei lavoratori, in quanto, sempre personalmente, ritengo che si basino più spesso su criteri per nulla meritocratici. Questo è il mio punto di vista, che può essere condiviso o meno. Per tornare all'oggetto della questione inizialmente sollevata da 0barra1, mi sento solo di dire che in Italia la situazione è molto complessa. Chi vale davvero è in grado di farsi strada grazie alle sue competenze, ma nel suo percorso è spesso ostacolato da fattori esterni che possono risultare demoralizzanti. Per cui, in media, il posto che andrà ad occupare sarà peggiore e meno retribuito rispetto al suo coetaneo medio finlandese, tanto per fare un esempio.
Ora quella stessa persona può decidere di fare due cose:
1) restare in Italia, tenere duro, affrontare le difficoltà lavorative, economiche e personali durante il suo avanzamento di carriera, ma giovare ad esempio della vicinanza della sua famiglia/genitori/coniuge/figli/ecc.
2) accettare un'offerta di lavoro in un altro paese dove le sue condizioni saranno nettamente superiori, dove verrà rispettato di più come professionista, dove con più facilità potrà prendere casa, accendere un mutuo, godere di strumenti tecnici e teorici migliori ed in modo immediato (grazie alla maggiore disponibilità di macchinari e tecniche all'avanguardia, così come di budget molto più ampi o, ancora, con la possibilità di lavorare nello stesso dipartimento in cui c'è un prmio Nobel!).

Entrambe le scelte sono, a mio avviso, di tutto rispetto, e nessuna è, in senso assoluto, più giusta o più intelligente.
é ovvio che il mio parere sia condizionato dalle mie esperienze dirette, che riassumo così:
-cittadinanza italiana, residenza a Napoli
-studi superiori ed universitari a Napoli
-tirocinio pre-laurea a Napoli, in un laboratorio che pubblica abbastanza bene, rispetto alla media di Napoli
-offerta di PhD nel suddetto laboratorio, e rinuncia della stessa per l'interesse di non restare chiusa in quella realtà che, nonostante tanti fattori positivi (fidanzato, famiglia, amici, rapporti con la gente, cibo, lingua, sole), mi stava stretta
-domanda di PhD presso un istituto parigino che è uno tra i più validi del settore, in un laboratorio che è davvero all'avanguardia
-trasferimento a 5 giorni dalla laurea

Ora, non so se tra 5 anni avrò un posto fisso, se farò ricerca o altro, se sarò in Italia, in Francia o in Nuova Guinea, ma sono sicura che oggi io sono una lavoratrice appagata, entusiasta del posto in cui mi trovo e delle persone con cui lavoro, e con delle possibilità economiche che soddisfano a pieno il desiderio di indipendenza che avevo da anni.
Forse la vita personale si è complicata, ma per quanto mi riguarda l'essere soddisfatta mi fa sentire in grado di affrontare tutto.


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chick80
Moderatore

DNA

Città: Edinburgh


11491 Messaggi

Inserito il - 04 febbraio 2012 : 14:45:03  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di chick80 Invia a chick80 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Piccolo inciso (a cui non c'è bisogno di rispondere perchè l'inciso sempre quello rimane): se leggo un'altra offesa, di chiunque a chiunque, e per qualsiasi motivo, chiudo il topic.

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Genaux1989
Utente

Landscape



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Inserito il - 04 febbraio 2012 : 16:21:02  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Genaux1989 Invia a Genaux1989 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
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Messaggio inserito da roberta.s
Ad ogni modo, personalmente sono ancora una sostenitrice del diritto allo studio ed al lavoro. E ancora più personalmente non sono molto d'accordo con le misure che il sistema italiano adotta per apportare una selezione degli studenti e dei lavoratori, in quanto, sempre personalmente, ritengo che si basino più spesso su criteri per nulla meritocratici.



L'attuale sistema di selezione non inficia certo il diritto allo studio: più studi, maggiori sono le probabilità di essere ammesso all'esame di selezione.
E' poi esattamente per via della difesa del diritto al lavoro che è necessario porre un limite alle iscrizioni ai corsi di laurea: più sono i laureati, meno posti sono disponibili. Risolvendo il problema a monte (ovvero regolando il numero di accessi), risolviamo anche quello a valle (l'elevato rapporto numero di laureati/posti di lavoro).
Il sistema di selezione poi è quello che è, e a me, francamente, non sembra antimeritocratico. E' un concorso.
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