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A Trieste una fucina di ricerca avanzata


Sotto i quarant’anni. In 55 ettari sul carso sono ospitati 75 centri: laboratori e sperimentazione d

Quest'anno si terrà a Bergamo, a settembre, la conferenza mondiale dei Parchi Scientifici, che in Italia sono ben 37. Il più importante a livello internazionale si trova in Friuli Venezia Giulia, e precisamente sul Carso a Trieste. E' l'Area Science Park sorta nel 1982 che con i suoi 3.500 ricercatori e tecnici ha la più alta concentrazione di personale scientificamente qualificato: 37,1 per mille della popolazione attiva sulla regione; nel resto dell'Italia il rapporto è solo del 3,3 per mille, in Giappone il 9,3, negli Stati Uniti l'8,1 e nell'Unione Europea il 5,3. E' un centro "giovane". Il 70 per cento degli addetti scientifici è sotto i 40 anni, il 62 per cento è laureato e il 30 per cento proviene dal resto d’Italia e dall'estero. Il parco scientifico triestino occupa 55 ettari, ma in sostanza è ben più esteso in quanto conta numerosi laboratori all'estero; ad esempio il Centro Internazionale per l'Ingegneria genetica e le biotecnologie (ICGEB) ha laboratori in 47 paesi. L'Area ospita 75 centri di ricerca collegati alle Università di Udine e di Trieste, al Cnr, alla Regione Friuli Venezia Giulia, all'Istituto di fisica nucleare, all'Istituto di fisica teorica Abdus Salam, alla Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa), al Centro di ricerca oncologico di Aviano, al Gruppo farmaceutico Bracco, alle Nazioni Unite. «I settori in cui la ricerca eccelle sono molti - dice Maria Cristina Pedicchio, presidente di Area Science Park (www.area.trieste.it) accogliendo i giornalisti Ugis ad un seminario d'aggiornamento - ma la nostra missione, oltre alla ricerca per la ricerca, è la capacità di generare importanti ricadute industriali, come avviene nella ricerca genomica e postgenomica, che migliorerà la vita dei cittadini con strumenti diagnostici e terapeutici d'avanguardia».
In effetti lo scopo dei parchi scientifici è anche quello di servire da volano all'economia delle regioni che li ospitano, trasferendo le nuove tecnologie e i servizi ad alto valore aggiunto alle aziende locali. Area ha messo a punto un'apposita rete denominata Innovation Network, già usata per la zona di Gorizia nel settore della sedia e quello agroalimentare, mentre a Monfalcone il trasferimento di tecnologie riguarda il settore nautico e stanno vedendo la luce altri sette progetti. La medicina molecolare vede un notevole impegno nello studio della struttura delle proteine e delle malattie tipiche dei paesi poveri (malaria, Aids, tubercolosi). Il laboratorio di neurobiologia molecolare della Sissa, grazie agli sforzi congiunti di un'associazione triestina impegnata nella lotta delle malattie epatiche, della Cassa di Risparmio di Trieste e della Bracco, sta studiando malattie neurodegenerative come il Parkinson e l'Alzheimer, e le basi molecolari del chernittero (grave forma dell'ittero neonatale). Il crescente interesse per le biotecnologie si è concretizzato nel centro di biomedicina molecolare, che sfrutterà i raggi X della macchina Elettra (luce di sincrotrone), per ricavare le proprietà reticolari dei materiali, studiandone le strutture cristalline. Sempre sfruttando la luce di Elettra denominata Syrmep si potranno scovare precocemente i tumori nelle mammelle grandi ed adipose, difficili da penetrare con altri sistemi, e sempre qui si sta realizzando il progetto Fermi@elettra, che produrrà il laser d'ultima generazione a elettroni liberi. Un altro progetto che sfrutta le linee di luce di Elettra è il SuperESCA che, con la tecnica di spettroscopia fotoelettrica, studia la composizione dei materiali. Numerosi sono i laboratori che si occupano di ambiente, soprattutto di quello marino. Tutela e sfruttamento delle risorse marine, studio dell'inquinamento apportato dai grandi fiumi che raccolgono a loro volta l'inquinamento prodotto da numerose città popolose, disinquinamento dei prodotti petroliferi, monitoraggio delle coste e delle acque oceaniche con il rilevamento dell’erosione e delle temperature, studio di energie alternative a partire dalla termodistruzione dei rifiuti solidi urbani con il recupero d'energia (termovalorizzatori, uso di biomasse, sistemi a energia solare e fotovoltaici). Entro il 2010 in Spagna a Contamina avremo la prima città elio-termica costruita con il contributo della Commissione europea su progetto della società Labor.

Fonte: Tutto Scienze (11/02/2004)
Pubblicato in Analisi e Commenti
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