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Distruggere una città intera con una massa di mezzo grammo? Purtroppo, si può

Le leggi di natura non possono in alcun modo essere modificate dall’uomo per evitare una condanna. E così, la famosa equazione di Einstein che equipara massa ed energia per mezzo di una costante (E=mc2) ha condannato a morte migliaia di abitanti di un’intera città: mi riferisco in particolare ad Hiroshima. La bomba che fu sganciata dagli americani sopra il centro della città conteneva una cinquantina di chili di uranio: di questi, solo circa un chilo diede luogo a fissione (il che significa che dall’uranio si generarono nuclei atomici più leggeri), contribuendo a sprigionare il calore tremendo che portò alla fusione delle tegole dei tetti delle case di Hiroshima. Eh sì, è impressionante pensare alle temperature che furono raggiunte quella mattina di agosto del 1945, nel raggio di centinaia di metri dal punto in cui la bomba esplose: provate a fondere una tegola del vostro tetto, se ci riuscite…

L’energia che si nasconde nell’atomo, e quindi nella massa, appare in tutta la sua sconvolgente potenza una volta che si fanno due conticini sulla base dell’equazione einsteiniana, e si scopre che la massa che effettivamente si trasformò in energia nei cieli di Hiroshima fu di circa mezzo grammo. Sì, mezzo grammo.

Ciò vuol dire che l’energia associata alla massa di una pastiglia per la gola è sufficiente a distruggere una città come Milano. E’ chiaro che ai governi ed agli eserciti ciò non poteva bastare: meglio poter sprigionare una quantità di energia distruttiva ancora maggiore, meglio poter distruggere città molto più grandi. E così, fu inventata la bomba-H, un ordigno che usa la fissione come innesco per un processo di fusione atomica. La fusione porta alla formazione di nuclei atomici più pesanti a partire da atomi di idrogeno, ed è il processo che (in natura!) scalda le nostre giornate di sole. Il medesimo processo termonucleare è stato riprodotto e testato con “successo” già negli anni ’60, in un’esplosione spaventosa che i sovietici causarono nei cieli della Nuova Terra (in russo, Novaja Zemlja). Fa impressione vedere la potenza di questa esplosione, immortalata in un filmato d’epoca che potrete trovare qui. La bomba Tsar, questo il nome dell’ordigno, generò in circa un secondo un Nuovo Sole di alcuni chilometri di diametro (si veda il secondo 39 del filmato, e lo slow motion al secondo minuto), che piallò la superficie rocciosa sottostante in modo così efficiente che ancora oggi Google Maps ce ne dà un resoconto ben preciso.

Che dire… di fenomeni astronomici molto più energetici dell’attività solare e stellare ce ne sono a bizzeffe: i lampi gamma, per esempio! Attendiamoci quindi ulteriori miglioramenti nell’arte bellica anche per i secoli a venire…

 

 

 

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Scritto da Pepito Sbazzeguti Pubblicato il 6 febbraio 2012

 

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5 Commenti »

  • pepito sbazzeguti dice:

    Tra l’altro, wikipedia (http://en.wikipedia.org/wiki/Tsar_Bomba) riporta che l’esplosione causò la rottura di vetri su finestre in finlandia e norvegia; se vi siete fatti un giro su google maps come l’articolo suggerisce, avrete senz’altro avuto un’idea della distanza tra il punto dell’esplosione e le coste scandinave. Se fosse esplosa a terra, la bomba avrebbe causato un terremoto del settimo grado Richter, e comunque lo shock sismico causato dalla bomba risultò misurabile addirittura fino al terzo passaggio attorno alla terra… Infine, l’onda d’urto in aria fu osservata addirittura dagli abitanti di Dikson, un villaggio a 700 km dal punto dell’esplosione.

  • vittorio dice:

    sentite quello che dice Vonnegut di Andreij Sacharov (in Cronosisma, mi pare):

    Immaginatevi questo: un tizio realizza una bomba all’idrogeno per un’Unione Sovietica in paranoia, si assicura che funzionerà, e poi si becca il Nobel per la pace! Questo personaggio reale, degno di un racconto di Kilgore Trout, era il fisico Andrej Sacharov.

    Sacharov vinse il Nobel nel 1975, per aver chiesto di interrompere la sperimentazione di armi nucleari. Ovviamente la sua l’aveva già abbondantemente sperimentata. Sua moglie faceva la pediatra! Che tipo di persona può perfezionare una bomba all’idrogeno quando è sposata con una specialista nella tutela della salute dei bambini? Che tipo di pediatra resterebbe al fianco di un compagno che sia andato fuori di testa?
    “Successo niente di interessante oggi, amoruccio?”
    “Sì. La mia bomba farà un figurone. E tu a che punto sei con quel caso di varicella?”

