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Ricercatori svedesi sviluppano una nuova arma contro la malaria

Zanzara


Un'équipe di ricercatori dell'Istituto Karolinska (Svezia) ha sviluppato un nuovo farmaco contro la malaria che potrebbe essere impiegato per curare le forme più gravi di questa malattia.

Un'équipe di ricercatori dell'Istituto Karolinska (Svezia) ha sviluppato un nuovo farmaco contro la malaria che potrebbe essere impiegato per curare le forme più gravi di questa malattia.

La malaria è causata da un parassita, il Plasmodium falciparum, trasmesso dalle zanzare del genere Anofele, il quale si introduce nel fegato del corpo ospite, dove rimane per un breve periodo per poi diffondersi e infettare i globuli rossi del sangue.

Di norma, gli eritrociti vengono trasportati nel circolo ematico e raggiungono la milza, che li distrugge. I parassiti arrestano questo processo e fanno sì che gli eritrociti si attacchino ad altri globuli rossi e alle pareti dei vasi sanguigni. Per ottenere questo risultato producono proteine che fuoriescono dalla superficie del globulo e agganciano con recettori altri eritrociti e pareti dei vasi ematici. Immediatamente, aggregati di globuli rossi si moltiplicano e ostruiscono i vasi sanguigni, limitando il flusso al cervello e ad altri organi.

È proprio questa occlusione dei vasi sanguigni che provoca i classici sintomi della malaria perniciosa, tra cui rientrano anemia, problemi respiratori ed encefalopatia.
I ricercatori hanno dedicato molti anni allo studio di eventuali metodi per "scollare" i globuli del sangue infetti in modo che proseguano il percorso per poi venire distrutti dalla milza.

In passato per curare i casi gravi di malaria si somministrava un farmaco anticoagulante, l'eparina, che se per un verso era estremamente efficace in termini di rilascio di cellule ematiche, dall'altro causava anche una serie di gravi effetti collaterali, ad esempio emorragie, motivo per cui l'impiego nelle terapie antimalaria è stato sospeso.

Ora i ricercatori dell'Istituto Karolinska hanno modificato l'eparina per creare un nuovo farmaco, chiamato dGAG (glicosaminoglicano depolimerizzato). I test condotti su ratti e primati hanno evidenziato che l'impiego del dGAG evita che gli eritrociti infetti diventino "appiccicosi" e distruggano i gruppi cellulari esistenti. A differenza dell'eparina, non ha alcun effetto sulla normale coagulazione del sangue.

"Spesso non si è in grado di curare i soggetti affetti da malaria perniciosa", ha affermato il professor Mats Wahlgren, responsabile del gruppo di ricerca. "Abbiamo sviluppato una sostanza che potrebbe aiutare questi pazienti".

Adesso l'équipe spera che l'impiego del nuovo farmaco si dimostri efficace sugli esseri umani come sugli animali.

Secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità, la malaria uccide più di un milione di persone ogni anno, molte delle quali sono bambini.

Fonte: Cordis (05/10/2006)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag: malaria
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