Diario personale di un piccolo scienziato pazzo
 
Riccardo - atreliu pazzo
This work is licensed under a Creative Commons License
This page is powered by Blogger. Isn't yours?Tecnorati ProfileBlog SharesListed on BlogwiseTecnorati Cosmos
Archivio:
Rivanga nel mio passato:





lunedì, ottobre 27, 2003

Sabato sera, ero a casa di Sara. Ha sentito il cuggino, Matteo, che vive in Ligura (Spezia), e tra un furbata ipotizzata (comprare il biglietto del treno, al 50% con la SUA carta amico..), ed una battuta, si è deciso che il giorno dopo saremo andati giù (giù a sinistra, per la precisione).
Dormitina a casa di Sara, perchè alle 5.30 ci si sveglia per prendere il treno in Centrale alle 7.05 (salvo un ritardo di 10 minuti..).
Viaggio andato tranquillamente, e piacere ha poi fatto rivedere Matteo, dopo tempo che non ci si vedeva.
A Spezia mi hanno portato a vedere il porto le navi da guerra e la bellissima Amerigo Vespucci, una nave a tre alberi meravigliosa.
Arrivati a Portovenere, ho notato questa vegetazione così presente tra queste case che tutte si affacciavano sul mare bellissimo.
Abbiamo trovato un parcheggio (con poca fatica, tutto sommato), e dopo aver visto un gatto che dormiva bellamente sul tettuccio di una macchina nera parcheggiata davanti a noi, abbiamo proseguito sul lungo mare.
Faceva freddino, ed il cielo era uggioso... il mare era verdastro, di un verde acqua scuro: mai visto un mare di quel colore.
Ci siamo incamminati vedondo delle bellissime palazzine multicolori (caldi colori, il rosso il giallo, e l'ocra, in contrasto con il cielo grigio ed il mare verde-azzurro), per infilarci in una stretta viuzza (carrugio), con panni stesi sulle nostre teste che ricordavano tempi di paese.
Ci siamo avvicinati però, ad uno scorcio molto bello che permetteva di vedere il golfo da una parte e davanti a noi l'isola Palmaria. Ma sul nostro lato avevamo La meravigliosa chiesa in pietra di S. Pietro che si affacciava prepotentemente sul mare. Ma il vero spettacolo stava non dalla parte in cui ero io, ma dagli scorci permessi da un balconcino ed un tettuccio della chiesa, dai quali era possibile avere un mare verde - azzurro che si baciava con il cielo così nuvoloso, per tre quarti del campo visivo. Era anche possibile vedere sul fianco, la nuda e dura costa dai colori rossastri e viola che affondava la loro verticalità in un mare quieto.
Spettacoli meravigliosi, che le foto non rendono giustizia, e al quale invito tutti ad andare di persona, per godere delle meravigle di madre natura (che pensierosa guarda alla sua creazione, in una feconda statua di donna seduta).
Dopo aver pranzato con la farinata, focaccie a cipolla e stracchino, al pesto, ed un gelato (con gusti quali portovenere -cioccolato + cocco- e cinqueterre -cioccolato + menta-), ci si è spostati a Lerici.
Per il parcheggio abbiamo avuto qualche difficoltà in più, e vicino a noi c'era anche questa volta la presenza di un gatto, ma misteriosamente e dolorosamente incastrato all'interno di un cofano di una Panda (un fatto assurdo...), ma che per evitare brutte sorprese abbiamo voluto segnalare al guidatore che verrà con un foglio incastrato sul parabrezza. Abbiamo fatto un giro più corto, vedendo di sfuggita il castello e la costa. Ma data la pioggia che stava cadendo leggermente ci siamo rifugiati a prenderci una cioccolata (io), un succo di frutta (Matteo), e latte macchiato per Sara. Successivamente siamo stati accompagnati alla stazione: ore 18.05 c'era il treno per portarci a casa (ore 21.50 in Garibaldi).
Una giornata davvero molto bella, soprattutto per spettacoli meravigliosi generosamente offerti dalla Natura.


0 Commenti:

Commenta