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Il Linguaggio scientifico possibile per le giovani generazioni

metodologie per divulgare la scienza
Prof. Stefano Spagnulo

La divulgazione scientifica è l'azione compiuta dall'uomo per trasmettere e far comprendere al pubblico, un preciso messaggio scientifico. Si può dire che sia un arte, e le risultanti, sono vere e proprie opere, ideate, studiate, elaborate e finite.
Un trattato o una esposizione scientifica divulgativa è un mezzo insostituibile e indispensabile a far comprendere il linguaggio scientifico alla gente che non si occupa di scienza, e si tratta nella pratica di tradurre una qualsiasi argomentazione scientifica che sia notizia, approfondimento, lezione teorica e pratica.
Tutto questo è importante, non solo ai fini culturali, ma anche per salvare la vita alla gente poiché tante volte non si conosce una cura o una terapia sperimentale solo perché non è pubblicata su di un quotidiano nazionale o locale, ma solo su riviste specialistiche e non commerciali.
Prendendo in considerazione diversi fatti che si stanno verificando in questo periodo, possiamo intendere quanto stia divenendo indispensabile e unico il lavoro del divulgatore scientifico.

Prendendo in considerazione i luoghi comuni dove si pratica la divulgazione scientifica e analizzandoli uno per uno ci rendiamo conto che i fattori che ruotano intorno a questo lavoro siano diversi a seconda di come cambia l'ambiente.
L'editoria è un primo esempio che possiamo citare, campo in cui prevale la legge del profitto e del guadagno. Un grande filosofo diceva che la penna del giornalista è più potente di qualsiasi spada. Purtroppo bisogna anche ammettere, ed è ora che i giornalisti lo comincino a fare sul serio, che la spada del giornalista in questo ultimo periodo si sta facendo manipolare troppo dal commercio. Viene pubblicato solo quello che si vende. In poche parole se un giornalista deve fare un servizio di cronaca nera su di un soggetto che sta per suicidarsi gettandosi da un palazzo, il suicida non diviene di suo interesse fino a quando non si butta.
Bisogna anche ammettere che questo fenomeno è dovuto ad una mancanza di tutela che hanno le istituzioni politiche sul giornalismo, quindi è puramente normale che il movimento diviene commerciale se non è tutelato da una forza politica ed economica stabile. Purtroppo nel nostro paese succede in tutti i campi tranne che nel mondo del calcio e della politica.
Prendendo in considerazione il mondo dell'Istruzione, le statistiche parlano chiaro: il nostro paese ha tanti cervelli in minoranza e tanti studenti poco meritevoli che non si sentono stimolati nello studio. Per non parlare delle nostre università e del futuro che queste possono creare allo studente.
Ci si laurea poco in matematica e in fisica, la biologia non si studia perché troppo generica e non specialistica, i cervelli scappano via dal nostro paese.
Da questi argomenti non concepiamo nulla di positivo eppure se in ognuno osserviamo cosa fa la divulgazione scientifica ci sbalordiremmo.
Riguardo l'editoria scientifica, l'ambiente sta vivendo un vero e proprio periodo di stallo. Notiamo una massimo due testate bimestrali in edicola che trattano della divulgazione scientifica professionale. Si vende poco poiché non si scrive con le spade ma con le scoperte.
Riguardo la scuola, si sta denunciando il basso stimolo nello studiare le materie scientifiche prima di tutto perché i docenti non stanno ridimensionando il loro modo di fare lezione. Lezioni frontali in classe, poche esperienze pratiche e il messaggio su quello che si può sviluppare nella vita facendo matematica o chimica o non si conosce o non si ha il tempo di trasmetterlo allo studente.
Chi scrive è un divulgatore che fino a questo momento ha lavorato nella istituzione scolastica media inferiore, ambiente dove oggi si riscontrano in tutta la nostra nazione più barbarie sia da parte degli alunni, nella maggior parte dei casi, sia da parte dei professori, e naturalmente i giornalisti con la spada stanno con i fari accesi e puntati per scorgere l'eventuale spunto commerciale.
La scuola media inferiore è l'ambiente che deve essere portato con maggiore impegno ad un ridimensionamento di divulgazione scientifica.
Se si integrano con costanza le lezioni pratiche di laboratorio nella settimana scolastica, e se queste vengono strutturate con degli esperimenti nuovi e stupefacenti lo studente viene ad essere attratto da queste attività. In più se si riescono più ad integrare nelle classi i docenti giovani lo studente vede il suo insegnante come un personaggio con cui condividere un percorso al posto di un conflitto.
Il fattore più delicato però che si deve rispettare in tutti gli ambienti è il linguaggio. Che tipo di linguaggio si deve assumere per stimolare o accompagnare un esperiemento?
Si deve attuare il linguaggio scientifico possibile: Stimolare lo studente facendo comprendere con mezzi a nostra ideazione e disposizione, i concetti chiave di una certa argomentazione; approfondire gli stessi concetti verificandoli in un esperimento che porti la classe o gruppo di studio a far lavorare lo studente o gruppi di studenti. Seguire il lavoro negli istanti della realizzazione. Comprendere i volti e le sensazioni che stanno provando gli studenti in quel momento. Una volta compreso cosa ha interessato o stupito lo studente, si fa ripetere l'argomento e gli si propone con simpatiche interviste una sua considerazione. Provateci!

