Il problema della ricerca in Italia
(riforma Moratti)
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I fatti:
L'Osservatorio
sulla Ricerca, dopo avere atteso qualche giorno utile che i
rappresentanti politici del Paese manifestassero un'opinione sulle
affermazioni
ingiuriose della signora Moratti verso la comunità scientifica
riferite dalla stampa quotidiana di sabato 5 aprile, affermazioni
non smentite che dovrebbero suscitare sdegno al di sopra delle parti,
ritengono opportuno rivolgersi ai mezzi di comunicazione con una
richiesta di dimissioni del Ministro che così inopportunamente
ha dimostrato la sua incompetenza circa il settore che amministra.
La dichiarazione è qui di seguito riportata:
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A fronte di un lungo e severo lavoro della comunità scientifica
nazionale per dimostrare in maniera rigorosa gli effetti nefasti
dei decreti governativi di riordino
di alcuni Enti Pubblici di Ricerca, in primis il CNR, il Ministro
Moratti ha tentato di liquidare e zittire i "dissidenti"
con esternazioni scomposte ed ingiuriose.
Sostenere che gli scienziati che hanno protestato di fronte a Montecitorio
lo scorso 12 febbraio (tra loro Enrico Alleva, Carlo Bernardini,
Marcello Buiatti, Angioletta Coradini, Margherita Hack, Francesco
Lenci, Alberto Oliverio, Franco Pacini, Giorgio Parisi, Giorgio
Salvini) "probabilmente ... non hanno fatto scoperte"
è, al di là della pesante caduta di stile, sintomo
di profonda ignoranza sulla produttività della comunità
scientifica italiana che proprio il Ministro dell'Università
e della Ricerca Scientifica dovrebbe conoscere e apprezzare.
La manifestazione
del 12 febbraio ha rappresentato l'epilogo di una lunga battaglia
in cui la comunità scientifica raccolta attorno all'Osservatorio
sulla ricerca ha tentato di aprire un dialogo con il ministero
sui decreti di riforma di alcuni enti di ricerca, chiedendo il proprio
essenziale coinvolgimento. Le reiterate richieste di consultazione
e dialogo sono state disattese, e questo nonostante lo stesso Ministro
avesse pubblicamente preso l'impegno di incontrare l'Osservatorio.
Si è arrivati alla manifestazione
del 12 solo dopo che il Governo aveva approvato quei decreti
in "prima lettura" il 31
gennaio, prospettando una riduzione fortissima dell'autonomia
della ricerca e rischi di penetrazione politica fino ai livelli
più bassi della gestione della ricerca. La manifestazione
del 12 era accompagnata da un appello al Presidente della Repubblica
che ha raccolto quasi 10000 firme in pochi giorni utili.
L'Osservatorio sulla ricerca ha organizzato lo scorso
1 aprile un convegno dal titolo "Un
passato da salvare, la ricerca di base in Italia nel '900".
Sarebbe stato molto utile per il Ministro assistere a questo convegno
cui l'avevamo invitata. Avrebbe apprezzato il senso moderno ed internazionale
del concetto di scoperta e/o invenzione (che non è il concetto
superficiale e semplicistico che probabilmente ha in mente) e avrebbe
valutato l'altissimo valore della ricerca
italiana e degli scienziati di questo paese anche nel suo significato
collettivo. Avrebbe così probabilmente evitato di farci assistere
allo spettacolo di un Ministro che piuttosto che incontrare e comprendere
le ragioni della protesta di tanta parte degli scienziati e ricercatori
italiani, come suo dovere istituzionale sarebbe, li oltraggia e
li denigra pubblicamente, senza nemmeno preoccuparsi di sapere chi
sono quelli che "non hanno inventato né scoperto niente"
(siamo disposti ad inviare tutti i circa 10.000 nomi che hanno sottoscritto
l'appello ed eventualmente a chiedere a questi ricercatori e scienziati
di inviare anche i curricula) e preferendo riecheggiare pedissequamente
ed acriticamente uno sproloquio che
c'è ben noto.
Un Ministro che si comporta in questo modo dovrebbe
dimettersi. Purtroppo la nostra classe politica non è usa,
come invece le classi politiche di altri paesi di grandi tradizioni
democratiche, a questa prassi che è l'indice del senso di
responsabilità nei confronti dei cittadini del nostro Paese.
Il rigore che da tempo esiste nell'applicazione delle regole di
valutazione nella comunità scientifica dovrebbe applicarsi
alla valutazione delle conoscenze e dell'operato del Ministro dell'università
e della ricerca scientifica. Oggi il Ministro, con le sue dichiarazioni,
conferma almeno la sua inadeguata conoscenza del mondo della ricerca
e del sapere del nostro Paese. Le invieremo gli atti del convegno
auspicando che siano un utile strumento per permetterle, se conserverà
l'incarico, di meglio operare nel futuro.
La mia opinione:
Sul fatto che ci dovrebbe essere una migliore razionalizazzione
dei fondi, e riorganizazzioni di alcuni enti, non c'è dubbio,
e seppure un po' di caga qualche professorone ce l'avrà,
non
si può smantellare un istituto come INFN. E questo è
parere di tutti, e per non far pensare ad un facile discorso di
tipo "siamo comunisti, e quindi ostruzionisti" (come la
sinistra ci ha dato e ci sta dando esempio..), l'Osservatorio
per la Ricerca nasce con questa finalità, per creare
proposte e informazioni al riguardo. Se poi il ministro Moratti
non viene, e nemmeno un suo rappresentate, bhè allora..
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