Più o meno com'era l'umanità dai 20 ai 50 mila anni fa, quando una mutazione genetica ha cominciato improvvisamente a farsi strada tra le popolazioni nordiche che dovevano scendere nelle parti più calde del pianeta.
In quel periodo, un gene umano che oggi chiamiamo con il nome di MC1R, presente anche nelle pantere ed è responsabile del colore nero del mantello, ha cominciato a fare le bizze ed ha perso parte del suo dna in modo tale che il colore dei capelli non fosse più biondo ma rosso, a causa di una maggior presenza di ferro nella proteina responsabile del colore. In questo caso, si parla di variante ipofunzionale di MC1R che, a quei tempi era un vantaggio per le popolazioni del nord che volevano emigrare in località più tropicali e quindi maggiormente esposte al sole.
Infatti, l'eritrismo è solitamente associato a un'altra caratteristica, questa volta legata allla pelle, e si chiama rutilismo, nient'altro che una concentrazione anomala di un tipo particolare di melanina, chiamato anche feumelanina. Secondo questa teoria, coloro che possedevano questa mutazione erano avvantaggiati rispetto agli individui biondi e dalla pelle completamente chiara. E sarebbe questo il motivo per cui non esistono varianti genetiche che portano all'eritrismo tra le popolazioni gialle e africane, mentre sono presenti in percentuale molto maggiore in Irlanda e in Scozia. (..)VANTAGGI E SVANTAGGI GENETICI - La rivista ricorda che il gene dei capelli rossi è comparso come mutazione nel Nord Europa alcune migliaia di anni fa e inizialmente servì a compensare e aumentare la capacità dell'organismo di produrre vitamina D dalla luce solare.

Altri genetisti ritengono che la causa dell'esistenza dei rossi sia un'altra, legata alla discendenza diretta di antenati di una varietà maglemodiana del ceppo cromagnon, provenienti dall'asia e instauratisi in europa circa 20-30 mila anni fa.