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Giovanni

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Cellule anticancro


CELLULE ANTICANCRO
Ricavati dalle cellule staminali, i linfociti T ricostruiscono le difese devastate dalla chemioterapia

Ricercatori canadesi hanno sviluppato un nuovo metodo per produrre in laboratorio, ed in modo illimitato, cellule immunitarie.
Si tratta di un risultato molto importante, che in futuro potrà essere molto utile nel trattamento di un gran numero di patologie, dal cancro all'Aids.
A condurre lo studio è stato un team dell'Università di Toronto.
Più in particolare, le cellule prodotte da questi ricercatori sono linfociti T, e cioè i principali "soldati" a disposizione del nostro sistema immunitario: la loro funzione principale consiste nel pattugliare il nostro organismo e distruggere qualunque tipo di agente infettivo.
Purtroppo però l'efficienza e la stessa sopravvivenza dei linfociti T viene messa a repentaglio da un gran numero di fattori diversi, sia patogena (come l'Aids, che colpisce per l'appunto le nostre difese immunitarie) che medica (ad esempio la chemioterapia e la radioterapia).
Gli studiosi canadesi hanno utilizzato per il loro esperimento delle staminali embrionali prelevate da alcune cavie: queste ultime sono cellule ancora indifferenziate, e che possono quindi trasformarsi in qualunque altro tipo di tessuto; molti ricercatori sono riusciti a ricavare dalle staminali tessuto osseo e muscolare, ma questa è la prima volta che vengono prodotte in coltura cellule immunitarie.
Il team di ricercatori dell'Università di Toronto è riuscito ad identificare una molecola, la DL1, che gioca un ruolo essenziale nella produzione di linfociti T: dopo aver effettuato questa scoperta gli scienziati hanno manipolato geneticamente delle cellule di topo adulte, obbligandole a produrre grosse quantità di DL1.
Fatto ciò i canadesi hanno "innaffiato" con questa molecola le staminali da loro raccolte in precedenza, obbligandole a trasformarsi in linfociti T immaturi.
Una volta impiantati in cavie prive di sistema immunitario, i linfociti T immaturi appena ottenuti si sono trasformati in cellule immunitarie mature, aiutando così i topi a combattere le infezioni.
Il risultato ottenuto dal team di Toronto è assolutamente preliminare, ma lascia già intravedere un gran numero di applicazioni in ambito medico e terapeutico.
Proprio per il fatto che i linfociti prodotti con questo sistema sono privi delle caratteristiche molecole di superficie che spingono l'organismo ricevente a innescare una reazione di rigetto, questi linfociti potrebbero essere utilizzati non solo per rinforzare il sistema immunitario dei malati di Aids e dei pazienti oncologici, ma anche per curare (o alleviare) molte patologie del sistema immunitario senza ricorrere al trapianto di midollo (che richiede necessariamente un donatore compatibile).


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