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Clima: Riscaldamento globale uccide. L'allarme di Stephen Schneider


Condizioni favorevoli a proliferazione di agenti nocivi: da politica maggior rispetto per le generaz

Roma - Stephen Schneider, uno dei maggiori climatologi al mondo lancia l'allarme: "L'uomo ha aumentato la quantità di gas serra troppo in fretta: questo è il problema. I termometri del mondo indicano un aumento notevolissimo della temperatura: l'effetto serra non e un problema controverso, il 99% degli scienziati informati ormai non ha dubbi. Ma il problema clima incide nella politica, nell'economia, la tecnologia e l'industria".
Secondo lo studioso del Dipartimento di Biologia dell'Università di Stanford, che ha parlato in una affollatissima sala della Protomoteca del Campidoglio per la quarta "Biodiversity Lecture" organizzata dal WWF Italia con il contributo del Ministero dell'Istruzione, il patrocinio del Comune di Roma e in collaborazione con la Società Italiana di Ecologia, "non è vero che i costi dell'applicazione del Protocollo di Kyoto sarebbero troppo alti, è vero il contrario: l'impatto macro-economico non è particolarmente alto, e va a ricadere solo su specifici settori, mentre si parla troppo poco dei benefici, occupazionali ed economici, dello sviluppo di tecnologie pulite. Il problema è che si ragiona secondo logiche politiche del qui ed ora, mentre la scienza lavora sul medio-lungo periodo. Ma la politica dovrebbe avere maggiore rispetto per le generazioni future. Per le popolazioni che vivono nei Paesi in via di sviluppo legati alla produzione agricole i cambiamenti climatici possono essere questione di vita o di morte, perche' prefigurano carestie".

Schneider, grande divulgatore, è tra i principali autori dei rapporti dell'IPCC, la struttura delle Nazioni Unite sul clima. "Sappiamo - sottolinea - che i ghiacciai si restringono in tutto il mondo: l'80% di quello del Kilimangiaro è ormai sparito, in America il Glacer National Park, il Parco nazionale dei Ghiacciai, non avrà più un ghiacciaio entro una o due generazioni. Le barriere coralline del Pacifico 'bruciate' dal Nino non recuperano più se la temperatura continuerà a salire, mentre il livello del mare è aumentato nel Pianeta di 20-30 centimetri: con l'aumento della temperatura il liquido si espande. Anche se intervenissimo subito nella riduzione delle emissioni di gas serra, comunque nei prossimi 500 anni l'aumento del livello dei mari sara' ineluttabile. Non possiamo continuare a trattare l'atmosfera come una discarica".
Secondo Schneider è necessario operare da subito e in modo deciso per abbattere le emissioni di gas serra nell'atmosfera (la cui concentrazione è eumentata a dismisura negli ultimi 30 anni): altre soluzioni come i sinks, cioè il cosiddetto "commercio dei crediti di emissione", sono palliativi. Ecco perche l'unica via da seguire è andare avanti sulla strada tracciata: il Protocollo di Kyoto. "Anche i paesi in via di sviluppo hanno diritto ad aumentare le loro condizioni di vita, ma vanno forniti incentivi finanziari e politiche perche' adottino tecnologie piu' avanzate nei trasporti e nell'energia. Ogni paese deve fare la sua parte, ma non si parte dalle stesse condizioni e non tutti devono pagare in egual misura: la Cina non ha beneficiato della rivoluzione industriale dell'Europa o degli Stati Uniti. E' necessario un trasferimento di tecnologie. Esistono anche molte soluzioni di efficienza energetica legate alla vita quotidiana di tutti noi che, se applicate, sarebbero vantaggiose per tutti, cittadini e industrie, ma si devono diffondere le conoscenze".
Schneider ha parlato anche della situazione americana ("In USA abbiamo 150 città che hanno adottato una politica climatica, che vuol dire ridurre i gas serra ma anche ottenere benefici per la qualità dell'aria e la salute dei cittadini. Il governo federale dimostra di essere molto più lontano dai cittadini delle tante città amiche del clima, e di stati come il Canada") e ha concluso con un invito: "Seguite il WWF, e pensate che il mondo non è solo quello di oggi, ma e soprattutto quello delle generazioni future".

Fonte: APCOM (15/12/2003)
Pubblicato in Ecologia e Ambiente
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