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Massimo Carbotti

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Inserito il 26/05/2005   Segnala contenuto non adatto   Rispondi Quotando  Nuovo Commento 
Pokemon per ca ovarico

Sono tanto fiero e provo tanta gioia nel leggere notizie in merito alla proteina Pokemon per la cura dei tumori. Fiero perchè ad averla scoperta è un ns. connazionale (Dott. Pier Paolo Pandolfi) e provo gioia per tutti coloro che come me sperano in una cura per se stessi o per il proprio caro. Chi vive problemi del genere sa cosa significa la sofferenza pura sia fisica che psicologica. Mi piacerebbe personalmente ringraziare il Dott. Pandolfi per la sua grande professionalità e il suo impegno umanitario che da anni lo vedono impegnato con determinazione e ostinazione nella lotta e nella ricerca contro i tumori. Io personalmente ho la mia povera mamma di 66 anni gravemente ammalata di tumoro. Carcinoma ovarico in stato avanzato dopo intervento chirurgico e diversi trattamenti chemioterapici, dal 2001 ad oggi. Ha provato tutti i chemioterapici che prevede il protocollo in questi casi, senza frenare in maniera tangibile la progressione della malattia. Oggi presenta diverse metastasi a livello pelvico e qualcuna a livello toracico, versamenti pelvico e pleurico (effettuato diverse toracentesi e qualche paracentesi, quest'iltima con difficoltà), gambe molto gonfie e non sembra arrestarsi (cammina poco), pressione bassa e relativa debolezza fisica, scarso appetito con conseguente perdita di peso. Oggi effettua solo terapia di supporto senza alcun tipo di trattamento specifico. Nonostante tutto ciò è una donna forte e caparbia, con tutta la forza che la contraddistingue e l'amore immenso per la famiglia lotta con tutta se stessa senza mai arrendersi. E' una donna che tanto ha sofferto nella sua vita: ha perso un figlio a solo 25 anni, io stesso dalla nascita con gravi problemi renali e successiva dialisi e poi trapianto da vivente (donatore mio padre), lei stessa ha dovuto subire diversi interventi chirurgici per varie patologie.... LA SUA FORZA E' STATO IL GRANDE AMORE PER TUTTI NOI E IL SACRIFICARSI PER IL PROSSIMO.... Ora ha bisogno di noi ma ci sentiamo tanto impotenti e incapaci di aiutarla. Quello che chiedo è un piccolo miracolo dal Signore Dio nostro e che ascolti le nostre preghiere, di tutti noi. VORREI POTERLA TANTO AIUTARE E PER QUESTO CHIEDO A VOI, MIRACOLI PERMETTENDO, DI AVERE LA POSSIBILITA' DI CONTATTARE IL DOTT. PANDOLFI E CHIEDERGLI SE LA PROTEINA POKEMAN E' GIA' IN USO E' SE PUO ESSERE UTILIZZATA PER I CASI COME QUELLI DI MIA MADRE. Se è possibile mi farebbe piacere avere i riferimenti del Dott. Pandolfi per poterlo contattare o il suo indirizzo E-Mail per inviare relativa documentazione medica da consultare (tempo permettendo da parte sua).
Con immensa umiltà e gratitudine ringrazio tutti Voi per l'operato e l'impegno amorevole con la quale collaborate in un campo tanto difficile e sofferto. Grazie e Vi abbraccio tutti.

DOTT.VIRGINIA CIROLLA

Utente non registrato
Inserito il 24/05/2005   Segnala contenuto non adatto   Rispondi Quotando  Nuovo Commento 
Pokemon e canc

VORREI SAPERE SE IN ITALIA CI SONO MEDICI CHE SI OCCUPANO DI QUESTA RICERCA.

