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Una molecola bloccacancro che si potrà prendere per bocca.


Il PTK787 prende spunto dalle scoperte di Folkmann

Ben sedici dei 78 farmaci che attualmente la Novartis, uno dei colossi farmaceutici mondiali, ha in fase avanzata di sperimentazione, sono dell’area oncologica.
Il risultato è stato divulgato la scorsa settimana e, oltre a testimoniare il grande sforzo finanziario nella ricerca da parte della multinazionale, conferma che la cura del cancro è destinata a notevoli progressi nei prossimi anni, quando la conclusione delle verifiche sui malati dovrebbero, si spera, confermare le promesse che oggi si intravedono.
Per il settore oncologico le illustra David Epstein da New York, capo dell’area oncologica della Novartis, rispondendo a qualche domanda.
Il Glivec è uno dei maggiori successi della "terapia molecolare", farmaci progettati e costruiti sulla base di precise conoscenze dei meccanismi molecolari del cancro ed in grado di bloccarli.
Avete altri farmaci come il Glivec in sperimentazione?
«Certo, il più promettente è quello che noi indichiamo con la sigla PTK787. Prende spunto dalle scoperte fatte alcuni anni fa da Folkmann sui fattori angiogenetici. La molecola è un potente inibitore di tutti i recettori dei fattori di crescita vascolare ed è costruita in modo da bloccare gli "interruttori" che il tumore fa scattare per indurre la crescita abnorme di vasi, necessari al suo nutrimento. Il PTK787 è il primo inibitore della crescita dei vasi che può essere somministrato per bocca».
In base al progresso delle conoscenze, il sistema immunitario appare ogni giorno più importante nella prevenzione e nella cura del cancro. State conducendo ricerche su vaccini ed immunoterapie anticancro?
«Anche questo settore appare molto promettente. Ma per ora i risultati permettono solo di ipotizzare dei farmaci che possono essere dati in associazione con altri».
Una pillola al giorno ed il cancro non viene: è il sogno di cittadini e medici. A che punto sono le vostre ricerche sulla prevenzione farmacologica anticancro?
«E’ uno dei principali obbiettivi della ricerca, non solo nostra. Una pillola che impedisca al cancro di svilupparsi, in grado di fare una prevenzione primaria, è un obiettivo molto futuribile. Più vicino appare quello di farmaci che tengano sotto controllo il male molto bene, rendendolo ben compatibile con la vita».

Fonte: La Repubblica (05/12/2003)
Pubblicato in Medicina e Salute
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