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Romeo Lucioni

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Inserito il 17/02/2005   Segnala contenuto non adatto   Rispondi Quotando  Nuovo Commento 
Re: Sogno, funzione e interpretazione

A volte sembra quasi incredibile dover constatare quanto tardino a diffondersi, ancor oggi, le rilevanze degli studi scientifici. Poco tempo fa, leggendo le schede che vengono pubblicate nel 2005 per la scuola, ho dovuto constatare che ancora non parlano si “sonno REM” e della rivoluzione che questa scoperta ha indotto in tutto il sapere psico-neuro-biologico.
Mi sorprendo ancora come ci siano delle scuole di pensiero abbarbicate a quanto ha scritto o detto il loro maestro magari cento e più anni fa, senza tenere in conto le nozioni che quotidianamente vengono pubblicate e che, per onestà mentale e culturale, dovrebbero essere prese in considerazione per “andare avanti” posando, però, i piedi in terra.
Quando leggo certe elucubrazioni mentali mi ritorna l’immagine della servetta di Talete e cerco di afferrarmi ancor più alle evidenze scientifiche serie, che si basano sulle osservazioni e sulle valutazioni dei risultati.
Per arrivare allo scritto che sto leggendo, mi sorprende che con un semplice colpo di spugna si cerchi di cancellare il sonno REM, la fasicità del sonno e tutte le letture sulla biologia del ritmo nictemerale.
Il significato dei sogni non è ancora per nulla chiaro, soprattutto perché ormai è accertato che ce ne sono di due tipi. Quale dei due sarà più utile per dare delle interpretazioni psicoanalitiche? Quali sono quelli che servono per il “… ripristino degli indici referenziali”?
Lavoro con bambini autistici e mi chiedo spesso quali saranno i contenuti dei loro sogni ed anche se, in realtà, sognino o No.
A volte sembra che comincino a sognare dopo qualche anno di psicoterapia (improvvisamente arrivano dicendo “questa notte ho sognato”) e per questo mi sono chiesto se la comparsa del sogno e del ricordo del sognare sia un segno di vero miglioramento, un indice per farci pensare che “sta uscendo dal tunnel”.
Mi chiedo se il sogni (quale non so!) non rappresenti il recupero di una attività psico-mentale inconscia necessaria per strutturare la mente nei suoi parametri emotivi, affettivi e cognitivi.
Mi spaventano i misteri che ancora ci sovrastano e questo anche quando penso alla dominanza emisferica. Certamente la PET ci aiuterà a scoprire molte cose (e mi spiace di non poter utilizzare personalmente questo spettacolare metodo di ricerca), ma mi ricordo come i miei primi studi sull’EEG avevano messo in evidenza come la cosiddetta dominanza deriva da una lettura delle oscillazioni più che da un vero processo. Purtroppo non ho più potuto seguire questi studi, ma da loro ho appreso che il cervello nella sua totalità pulsa elettricamente e che le variazioni EEG forse devono essere messe in relazione con lievi modificazioni del funzionamento che richiedono ancora studio ed applicazioni.
Chiudo questa simpatica polemica ricordando a me stesso, che da neurofisiologi sono diventato psicoanalista, quanto stia modulandosi il mio pensare scientifico da quando ha dovuto prendere in esame i lavori più recenti sulle modificazioni genetiche o, meglio, sulla complessità del nostro patrimonio genetico che può modificarsi e cambiare le sue indicazioni anche sotto l’input di un trauma o di una situazione fortemente drammatica.


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