La cannella alleata dei diabetici
Si e’ scoperto che mezzo cucchiaino al giorno e’ sufficiente per ridurre nel sangue gli zuccheri (pe
Mezzo cucchiaino di cannella al giorno è sufficiente per ridurre la quantità di zuccheri nel sangue di chi soffre di diabete di tipo 2, di colesterolo e trigliceridi. La scoperta - pubblicata sull’autorevole «Diabetes Care» - l’ha fatta in modo quasi casuale Richard Anderson, uno scienziato statunitense del US Department of agriculture's human nutrition research center di Beltsville (Maryland) mentre stava studiando gli effetti del cibo comune sui livelli dello zucchero nel sangue. Ci si aspettava che i pazienti diabetici ai quali era stata somministrata la torta di mele, l'«apple pie», uno dei piatti preferiti dagli americani che ha tra gli ingredienti la cannella, avessero una impennata del glucosio, invece proprio questa spezia lo teneva a bada. Una sostanza contenuta nella cannella, un polifenolo MHCP, solubile in acqua, attiva i recettori dell’insulina e lavora in sinergia con questo ormone nelle cellule che si occupano di bruciare o metabolizzare il glucosio. Per sperimentarne il funzionamento si sono fatti test di laboratorio ed esperimenti in Pakistan con volontari affetti da diabete di tipo 2. Una somministrazione di 2 -3 grammi al giorno di cannella in polvere dopo i pasti in poche settimane riduceva il livello di zucchero nel sangue del 20 per cento rispetto ai pazienti del gruppo controllo. Inoltre la cannella aveva un ulteriore effetto benefico, abbassando il livello di colesterolo cattivo e i trigliceridi nel sangue. «Non suggerisco - ha dichiarato Anderson - di mangiare quantità maggiori di torta alle mele o panini alla cannella, ma soltanto di aggiungere la spezia in polvere a ciò che si mangia normalmente».
La cannella, Cynnamomum zeylanicum, fa parte delle Lauracee, famiglia a cui appartiene l’alloro, largamente usato in cucina e per formare siepi in giardino. E' un albero alto una decina di metri, con foglie persistenti, coriacee, percorse da 3-5 grandi nervature, coltivato in Sri Lanka, in India, a Giava, in Brasile. La cannella è la corteccia dei rami di circa tre anni di età che si arrotola per effetto dell'essiccazione. E' molto sottile, quindi assai fragile, ha una superficie liscia e colore più scuro nella parte interna. Fin dall'antichità la cannella di Sri Lanka è stata la più amata, definita «la bella cannella», a differenza delle altre dette «cannelle tristi», in quanto possiede un elevato titolo in olio essenziale, odore e sapore particolari. Le ragioni delle preferenze accordate alla cannella di Sri Lanka non sono soltanto di natura chimica, ma derivano anche dal modo in cui il prodotto è posto in vendita: del tutto privo sia all'esterno della corteccia, sia all'interno di ogni altra parte vegetale (cuticola, sughero, porzioni del cilindro legnoso sottostante la corteccia). E' dimostrato sperimentalmente che le migliori produzioni si ottengono da terreni sabbioso-silicei, alluvionali, posti in vicinanza del mare, in presenza di piogge modeste. Se queste ultime sono elevate si verifica una modificazione sostanziale dei principi essenziali, dell'odore, del sapore e dell'aroma. Inoltre, la qualità migliore di cannella si ottiene da piante ben esposte al sole e ben concimate. La raccolta dei fusti da cui ottenere la corteccia viene effettuata quando la pianta è in linfa. Si recidono ed eliminano dapprima foglie e rametti utilizzati nelle distillerie per ottenere una essenza, quindi si pratica una raschiatura iniziale per togliere lo strato esterno suberoso. In seguito si praticano incisioni trasversali in corrispondenza dei nodi ed una longitudinale, battendo i fusti con un apposito strumento si pratica il distacco della corteccia liberandola dal cilindro centrale. Si tolgono tutti i residui del cambio rimasti aderenti alla corteccia. Si infilano poi i diversi cilindri corticali aventi l'aspetto di cannelli aperti per il lungo l'uno nell'altro. Si ammucchiano e si fanno leggermente fermentare, in modo da facilitare un ulteriore raschiamento per potere eliminare completamente ogni ulteriore residuo dello strato suberoso e il parenchima sottostante alla corteccia fino al libro. Un'altra specie del genere Cynnamomum, il C. camphora, è un albero bellissimo, solitamente maestoso, sempreverde con grandi foglie spesse e coriacee che, se stropicciate, emettono il tipico aroma della canfora. Esemplari pregevoli si possono ammirare tra l'altro nei giardini del Lago Maggiore, a Villa Durazzo Pallavicini (Pegli) e nel Biellese, a Sordevolo, presso l'affascinante Villa Cernigliaro. [TSCOPY](*)Università di Torino
Fonte: (22/07/2004)
Pubblicato in Medicina e Salute
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