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Università di Pavia La ricerca è di casa


Da Volta a Rubbia, l’ateneo è da sempre all’avanguardia Prove di futuro: ciclotrone, adroterapia e t

PAVIA - Hora tertia matutina: lectio di don Alexander Volta. Hora tertia pomeridiana, don Johannes Baptista Borsieri, primo medico dell’imperatore Ferdinando d’Austria. Hora secunda pomeridiana, reverendissimus don Lazarus Spallanzani. Anno accademico 1779- 1780: l’orario delle lezioni del Regio Ticinensi Gymnasio, cioè l’Università di Pavia - documento inedito appena ritrovato - testimonia soprattutto una cosa: la presenza in cattedra a Pavia di alcuni dei massimi pensatori dell’epoca. Così troviamo l’inventore della pila, il medico più stimato del momento e uno dei più grandi biologi e fisiologi italiani, che realizzò persino la fecondazione artificiale. Eccellenza nella ricerca. «La tradizione di Pavia in questa direzione è innegabile - afferma il rettore Roberto Schmid - ed è proprio questo che vuole continuare a fare l’ateneo: puntare sulla ricerca». Cosa non facile in un Paese che per finanziare i propri «cervelli» spende la metà degli altri Stati europei e un terzo dei Paesi più avanzati. Di questo, forse, oggi, all’inaugurazione dell’anno accademico, non si parlerà. Anche per rispetto a Marcello Pera, presidente del Senato, ospite d’eccezione. Di innovazione e ricerca invece sì, si parlerà eccome. L’innovazione: nel discorso di oggi il rettore annuncerà il progetto «Multimedia campus», un’alleanza tra Università e società Opera Multimedia che consentirà di seguire corsi di specializzazione e master post-laurea completamente online o con formule aula»online.
E poi la ricerca. Quella del passato, innanzitutto, illustrata nei musei dell’ateneo in fase di ultimazione: uno sulla storia dell’università che raccoglie, per la fisica, tutta la strumentazione di Volta e, per la medicina, testimonianze degli studi di Camillo Golgi, premio Nobel che insegnò a Pavia.
Altri due musei sono dedicati alla tecnica elettrica e alle scienze naturali (raccolti più di 500 mila oggetti inerenti agli studi di Spallanzani).
Ma soprattutto, si parlerà della ricerca di oggi. Non solo perché la prolusione sarà tenuta da Carlalberto Redi, ordinario di zoologia e direttore del laboratorio di biologia dello sviluppo. Non solo perché a Pavia insegna Carlo Rubbia, un altro premio Nobel. Non solo perché Pavia ha avuto finanziati dal ministero il 50% dei progetti di ricerca di interesse nazionale (contro una media del 37% degli altri atenei). Ma perché a Pavia, nella zona del Cravino, sorge una vera e propria cittadella delle scienze, dove si fanno prove tecniche di futuro: dalle cellule staminali alle nanotecnologie, dalla fisica della materia alla microelettronica alla biologia applicata, questi argomenti sono approfonditi in altrettanti centri di ricerca. E poi l’istituto nazionale di fisica nucleare: «Ben due nostri gruppi sono coinvolti nei progetti di ricerca di Ginevra - spiega Giorgio Goggi, docente di Fisica e delegato alla ricerca dell’Università - ed è una cosa eccezionale, perché i laboratori di Ginevra sono quelli che contano a livello mondiale. Ma non ci fermiamo: verrà finanziato un ciclotrone che potrà avere una serie di applicazioni nella diagnostica di punta, quella non invasiva». Il ciclotrone sorgerà dove ora si trova il reattore nucleare, l’impianto a disposizione di docenti e studenti a scopi didattici, di ricerca e applicativi.
Ma la cittadella delle scienze è destinata a estendersi: in futuro sorgerà il centro nazionale di adroterapia, che svilupperà una terapia oncologica che si basa su particelle subatomiche. Qui sorgerà il centro europeo di formazione e ricerca in ingegneria sismica (in collaborazione con il Dipartimento di Protezione civile e l’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia): il laboratorio sarà dotato della più potente tavola vibrante europea, capace di riprodurre ogni tipo di scossa sismica. «A Pavia c’è un tessuto integrato, di ricerca e alta formazione - spiega Goggi -. Ci sono i collegi che assicurano studenti qualificati e il terreno fertile per diffondere la cultura. E poi c’è l’Istituto universitario di studi superiori, che sta aspettando la qualifica di scuola d’eccellenza da parte del ministero. Non è un caso se, in uno degli studi più recenti sulla qualità della ricerca, Pavia si è classificata al quarto posto su oltre settanta università». Una ricerca, infine, che non resta solo nei laboratori, ma cerca collegamenti con le imprese: STMicroelectronics, terza azienda mondiale nel settore dei semiconduttori, ha creato nel campus di Pavia un laboratorio di ricerca avanzata sulla microelettronica, lo stesso ha fatto Syremont e presto succederà con la Magneti Marelli.

Fonte: Corriere della Sera (12/12/2003)
Pubblicato in Analisi e Commenti
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