Diario personale di un piccolo scienziato pazzo
 
Riccardo - atreliu pazzo
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Rivanga nel mio passato:





mercoledì, aprile 21, 2004

[Scritto subito dopo sceso dalla metropolita, questa sera, sul mio taccuino oramai sempre con me]
Mi fa sorridere l'assoluta lascività con cui il compagno di fronte a me si lascia andare.
Ha una persona di fiancoa a se, tutta abbarbicata sul sostegno di metallo alla fine dei 4 posti dispobili. Ma nonostante la presenza di una persona così estranea e così vicina, è completamente abbandonato alla stanchezza.
Le mani affondate nelle tasche della leggera giacca color panna, le gambe molli ma rese statuarie dentro a quei larghi jeans, e con i piedi ancastonati l'uno sull'altro. La testa clina indietro, appoggiata al vetro del finestino.
Ed io che prima ne studio la fisionomia del viso, e poi ad assorverlo nel complesso.
Carnagione scura tra il marocchino e l'indiano, il gioco delle ombre sulle palpebre abbassate, leggermente lucide e le zone più scure negli incavi. Il naso, a causa della luce diretta sul viso, non è ben evidenziato, le labbra morbide e grosse non ben delineate, che ogni tanto si schiudono tanto è rilassato, ed altre volte in cui un guizza della punta della chiara lingua risalta in contasto con lo scuro delle labbra.
E i capelli.. capelli lunghi, ricci, vaporosi introno al viso, a nascondere le orecchie, a nascondersi dietro le sue spalle.
Era divertente osservarlo mentre addormentandosi sempre più tendeva a scivolare verso il basso, e con la testa ora verso il vicino, oramai a disagio, ed ora dall'altra parte verso la fine vuota della carrozza.
All'arrivo di una fermata si desta, controlla il percorso, e risprofonda in questo caldo lago di sonno..


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