Diario personale di un piccolo scienziato pazzo
 
Riccardo - atreliu pazzo
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Rivanga nel mio passato:





sabato, marzo 06, 2004

Riporto di seguito due lettere mandate dal signor De Laurentiis (Noto presidente dell'omonima casa di distributore) - notate il tono strappalacrime-, e l'on. Cortiana (Verdi) da sempre attento (e conoscitore) del mondo della tecnologia:

Aurelio De Laurentiis
Presidente dell’Unione nazionale produttori film e Presidente onorario produttori internazionali
NON si ruba un’emozione. Non si mette in crisi il diritto d’autore e la proprietà intellettuale. Non si dà un colpo mortale al cinema e alla cultura. La pirateria telematica sta provocando in tempi brevissimi tutto ciò. Dopo aver messo in ginocchio l’industria della musica, oggi la pirateria sta distruggendo l’industria del cinema e l’industria dei contenuti più in generale. In nome di un “down loading” selvaggio e di un’accesso libero e gratuito, centinaia di utenti si scaricano ogni minuto dalla rete qualsiasi cosa, compresi i film appena usciti ad Hollywood ed immessi sulla rete da un Dvd contraffatto.
In America stanno reagendo drasticamente e radicalmente e negli ultimi sei mesi ci sono state più di un milione di sentenze contro gli utenti-pirati del Web. In Italia, oltre al presidente Ciampi, molto attento al problema, chi ha reagito immediatamente alla gravità del fenomeno è il ministro Urbani che oggi stesso presenta al Consiglio dei ministri un decreto legge contro la pirateria telematica elaborato in accordo con il ministero delle Comunicazioni. Mi giungono indiscrezioni che Urbani stia ricevendo da Telecom, da alcuni ministri e da altri organi istituzionali molte pressioni per modificare in maniera più soft il decreto. Se così fosse, non solo si metterebbe da subito in crisi la nuova legge del cinema appena pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, ma si comprometterebbe tutta l’industria dell’audiovisivo incluse Rai, Mediaset e Sky.
Cari signori italiani, noi siamo in guerra contro i pirati del Web perché non si può sopravvivere senza la cultura e senza che i contenuti di qualsiasi genere vengano protetti da una utilizzazione indiscriminata ed illegale che non permette altresì la tutela dei minori. Dando libero e gratuito accesso sul Web l’industria dei contenuti non avrà più risorse per continuare a produrre. A questo punto l’industria dell’hardware non potrà sopravvivere solo con un gigantesco database alimentato con la memoria del passato, visto che in futuro non si potrà più produrre nulla di nuovo. Non vi annoierete voi italiani a vedere soltanto film vecchi?
Io sono convinto invece che gli italiani amino il cinema e la cultura e che non vogliano annullare né il diritto d’autore, né la proprietà intellettuale. Sono convinto anche che le componenti del governo, nessuna esclusa, e la Telecom ci tuteleranno e non contrasteranno il decreto proposto da Urbani, ma anzi favoriranno un’azione a livello internazionale che permetta di aprire un tavolo tra politici, rete, industria dell’hardware e industria dei contenuti per creare una Magna Carta dei contenuti stessi, che protegga e tuteli tutti gli operatori, ovunque, per l’interesse generale della cultura.

Fiorello Cortiana
Segretario della Commissione Cultura del Senato e presidente dell'intergruppo bicamerale per l'Innovazione Tecnologica
Oggi il Consiglio dei Ministri non ha discusso, pur essendo all'ordine del giorno, un Decreto Legge per contrastare la diffusione telematica abusiva di materiale audiovisivo, un decreto sbagliato nel merito e nel metodo; Urbani per protesta ha disertato il Consiglio dei Ministri. Forse il Ministro, con questo omaggio ai discografici, pensava più a Sanremo che ai diritti degli utenti della cultura e di internet.

La proposta di decreto, che speriamo non sia stata solo rimandata ma cancellata, è sbagliata innanzitutto nel metodo: la settimana prossima il Parlamento europeo vota la cosiddetta direttiva Enforcement, che tratta degli stessi temi; entro pochi mesi ci ritroveremmo a dover modificare il Decreto se non vogliamo una procedura di infrazione dall'Unione. Inoltre sulla parte specifica relativa al mantenimento dei dati internet da parte dei provider il Parlamento, due settimane fa ha bocciato questa proposta nel decreto Grande Fratello: riproporla in un altro Decreto Legge a quindici giorni di distanza è un vero e proprio insulto al Parlamento, tanto che ho già chiesto al Presidente Pera di intervenire per garantire la dignità del Senato.

Per quanto riguarda il merito delle proposte riportate dalla stampa, il Decreto prevede che i provider debbano diventare i cani da guardia degli utenti, pena sanzioni severissime: sarebbe come dire che se qualcuno ruba un portafogli su un autobus, il responsabile sarebbe l'autista dell'autobus. E' una proposta inaccettabile. Secondo punto controverso è l'ipotesi di introdurre il reato di favoreggiamento della pirateria solo indicando procedure e tecnologie che potenzialmente consentirebbe di scaricare materiali sottoposti al diritto d'autore. Le major del cinema e i discografici, perlopiù americane, non capiscono che è nato un mercato nuovo legato a internet, come dimostra l'esperienza di I-Tunes di Apple, e chiedono alla politica di bloccare l'innovazione e criminalizzare centinaia di migliaia di cittadini per conservare lo status quo. Meglio sarebbe che lo Stato li aiutasse a innovare e fare ricerca, a fare meglio il proprio mestiere, invece di bloccare il mercato dell'ICT.


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