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Un bio-shuttle tutto d'oro

Nanorobot nel flusso sanguigno


Lo scafo viene fatto costruire direttamente dal virus

Una navicella tutta d’oro pilotata da un virus per andare a colpire le malattie. Da giovani, i ricercatori dell’Università del Texas devono essere stati affascinati dal film Viaggio allucinante di Richard Fleischer, ma l’incredibile ibrido che hanno prodotto non è fantascienza. Come riferiscono in un articolo sui Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), pubblicato in anteprima nella versione online, sono riusciti a produrre una sorta di "nanoshuttle" – migliaia di volte più piccolo dello spessore di un capello – in grado di trasportare farmaci sul tessuto bersaglio desiderato. Lo strano veicolo è formato da un minuscolo involucro in oro – un metallo che non provoca reazioni da parte dell’organismo – dotato di una “cabina di pilotaggio” costituita da un batteriofago (un virus che aggredisce solo batteri), ingegnerizzato grazie a tecniche biotecnologiche.
La sua capacità di individuare il bersaglio è legata al modo in cui è stato ingegnerizzato il fago, che contiene un “codice di avviamento” del tessuto di interesse.
In un loro precedente studio, due dei ricercatori, Renata Pasqualini e Wadih Arap, avevano scoperto che il sistema vascolare umano contiene specifici “indirizzi” molecolari che contraddistinguono la localizzazione di un organo o di un tessuto, e che i singoli vasi acquisiscono un indirizzo anomalo negli organi ammalati. Erano così riusciti a ingegnerizzare dei fagi, inserendovi quel codice di avviamento, in modo che raggiungessero proprio il bersaglio desiderato.
Nel frattempo, il terzo firmatario dello studio, Glauco Souza, aveva sviluppato una tecnica che gli permetteva di far inglobare spontaneamente nel capside del virus nanoparticelle di oro. Unendo i loro sforzi i ricercatori hanno potuto così costruire il loro proiettile d’oro che – se i futuri test in vivo saranno positivi – potrà essere utilizzato anche per distruggere termicamente in modo selettivo tessuti tumorali (sfruttando raggi di una opportuna frequenza che interferiscano con il metallo ma non direttamente con i tessuti) o per ottenere immagini molto più precise.

Fonte: Le Scienze (25/01/2006)
Pubblicato in Biotecnologie
Tag: nano, sonda
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