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Polimeri che imitano i globuli bianchi


Le piccole sferette viaggiano nel flusso sanguigno e aderiscono ai punti desiderati

Secondo uno studio pubblicato sul numero del 23 dicembre della rivista "Proceedings of the National Academy of Sciences", alcuni scienziati hanno sviluppato polimeri biodegradabili che possono mimare la capacità dei globuli bianchi (leucociti) di dirigersi verso le pareti infiammate dei vasi sanguigni. La scoperta potrebbe rappresentare il primo passo verso lo sviluppo di farmaci che sopprimono siti specifici di infiammazione in patologie mediche come artriti, malattie cardiache e malattie infiammatorie intestinali (IBD).
I ricercatori hanno scoperto che sferette biodegradabili ricoperte con molecole che mirano a un obiettivo possono viaggiare attraverso il flusso sanguigno e aderire con efficacia al sito dove il tessuto è infiammato, un sintomo di diverse malattie.
Gli scienziati sono da sempre interessati ai farmaci realizzati con polimeri biodegradabili, perché possono essere preparati con facilità, hanno una lunga vita sugli scaffali e vengono progettati per liberare dosi specifiche di medicamenti.
Quando il corpo soffre per una ferita o un'infezione batterica, i leucociti aderiscono al sito per curare il problema. Nel caso di artrite o di altre patologie, invece, i leucociti si accumulano in un'area dove non sono necessari e causano o peggiorano progressivamente la malattia. Douglas Goetz dell'Università dell'Ohio e colleghi di altre istituzioni hanno studiato se fosse possibile usare particelle biodegradabili per imitare l'attività dei leucociti, viaggiando fino al punto esatto dell'infiammazione e somministrando il trattamento. Le terapie convenzionali, infatti, non sono "mirate": trattano l'infiammazione ma colpiscono anche i tessuti sani.
Gli scienziati hanno scoperto che, in un modello animale, è possibile rivestire una sferetta biodegradabile (fatta di acido polilattico e glicol polietilenico) con la stessa chimica superficiale di un leucocita, ottenendo una particella che aderisce al vaso sanguigno in maniera 100 volte più efficace di altri materiali sperimentati in studi precedenti.

Fonte: Le Scienze (04/01/2004)
Pubblicato in Biochimica e Biologia Cellulare
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