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laurore

Utente non registrato
Inserito il 03/04/2006 10:45:42   Segnala contenuto non adatto   Rispondi Quotando  Nuovo Commento 
Luzzatto per la ricerca

Perchè non si apre un'inchiestra sull'operato del commissario straordinario (veramente straordinario!!) Maurizio Mauri?
Chi lo ha nominato? per fare cosa? chi sono i suoi referenti politici?
Le vicende dell'Italia degli ultimi anni ci devono far riflettere. Si è appena dimesso da Ministro della Sanità il signor Storace. Ma ci rendiamo conto in mano a chi era stata lasciata la sanità italiana? Come è possibile che i politici non siano mai responsabili delle loro malefatte, della loro assoluta incapacità di gestire il paese nell'interesse dei cittadini e che, neanche dinnanzi a prove evidentissime della loro incompetenza riescano a fare un minimo di autocritica, se non proprio un passo indietro?
Questi stessi politici però non hanno alcun ritegno nel nominare commissari, commissioni, gruppi di saggi, di studio, ecc. (peraltro costosissimi) che non hanno altro scopo se non quello di alimentare il loro potere ed il loro controllo su ogni attività, non certo nell'interesse del paese. E’ un sistema autoreferenziale del tutto avulso dal paese reale che ha come unico scopo la propria sopravvivenza ed il proprio “benessere”.
Abbiamo una riforma della Sanità che si è arrestata nel mezzo dopo avere rilanciato esclusivamente il ruolo dei manger, a tutto svantaggio dei tecnici. Ma chi nomina i direttori d'azienda e con ciò tutti i direttori di unità operativa (ex primari)?
Perché si continuano a nominare commissari straordinari? Non abbiamo alcun bisogno di tali Manager di nomina politica e di dubbia competenza. Abbiamo bisogno, nella sanità come in qualsiasi altro campo di ricerca, che sia ridata la gestione e la responsabilità (anche penale) a tecnici competenti la cui professionalità ed autorevolezza in campo scientifico sia, come quella di Luzzatto, evidente in campo internazionale. Perchè non impariamo dai paesi che la ricerca la fanno da sempre con successo? Non abbiamo altro modo di garantirci un futuro se non ridando autonomia a quei gruppi di ricerca che, attraverso il loro lavoro, hanno dato prova della loro rilevanza. E' evidente che un paese come il nostro deve saper utilizzare con accortezza le sue scarse risorse economiche. E' mia opinione che fin troppi fondi siano sprecati per finanziare migliaia di gruppi di ricerca che non hanno alcuna rilevanza, neppur nazionale.
Dobbiamo capire in quali settori e attraverso quali istituiti e gruppi di ricerca possiamo ancora essere competitivi ed innovativi per concentrare su questi i nostri sforzi economici.
Certo questo può penalizzare l'insegnamento che ha, comunque, bisogno di ricercatori sia pur per mantenere un livello adeguato di informazione ed aggiornamento; ma questo è un altro problema. E' l'annosa questione di una vera e profonda riforma dell'insegnamento nel nostro paese. Chiedersi perché la ricerca non va equivale a chiedersi perché tutto il nostro sistema universitario sia, in genere, inefficiente, scarsamente formativo e solo dispensatore di privilegi inammissibili.
Il caso Luzzatto è la spia di un sistema profondamente inefficiente, se non corrotto, che sta trascinando il nostro paese verso la rovina.
E’ la spia di un problema politico più generale.
Come è già avvenuto in passato con la magistratura ciò che i politici non sanno o non vogliono vedere è lasciato in mano a coloro che, in virtù dei loro compiti istituzionali, sono costretti a confrontarsi quotidianamente con le storture del sistema.
Nessun ricercatore ha il ben che minimo desiderio di fare il “lavoro” dei politici, ma questi sono occupati in ben altre “faccende”. I loro sforzi sono tutti tesi alla lotta per il potere, “qualsiasi” tipo di potere in “qualsiasi” tipo di paese. Accusano le persone di qualunquismo quando, al contrario, sono loro a praticarlo nel modo più vergognoso.
Neanche da sinistra, almeno sino ad oggi, viene proposto un modello di sviluppo sociale coerente. Nessuna indicazione ci giunge sul tipo di società immaginata da coloro che pretendono di guidarci. Verso quale paese stiamo andando? Ecco dunque che non sapendo quale società si vuole costruire nessuno sa dare, neppure lontanamente, un peso reale alla cultura ed alla ricerca scientifica. Un conto è dichiararne retoricamente l’importanza ed un altro è metterla al centro dell’iniziativa politica e culturale di un paese moderno. Agire concretamente per lo sviluppo culturale, scientifico e laico del nostro paese significa smantellare un sistema di privilegi e di caste sin troppo radicato. Significa avere il coraggio e la capacità di partire dai bisogni reali dello sviluppo per mettere in secondo piano l’avidità delle corporazioni, dei gruppi di potere, delle consorterie, degli scalatori, degli affaristi (finanzieri, immobiliaristi, parola di nuovo conio per riferirsi al “palazzinari”), manager e di tutta quella progenie di mascalzoni che hanno trovato – specie, ma non solo - negli ultimi anni autorevoli modelli di riferimento in personaggi che occupano posti di assoluto rilievo nella nomenklatura di governo.


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