Le Regole d'Oro della buona Divulgazione Scientifica.*/**

1. Identifica uno (massimo due) messaggi-chiave che vuoi fare arrivare.
Lo so, vorreste trasmettere a tutti le tante implicazioni della vostra ricerca, e quasi sempre gli aspetti da approfondire sono tanti. Ma devi concentrarti sul messaggio che ti interessa di più, e che può interessare di più il tuo "pubblico"
2. Chiediti se la tua storia ha un taglio interessante per qualcuno.
Sembra una domanda inutile, quasi offensiva. E' il tuo lavoro, quello che ti appassiona, quello per cui hai lasciato casa/moglie/marito/gatto al loro destino. Certo che è interessante. Ma lo è anche per chi ti ascolta/legge? Anche se fai ricerca di base , anche se non stai scoprendo la cura del cancro o i viaggi nel tempo, il tuo lavoro ha probabilmente qualche aspetto o prospettiva interessante anche per chi non lavora nel tuo campo. Cercala, non te ne pentirai.
3. Segui la regola d'oro del giornalismo: le informazioni essenziali prima, i dettagli di seguito (regola della piramide invertita).
Hai presente lo schema dell'articolo scientifico: introduzione, materiali e metodi, risultati, conclusione? Ecco, devi fare tutto il contrario. Si fa prima a farlo che a spiegarlo. Nei miei workshops lo facciamo.
4. Utilizza le metafore e le analogie con la vita di tutti i giorni, ma non abusarne.
D'accordo, i mitocondri sono la centrale energetica della cellula, ma attento a non andare troppo lontano con le metafore, altrimenti chi ti ascolta penserà che lavori all'ENEL
5. Identifica la tua audience e mettiti allo stesso livello. Incoraggia la discussione.
Fallo sul serio.
6. Elimina tutti i dati superflui
Mostrare i dati è un deformazione tipica dello scienziato. I tuoi colleghi vogliono vedere i dati (giustamente). Il pubblico si fida di te: lascia stare i dettagli sperimentali e concentrati sui risultati. Non hai bisogno di far vedere le tue deviazioni standard per convincerlo.
7. Tieni conto dello spazio e del tempo a disposizione
Per quanto Einstein potrebbe avere da ridire, un'intervista di tre minuti dura tre minuti. Un seminario di un'ora deve durare un'ora, un pezzo che deve stare su mille battute non si allunga per miracolo. Se il giornale va in stampa domani, non fermeranno le rotative per te. Informati sui limiti di tempo e di spazio e i tempi e rispettali. Se devi apparire alla radio o alla televisione sii conciso e non partire per voli pindarici, altrimenti verrai interrotto.
8. Spiega mostrando, e non mostrare senza spiegare
Una bella immagine vale più di mille parole. Ma non è vero che parla da sola. Fai vedere quello che racconti, ma ricordanti anche di spiegare quello che fai vedere. Sembra lapalissiano, ma se tutti lo facessero non starei a raccomandarlo.
9. Non banalizzare troppo
Sembra strano, ma è così. Nella foga di semplificare i concetti, si rischia di banalizzarli. Se hai identificato un messaggio, semplifica ma fallo passare.
10. Comportati da fonte autorevole e affidabile
Non tirare troppo l'acqua al tuo mulino, sii obbiettivo/a e dai credito ai tuoi colleghi. Se ci sono altre opinioni scientificamente valide oltre alla tua, parlane. Se non sei l'unico ad avere pubblicato quel tale risultato, non fare credere il contrario. Non cedere alla tentazione di fare il tuttologo scientifico (ne conosci qualcuno anche tu eh?), ma non tirarti indietro a priori. Ricorda che se vieni sollecitato a commentare su argomenti di cui non sei esperto, spesso puoi portare comunque il tuo contributo critico di "scienziato": il tale risultato è stato pubblicato? Il tale centro è conosciuto?
11. Cerca di usare i verbi attivi
"The cells were harvested... the current was measured..." nello stile della letteratura scientifica il verbo attivo praticamente non esiste. Lo stile riflette impersonalità ed imparzialità, caratteristiche positive nella ricerca. Ma quando parli con la gente, sei tu che hai raccolto le cellule e misurato la corrente. Hai mai sentito l'idraulico dire che la valvola del frigorifero è stata cambiata? Usa i verbi attivi e basta.
12. Utilizza qualsiasi mezzo per arrivare a far comprendere un argomento.
Per spiegare la fotosintesi clorofilliana ad esempio si possono realizzare dei fumetti tra le cellule oppure delle operette teatrali in classe. Uno studente potrebbe interpretare la parte del cloroplasto, un altro del vacuolo e un altro ancora della parete cellulare.
Possiamo ammettere che il laboratorio scientifico sia un fattore di grande stimolo allo studio della scienza. Da anni gli studenti, e non solo i più meritevoli, si appassionano allo studio delle scienze, capiscono il senso e lo scopo della ricerca e costruiscono una prima maturità didattica per il proseguimento degli studi.
Se si potessero pubblicare tutti i lavori dei progetti sperimentali (PON, SeT, ecc.) che mirano a migliorare le strutture e i fondi comprenderemmo quanto sia fondamentale l'attività di laboratorio proposta da chi ha a cuore trasmettere il linguaggio scientifico. Vera forza stimolante, non governata da nessun interesse economico.

*Note personali
Le buone regole della divulgazione scientifica, sono state estrapolate dal sito del grande divulgatore Sergio Pistoi. **La 12ima regola è stata introdotta dall'Autore.

 


 
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