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Il fiore dell’amore non è la rosa, è l’oleandro: lo prova la scienza

fonte immagine: Wikipedia

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Stamattina, mentre percorrevo il mio solito chilometro in salita per arrivare al lavoro, la mia attenzione è stata attratta dai tanti oleandri che incontro lungo il cammino. Pensavo… e se non fossero la rosa e il tulipano il simbolo floreale dell’amore? E se fosse l’oleandro? Più arzigogolavo sull’argomento e più mi convincevo che le caratteristiche del Nerium oleander si adattassero meglio all’amore. Perché?

1. L’oleandro è un sempreverde come dovrebbe essere l’amore (ma si sa… l’amore è eterno finché dura) mentre la rosa e il tulipano non lo sono;
2. ha fiori rossi, viola, rosa, gialli o bianchi come i diversi gradi della passione (e questo è un elemento comune con gli altri due);
3. ha un odore molto più dolce e penetrante come le promesse di eternità (il tulipano è addirittura inodore);
4. ha un seme sormontato da una peluria che gli permette di essere trasportato dal vento anche per lunghe distanze (l’amore abbatte ogni distanza; la rosa si riproduce per talea e il tulipano è un bulbo quindi non si muovono);
5. foglie verdi brillanti come la speranza, dure e lanceolate come le frecce di Eros…

…ed è velenoso in ogni sua parte per dare morte a chiunque lo tocchi. Già, perché l’oleandro è una delle piante più tossiche che si conoscano. Ogni parte della pianta (foglie, corteccia, semi) è tossica e non c’è specia animale in grado di sopportare il suo veleno, così come non esiste animale che sappia resistere al richiamo dell’amore.La rosa non è velenosa (è addirittura edibile) e per quanto riguarda il tulipano solo il bulbo, che può essere scambiato per una cipolla, lo è.Se una parte dell’oleandro è ingerita i sintomi dell’avvelenamento si manifestano subito (Amor che al cor gentile ratto s’apprende…): tachicardia, disturbi gastrici, disturbi sul sistema nervoso centrale (che poi sono gli stessi sintomi che caratterizzano l’innamorato).

E guarda caso l’oleandrina è un glicoside steroideo cardiotossico! Se la formula di struttura che ho trovato è corretta, il glicone è uno zucchero raro e modificato: lo xilosio. Lo xilosio è uno zucchero tipico delle piante legnose ma si ritrova come D(+)-xilosio; nell’oleandrina abbiamo invece un rarissimo caso in cui tutti i centri chirali sono invertiti e abbiamo L(-)-xilosio. Per essere più precisi… 2-desossi-3-metossi-beta-L(-)-xilopiranosil… E cosa fa l’amore se non sovvertire tutti i nostri punti fermi, tutte le nostre certezze e dogmi?
L’aglicone, invece, è uno steroide cardiotossico noto ma anch’esso modificato: il 16-beta-acetil-digitossigenina. E cosa fa l’amore se non aggiungere un “quid”, un acetile, alla nostra vita che non è più la stessa di prima? E pensare che la digitossigenina della Digitalis purpurea è utilizzata nella farmacopea, l’oleandrina no perché ha una farmacodinamica assolutamente imprevedibile (come l’amore…). Bellissimo è anche quel gamma-crotono-lattone sulla posizione 17 (scusate… si parla di amore, ma sempre chimico sono!).

L’oleandro contiene una serie di altri principi tossici, che si conservano anche dopo l’essiccamento o l’incenerimento: la storia racconta di come un intero battaglione napoleonico morì in una notte per aver utilizzato i rami di oleandro per farci spiedini si cui arrostirono la carne. E anche l’amore può covare sotto la cenere per anni e anni e tornare forte e prepotente come il primo giorno (Amor che a nullo amato amar perdona, mi prese di costui piacer sì forte che, come vedi, ancor non mi abbandona…).

Sarebbe estremamente facile e riduttivo, però, relegare l’oleandro a rappresentare solo l’aspetto tragico del legame Eros-Thanatos: anche un amore felice deve necessariamente portare in sé Thanatos (Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto).

Forse la mia lingua (il napoletano) esprime meglio il concetto. Quando uno è al culmine dell’ amore si dice: me ne moro pe tte.

Vi ho convinto? Non lo so, ma io, nel frattempo, sono arrivato al lavoro.

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Scritto da Giuseppe Cardillo Pubblicato il 18 settembre 2013

 

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