DOTT.VIRGINIA CIROLLA
LILT ROMA

DOTT. VIRGINIA CIROLLA

Utente non registrato
Inserito il 17/05/2005   Segnala contenuto non adatto   Rispondi Quotando  Nuovo Commento 
Re: A Franci di Franco da Genova

RISPONDO AL TUO COMMENTO CHE MI HA MOLTO COLPITO.
DICI BENE A PRETENDERE UN BRAVO ONCOLOGO CHE SEGUA I MALATI NEOPLASTICI , CON PROFESSIONALITA' ED UMANITA'. IO COME MEDICO MI STO IMPEGNANDO IN TAL SENSO , POICHE' RITENGO CHE LA MEDICINA DEVE SUBIRE UNA VERA E PROPRIA CATARSI " UMANIZZANDOSI " PER IL BENE DI CHI E' NELLA SOFFERENZA OGNI GIORNO; ABBANDONATO NEL VUOTO PIU' TOTALE IN CERCA DI RIMEDI MIRACOLOSI RESI SEMPRE PIU' AGOGNIATI DA SCARSA PROFESSIONALITA' E DEDIZIONE E DA POCO AMORE ALLA VOCAZIONE MEDICA.INCROCIA LE DITA PER ME: VOGLIO DIVENTARE QUELLO CHE I PAZIENTI CERCANO.

DOTT.V.CIROLLA
LILT ROMA


Campigotto

Utente non registrato
Inserito il 17/05/2005   Segnala contenuto non adatto   Rispondi Quotando  Nuovo Commento 
Per ora è la terapia migliore

L’ipertermia è un trattamento antitumorale non tossico sul midollo osseo, non invasivo, non teratogeno e può essere associato utilmente ad altre terapie oncolgiche di cui potenzia l’effetto. E’ fuori di dubbio che il calore, a temperature superiori a 40°C, agisca sinergicamente con le radiazioni e con i farmaci antiblastici. Vediamo come la radioterapia non è in grado di agire, cioè incontra radioresistenza, quando la cellula di trova in fase S (o di duplicazione del DNA) oppure quando versa in stato di ipossia, condizioni pressoché costanti nei tumori.

In tali fasi la cellula neoplastica si è invece dimostrata particolrmente sensibile all’azione letale del calore.

Da questa considerazione scaturisce il concetto di associare radioterapia ed ipertermia in quanto il calore agisce durante le fasi in cui vi è, per le ragioni su esposte, radioresistenza fisiologica, ed inoltre esso ostacola i meccanismi del danno cellulare indotto dalla radiazioni. Il pratica la neoplasia può essere efficacemente colpita nel suo strato periferico dalle radiazioni inonizzanti e nel meno perfuso ed ossigenato centro, nella zona ipossica radioresistente, dall’ipertermia.

La combinazione radioterapia-ipertermia permette perciò di usare un numero minore di rad per ottenere lo stesso effetto citoriduttivo. Sinergismo analogo esiste anche con alcuni farmaci citotossici (adriamicina, bleomicina, ciclofosfamide, cisplatino, mitomicina C, nitrosuree). Metotrexate, 5-FU, vincristina, vinblastina non sembrano presentare invece un particolare potenziamento d’azione con il calore. Il meccanismo d’azione di tale potenziamento consisterebbe in un sinergismo degli effetti lesivi di farmaco e calore a livello delle membrane cellulari (per il cisplatino) o in una coazione lesiva del complesso farmaco-ipertermia sui processi enzimatici di riparazione del DNA. Non è quindi ancora chiaro il meccanismo d’azione dell’associazione, né è facile interpretare i risultati sperimentali poiché gli agenti antiblastici somministrati insieme al calore possono dimostrarsi più efficaci semplicemente perché l’ipertermia elimina una popolazione neoplastica normalmente chemioresistente e non proliferante.

Per associazione con i chemioterapici si intende anche l’uso contemporaneo al calore di fattori antiblastici che si dimostrano sinergici con esso in vitro e nell’animale sperimentale. L’energia necessaria alla distruzione cellulare per azione diretta del calore è di circa 140 Kcal/mole. In associazione con farmaci antiblastici questa energia di riduce a 20-37 Kcal/mole. Tra i tumori di più ampia diffusione sembra siano particolarmente sensibili al trattamento ipertermico gli epiteliali del polmone, dell’ovaio, del colon-retto, i tumori del collo e della faccia, le recidive e le metastasi da melanoma, i sarcomi dell’osso e della parti molli.

