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La lotta contro l'ictus si sposta a livello molecolare

Vaso sanguigno ostruito


Ictus, si lavora a futuri farmaci molecolari. Tra Stati Uniti e Italia si lavora per mettere a punto nuove classi di farmaci capaci di agire direttamente sui meccanismi che regolano il comportamento d

Ictus, si lavora a futuri farmaci molecolari. Tra Stati Uniti e Italia si lavora per mettere a punto nuove classi di farmaci capaci di agire direttamente sui meccanismi che regolano il comportamento delle cellule e che sembrano avere un legame diretto con la malattia. ''E' possibile mettere a punto farmaci capaci di modulare i meccanismi molecolari responsabili dell'ischemia cerebrale'', ha detto Lucio Annunziato, del dipartimento di Neuroscienze dell'universita' di Napoli Federico II, presentando il congresso della Societa' Italiana di Neuroscienze e l'incontro fra neuroscienziati italiani e svedesi, entrambi in programma a Ischia dal primo al 4 ottobre.
Farmaci di questo tipo potrebbero essere disponibili fra una decina di anni e potrebbero rappresentare un passo in avanti decisivo verso la lotta contro la malattia che in Italia e' la terza causa di morte dopo malattie cardiovascolari e tumori e che provoca ogni anno 120.000 nuovi casi (al ritmo di un nuovo caso ogni quattro minuti e mezzo), dall'8 al 12% dei quali mortali, con costi diretti e indiretti (dovuti alla disabilita', valutati in 7.000 milioni di euro l'anno.
Le strutture che controllano il passaggio del calcio nella cellula (canali ionici) e i cosiddetti scambiatori sodio-calcio sono i principali bersagli molecolari della nuova lotta contro l'ictus.
''Il loro funzionamento puo' essere modulato con dei farmaci'', ha osservato Annunziato.
A questo obiettivo sta lavorando, negli Stati Uniti, il gruppo dell'universita' dell'Oregon diretto da Roger Simon, che sta studiando in particolare i canali ionici e le tossine in grado di bloccarli.
In Italia, presso l'universita' Federico II di Napoli, il gruppo di Annunziato sta lavorando sugli scambiatori sodio-calcio. Le ricerche sono condotte su ratti e topi geneticamente modificati in modo da essere privi del gene che controlla questi meccanismi molecolari. ''Abbiamo visto che senza gli scambiatori sodio-calcio l'ischemia peggiora decisamente; se invece il gene viene attivato si ha un effetto protettivo''. Contemporaneamente si stanno facendo ricerche direttamente sul gene che controlla lo scambio sodio-calcio (chiamato NCX1) e si sta cercando di ottenere in laboratorio topi in cui il gene e' particolarmente attivo.

Fonte: AdnKronos (29/09/2005)
Pubblicato in Biochimica e Biologia Cellulare
Tag: ictus, ischemia
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