    Nel 1975 Andrej Sacharov era una specie di santo, fatto che oggi, finita la Guerra Fredda, hanno smesso di strombazzare. In Unione Sovietica era considerato un dissidente. Aveva manifestato per la cessazione della sperimentazione e della produzione di armi nucleari, e anche per una maggior libertà al suo popolo. L’avevano cacciato dall’Accademia delle Scienze dell’URSS. Era stato esiliato da Mosca in uno sperduto buco del permafrost.
    Non gli era stato consentito di recarsi a Oslo per ricevere il Nobel per la pace. In sua vece lo ricevette la moglie pediatra, Elena Bonner.
    Ma non sarebbe il momento di chiederci se lei stessa, o qualunque pediatra o medico, meritasse il Nobel per la pace più di chiunque avesse avuto una parte nella realizzazione di una bomba H per qualsiasi nazione del mondo?
    Diritti umani? Esiste qualcosa che più di una bomba H sia indifferente ai diritti di qualunque forma di vita?

    Nel giugno del 1987 a Sacharov venne conferita una laurea ad honorem dallo Staten Island College di New York City. Ancora una volta i suoi governanti non permisero che la ricevesse personalmente. Sicché fu chiesto a me di farlo per conto suo.
    Avrei semplicemente dovuto leggere il messaggio che Sacharov aveva inviato. Il messaggio era il seguente: “Non cedete sull’energia nucleare.” Lo lessi come un robot.
    Fui talmente educato! E questo avveniva un anno dopo la più letale calamità nucleare mai avvenuta su questo folle pianeta, a Chernobil, Ucraina. Per anni e anni nell’Europa settentrionale ci sarebbero stati bambini malati o peggio a causa delle radiazioni. Un sacco di lavoro per i pediatri!
    Decisamente più incoraggiante per me rispetto alla ridicola esortazione di Sacharov fu in quei giorni il comportamento dei pompieri di Schenectady, New York. A Schenectady ci lavoravo. I pompieri scrissero una lettera ai loro colleghi di Chernobil, congratulandosi per il coraggio e la dedizione dimostrati nella loro opera di salvataggio di vite umane.
    Urrà per i pompieri!
    Benché alcuni di loro riescano a essere la feccia della terra nella vita quotidiana, si trasformano in santi nelle emergenze.
    Urrà per i pompieri.

    • nico dice:

      Mah, sinceramente il pezzo di Vonnegut mi sembra un po’ troppo farcito di facile retorica: la parte sul presunto paradosso che la moglie fosse pediatra è un non-sequitur che si poteva proprio evitare ad esempio. E la frase sui pompieri… OK, gli Americani adorano i pompieri (vedi 9/11), che saranno pure degli eroi (anche se sinceramente trovo più “eroiche” altre classi lavorative) ma usarli come mezzo per fare un paragone facilotto con il super-cattivone russo che crea le bombe per attaccare il buon popolo americano? Davvero?

      E’ verissimo, Sacharov ha partecipato agli studi sulla bomba H. In periodo di guerra fredda, in un Paese ed un momento in cui probabilmente non era proprio una brillante idea dire di no (anche se in seguito l’ha fatto) ad un rappresentante del governo che ti chiedeva di smetterla con l’astrofisica e passare allo sviluppo di bombe. Certo, non è una scusante, ma non mi sembra tanto diverso da Oppenheimer o Fermi.

      Ha fatto degli errori, certo, ma non dimentichiamoci che ha anche partecipato alla stesura del trattato sulla messa al bando parziale dei test nucleari e che ha fondato il comitato per i diritti umani nell’URSS. Cosa che un po’ di eroismo l’avrà pur dovuto richiedere. Tra l’altro, contrariamente a quello che dice Vonnegut, il Nobel non lo prese per la proposta del bando dei test, ma proprio per la sua lotta per i diritti umani in Russia (es. contro la pena capitale, la psichiatria punitiva ed altre amenità del genere). Tanto che l’UE ogni anno dà un premio Sacharov per la libertà di pensiero.

      • pepito sbazzeguti dice:

        Vi ringrazio per il dibattito aperto! La cosa singolare è che, per la scrittura di questo articolo, sono stato ispirato proprio dalla morte di Elena Bonner, moglie di Sacharov. Anch’io rimasi colpito dal nobel per la pace assegnato a questo scienziato… ma pensandoci bene, sono giunto a conclusioni analoghe a quelle di nico. E così questo articolo è stato pubblicato con qualche mese di ritardo sulla morte della Bonner, anche per evitare uno “scoop” un po’ ingiusto, dal mio punto di vista. Ma ai lettori di OMG!S!, si sa, non sfugge nulla!