In base a risultati nostri e di altri ricercatori, possiamo affermare che la termoterapia trova già oggi una sua indicazione precisa in quei tumori nei quali non è possibile l’intervento chirurgico con ragionevoli prospettive di radicalità e nei quali i trattamenti chemio e/o radioterapici si sono rivelati insoddisfacenti. L’effetto di stimolazione immunitaria appare estremamente interessante e può essere potenziato e modulato con l’utilizzo razionale di farmaci che vengono impiegati sempre più spesso nella terapia dei tumori. Siamo oggi in grado non solo di aumentare la durata della sopravvivenza ma, soprattutto, di migliorare la qualità di questa sopravvivenza, utilizzando tecniche e sostanze meno aggressive nei confronti dei tessuti normali e selettivamente attive sui tessuti neoplastici. Stiamo cercando di operare un cambiamento da terapie basate su chemioterapici, chirurgia radicale e radiazioni (tutte pratiche distruttive sia per i tessuti neoplastici che per i tessuti sani, incluso il midollo osseo e il sistema immunitario) a terapie e metodi che rispettino l’integrità dell’organismo. In questo programma la termoterapia ha un ruolo di rilievo. Un tentativo razionale di stimolazione del sistema immune (eventualmente favorito dal riassorbimento dei prodotti di necrosi liberatisi con la termoretapia) dovrebbe cercare di interferire con la risposta immunitaria a vari livelli del suo sviluppo. Su queste basi noi oggi usiamo la chemioterapia

(con schemi e modalità di somministrazione, ad esempio via intra-arteriosa selettiva, che non siano immunodespessivi),

in aggiunta alla termoterapia e successivamente un’immunoterapia attiva specifica.

Pensiamo che i risultati ottenuti indichino già l’efficacia di questo trattamento. In futuro l’utilizzo di fattori che determino ipossia ed acidosi a livello tumorale (legature di vasi arteriosi, acidosi metaboliche) ed eventualmente farmaci termosensibilizanti potranno accrescere ulteriormente le nostre possibilità nel trattamento dei tumori localizzati. Oltre a queste associazioni farmacologiche pensiamo che un innalzamento, comunque ottenuto, della temperatura corporea possa facilitare il raggiungimento di un livello termico che sia effettivamente necrotizzante nei riguardi della cellula neoplastica.

La dimostrazione che dopo adeguato riscaldamento si ottiene una occlusione selettiva della microvascolarizzazione del tumore induce a pensare che acidosi, ipossia e calore siano sinergici nell’ottenere un danno tissutale che esita in necrosi del tumore.

Uno dei maggiori ostacoli che oggi incontriamo è infatti quello di un adeguato riscaldamento della massa sita in profondità. Per tale motivi non è assolutamente possibile, in via preventiva, determinare la sensibilità al trattamento di un determinato tumore. Alcuni autori affermano che i tumori più piccoli si riscaldano meno (a causa della loro vascolarizzazione ancora soddisfacente). Le nostre personali esperienze non confermano questo dato con buona risposta di tumori di varie dimensioni. Sommariamente possiamo affermare che un tumore profondo può essere riscaldato a sufficienza mediante alcuni artifici (refrigerazione degli elettrodi, porte d’entrata multiple, ecc.). Tuttavia in prospettiva appare insispensabile l’utilizzo di meccanismi fisici, farmacologici o metabolici di sensibilizzaione termica (compresa l’associazione con ipertermia sitemica).

Per ottenere in futuro risultati costanti e prevedibili è necessario che si approfondiscano le nostre conoscenze sui rapporti specifici tra ipertermia, radiazioni ionizzanti, chemioterapici e immunomodulatori. E’ possibile infatti che particolari sequenze terapeutiche ci consentano di migliorare in maniera sensibile l’efficacia di ognuno di questi strumenti terapeutici.



* Prof. Paolo Pontiggia
Dott. Elisabetta Pontiggia
CENTRO DI IPERTERMIA
Via Trieste 4/F
27010 SAN GENESIO ED UNITI (PV)
Tel. 0382/580185
Fax. 0382/580935
E-mail: info@ipertermia.org

Saluti da Campigotto



Campigotto

Utente non registrato
Inserito il 17/05/2005   Segnala contenuto non adatto   Rispondi Quotando  Nuovo Commento 
Ipertermia

