Diario personale di un piccolo scienziato pazzo
 
Riccardo - atreliu pazzo
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giovedì, novembre 20, 2003

Lidia RaveraLIDIA RAVERA SULL'UNITÀ: GAY, SARAI INFELICE
Nella rubrica "Dì qualcosa di sinistra" la scrittrice Lidia Ravera prende posizione a favore del matrimonio fra omosessuali
giovedì 20 novembre 2003 , di L'Unità
Due uomini, due donne, vogliono formalizzare la loro unione, dare continuità al loro legame affettivo, poter garantire all’altro, se uno dei due muore, di restare ad abitare la casa, vuole potergliela lasciare, se è sua, senza che si avventino sul bene gli eredi diretti. È normale, è l’aspetto burocratico dell’amore. Ci si sceglie e si sente il bisogno di darsi qualcosa di stabile, di trasformare piacere e affinità, in solidarietà e protezione reciproca. Nello stato del Massachusetts, in Nord America, la Corte Suprema ha accolto l¹istanza di tante coppie gay che chiedevano di essere equiparate alle coppie normali, dichiarando che vietare i matrimoni fra persone dello stesso sesso è anticostituzionale. I gay si potranno sposare e il loro matrimonio non sarà diverso da quello degli altri. È insorto il paladino della buona condotta, il maestro d’odio e fallico esportatore di democrazia armata: George Doppio Vu Bush. Eh no, cari miei, ha detto, sventolando la suamanina estenuata dai saluti alle telecamere, il matrimonio è «un atto sacro tra un uomo e una donna». Tutti gli altri, omosessuali e simili minoranze viziose, stiano soli, si arrangino con la vita e non si facciano notare. Hanno applaudito i Repubblicani da parata, quelli che difendono «i valori» purchè siano i loro, ben incistati nel retrobottega delle loro anime stente, chiuse, allergiche ad ogni evoluzione del costume, ad ogni dubbio etico, ad ogni tentata tolleranza . Applaudiranno, da noi, i meno morbidi, quelli che a svecchiare le regole hanno paura di perdere la bussola, perché non le hanno mai davvero introiettate, le hanno soltanto portate a memoria. Che motivo c’è per non consentire agli omosessuali di sposarsi? Parlo di un motivo vero, non del catalogo delle buone maniere di Nonna Papera. Parlo di amore, di affetto, di dedizione, di patto d¹alleanza fra uguali, di desiderio di costruire insieme un piccolo nucleo che aiuti a affrontare le mille prove di vite sempre più lunghe e psicologicamente destabilizzate, parlo di aiuto materiale e sostegno morale, di convivenza e amicizia, di mutui e rate. Che motivo c’è, che giustifica il rifiuto, da parte della collettività, di accettare che esistano uomini che preferiscono fisicamente ed emotivamente altri uomini e donne che preferiscono fisicamente e emotivamente altre donne? Qual è l’interdetto? A chi fanno del male? A quali interessi nuocciono? Quelli della riproduzione della stirpe? Ma ve la sentite davvero di condannare all’infelicità o alla precarietà esseri umani come voi in nome di una modalità della natura che è stata già messa in crisi, ipoteticamente superata, e decretata biotecnologicamente aggirabile? Sarà la coscienza delle nuove coppie a interrogarsi sull’opportunità, sulla difficoltà, di crescere dei bambini con genitori «diversi», non può, lo Stato, delegittimare l’amore, imporre argini alle scelte personali, legiferare sul privato. Lo Stato siamo Noi, sono i cittadini, e se i cittadini non sono tutti uguali davanti alla camera da letto, lo sono davanti alla legge: hanno tutti gli stessi diritti.


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