Diario personale di un piccolo scienziato pazzo
 
Riccardo - atreliu pazzo
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giovedì, aprile 22, 2004

L'altra sera ho visto "Un film parlato":
Un film diviso in due parte: nella prima un viaggio storico nella cultura del mediterraneo da Marsiglia a Napoli ad Atene a Costantinopoli (Instabul). Nella seconda parte del film, il tema è quello della comunicazione. Quest'ultima nel primo tempo è monodirezionale: dalla madre professoressa di storia, alla curiosa figlia (circa 10 anni). Nel secondo tempo la comunicazione avviene ad un tavolo risorante in una nave da crocera (la stessa che ci accompagna in tutto il Mediterraneo), con tre donne affermate nei loro paesi e il comandante della nave. Conversazione che avviene in perfetta comprensione seppure ognuno dei partecipanti parla nella loro lingua di origine: il francese, l'italiano, il greco e l'inglese per il comandante; per lingua intendo però non solo lingua ufficiale del paese di origine, ma anche una cultura e i motivi interiori di ciascuna di loro: il cinismo, la malinconia, la saggezza. Conversazione non sempre svillupata in un discorso continuo e omogeneo, quanto piuttosto diversi tra loro, uno per ciascuno.
A questo tavolo alla fine viene anche invitata la protagonista del primo tempo, la quale interrompe la magia della comprensione totale, e ci si deve quindi spostare su una lingua ufficiale quale l'inglese, per poter comunicare.
La regia del film è particolare, piuttosto statica, lascia che siano gli attori ad entrare in scena, piuttosto che seguirli; inoltre ci offre nel primo tempo una serie di "cartoline forzate" su alcuni particolari nelle scenografie, ma anche in dettagli meno scenografici, appunto, che risultano un po'... forzati.. eccessivi, secondo me, quasi fastidiosi..
Nella recitazione si fa notare per NON bravura, Stefania Sandrelli (una convinzione che si è fatta piuttosto forte con il film "Hijos - figli").


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