Ipertermia è una terapia che cura diversi tumori, fra i tumori che sono curati con questa terapia, si curano, linfonodi della zona del pancreas, sarcomi e tanti altri tumori che non si curano con la sola chemioterapia perchè sono resistenti ai farmaci. Per terapia ipertermica o ipertermia (clinica) si intende l’induzione nei tessuti biologici di temperature di poco superiori a quella fisiologica. Il riscaldamento dei tessuti realizzato tramite campi elettromagnetici è ampiamente utilizzato nei sistemi per ipertermia clinica. In tali terapie, si utilizza l’intervallo di frequenza che va dalle microonde alle onde corte, sino alle onde lunghe della diatermia. La potenza dissipata localmente per ottenere sopraelevazioni della temperatura di alcuni gradi centigradi (da 40-41 °C fino a 45 °C) nei tessuti bersaglio, corrisponde a valori di SAR di alcune centinaia di W/kg. Il riscaldamento dei tessuti tramite campi elettromagnetici presenta alcuni vantaggi rispetto alle altre forme di riscaldamento (conduzione, radiazione infrarossa). In particolare, sono superiori le profondità a cui si può arrivare

Cordiali saluti da Campigotto

amaretto@freemail.it

Utente non registrato
Inserito il 16/05/2005   Segnala contenuto non adatto   Rispondi Quotando  Nuovo Commento 
Cura prof. zora


sono stato in svizzera domenica dal prof. zora, persona eccezionale anche dal punto di vista umano.
la cura del papa' affetto da carcinoma prostatico con metastasi osse, ha ridotto alla meta' la fosfatasi alcalina, ma ha debilitato mio padre dal punto di vista fisico.
attualmente faremo dei flebo perche' ha carenze di ferro e altri componenti, poi vi faro' sapere.

amaretto@freemail.it


DOTT. VIRGINIA CIROLLA

Utente non registrato
Inserito il 13/05/2005   Segnala contenuto non adatto   Rispondi Quotando  Nuovo Commento 
Pokemon e cancro

GRATA AL COLLEGA PANDOLFI PER LO STUDIO E L'IMPEGNO DI 10 ANNI, PER COMBATTERE I TUMORI.
SAREI GRATA A
VORREI SAPERE SE NELLO STUDIO IN ITALIA PARTECIPA OLTRE A COGNETTI QUALCHE PROF. DELLA UNIVERSITA' LA SAPIENZA ESE POTETE FORNIRMI INFORMAZIONI DETTAGLIATE SUL LAVORO DI RICERCA.

DOTT.V.CIROLLA
LILT ROMA

aron

Utente non registrato
Inserito il 09/05/2005   Segnala contenuto non adatto   Rispondi Quotando  Nuovo Commento 
Re: Scoperta nuove terapie

Caro Franco, mio padre è affetto da carcinoma prostatico che, come ho già scritto è stato tenuto a bada per 10 anni con l'inieziione mensile per il blocco ormonale. In seguito ha integrato con il Casodex e più di recente con il flutammide.
Mio padre ha quasi 80 anni ma se non fosse per questo male , ne dimostrerebbe almeno 10 di meno.
In realtà ora il PSA è tornato a crescere dimostrando che non è più sensibile alle cure attuali.
Ora al San Luigi di Orbassano, presso il quale è in cura gli hanno tolto il Flutammide, ma tenuto l'iniezione mensile e prescritto tutti gli esami (scintigrafia, tac ,ecc.). Poi l'idea è di fare delle chemio con Taxotere ogni tre settimane per tre mesi circa , per poi riverificare la situazione.
Vorrei sapere dove posso documentarmi su queste nuove terapie PTK784 e sapere anche un tuo parere o di chi leggendo può dire qualcosa.
Grazie di cuore


aron

Utente non registrato
Inserito il 09/05/2005   Segnala contenuto non adatto   Rispondi Quotando  Nuovo Commento 
Re: Teniamoci informati tra di noi !

Grazie amaretto, attendo con ansia i risultati.
Poi, se vorrai, mi dai un cenno su questa cura dei 50 giorni. In cosa consiste?
Grazie infinite

amaretto

Utente non registrato
Inserito il 08/05/2005   Segnala contenuto non adatto   Rispondi Quotando  Nuovo Commento 
Re: Teniamoci informati tra di noi !

fra quattro o cinque giorni dovrei avere gli esami del sangue definitivi, poi ti faro' sapere

amaretto@freemail.it

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