Diario personale di un piccolo scienziato pazzo
 
Riccardo - atreliu pazzo
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Rivanga nel mio passato:





marted́, luglio 13, 2004

Era il 12 luglio di 26 anni fa. O, se vogliamo, di piu' di un quarto di secolo or sono.
Ero appena uscito dall'Ompo's, il 24 maggio precedente, oberato dai debiti che, ovviamente, gravavano quasi tutti su di meS Anselmo, per un po', continuera' nel tentativo di mandarlo avanti per conto suo.
Mio fratello insisteva affinche' abbandonassi l'Italia e lo raggiungessi a New York.
Mi telefonava spesso per dirmi che uno dei suoi ragazzi di bottega, il piu'
scrauso, lavorando solo tre giorni a settimana, guadagnava molto di piu' di me. Il che doveva essere piuttosto vero visto che, in realta', io non guadagnavo proprio nienteS o quasi!
Mi raccontava di esser stato in un locale gay con la sua fidanzata (che poi diverra' sua moglie) e mi magnificava l'organizzazione degli americani, il loro spirito affaristico, il loro senso della comunita'S tutto nel tentativo di convincermi a fare il gran passo.
Ma io nicchiavo. L'America non aveva alcuna attrattiva su di me e poi, speravo ancora di riuscire a far qualcosa in questo mio povero paese cosi'
maltrattato e incapace di avere un movimento gay degno di questo nome.
Eppure, quell'anno era cominciato bene. Tutto esaurito quasi ogni sera per "Solo i Froci vanno in Paradiso", subito seguito, pero', dal flop di "Nonostante tuttoS Viva l'Omosessualita'". A marzo era tornato Mario Mieli e si era esibito in un suo happening travolgente. Io e Dario pensavamo di aver assistito a qualcosa di unico, indimenticabile, straordinario, ma qualcuno ci disse: "Con schifezze del genere finirete col perdere tutti i clienti!"
Il problema, forse, era che noi non avevamo mai pensato di avere dei "clienti"! Non avevamo mai visto l'Ompo's come un locale commerciale, un qualcosa per farci i soldi, ma come un laboratorio eccezionale nel quale fare continue sperimentazioni nel tentativo di creare una comunità gay compatta, coesa, solidale, cosciente dei propri doveri ma anche dei propri diritti.
Il 7 marzo c'era stata una conferenza-dibattito sul caso di Carlo di Marino, il giovane internato dalla famiglia perche' omosessuale. Pubblicammo anche l'intera storia su "Ompo". Una cosa agghiacciante! Chissa' se i giovani di oggi riescono veramente a capire che cosa fosse l'Italia degli anni Settanta.
Il 3 aprile avevamo inaugurato la prima edizione del "Festival Gay della Stampa Omosessuale". Un altro flop, ma l'entusiasmo rimase tanto in ogni caso. L'anno successivo, invece, si trasformera' in un evento che entrera'
prepotentemente nella storia del nostro movimento.
L'ultima iniziativa, il 17 aprile, sara' una conferenza su "Femminismo, Liberazione Maschile e Omosessualita'".
Poi, la chiusura forzata. I creditori che cercavano di avere indietro i loro soldi. Io che non sapevo piu' che vendermi.
L'Ompo's era stato il primo locale, in quell'area di Roma che poi diventera'
la piu' alla moda, la piu' piena di club, bar, pub, teatrini, discoteche, palestre, ristorantiS Sembra quasi incredibile pensare che i nostri soli vicini, nel 1976, erano i cani randagi che avevano trovato il loro rifugio sul Monte Testaccio, e che spaventavano gli amici che ci venivano a trovareS Anselmo contribui' a scuotermi. Come sempre.
Approfitto' del fatto che stavo in Libia, a lavorare. Anzi, proprio quel giorno mi trovavo a Sirte, nel pieno del deserto piu' caldo del mondo (e venitemi a dire che sto esagerandoS!). Questo perche' gli avevo proibito di occupare quella palazzina sulla quale sognava da un po' di tempo. Lui, pero', fece di testa sua. E fece bene!
(Io tornero' in Italia il 24 luglio, ed il 28 successivo, incazzato per la sua azione, me ne andro' con Dario Bellezza in Lucania, a trovare il pittore Gaetano Dimatteo. Il 16 agosto, poi, comincero' a lavorare alla Trattoria degli Studenti di via Galvani).
Insieme ad Antonio O.P., ai suoi amici di Poggio Catino (mi sembra), ai ragazzi (eterosolidali ed eteropartecipi) di Testaccio e agli ultimi coraggiosi dell'Ompo's, nella notte schifosamente bollente tra mercoledi' 12 e giovedi' 13 luglio del 1978 ruppe le catene che chiudevano la porta di una palazzina del vecchio mattatoio ormai in disuso, quasi di fronte alla vecchia sede dell'associazione. Sali' le scale di quella che, una volta, era l'abitazione del veterinario che controllava gli ammazzamenti delle mucche, si affaccio' alla finestra (piena di sbarre!) che dava sulla strada, e isso'
la nostra gloriosa bandiera verde. La nostra bandiera gay!
Avevamo conquistato un pezzo di citta'.
Da li', piu' tardi, ed una volta accettata la situazione anche da parte mia, combattemmo le nostre battaglie piu' coraggiose. Da li' insegnammo a tanti i primi rudimenti di una comunita' solidale e in piena attivita'. Li' vennero decine e decine di giornalisti a scrivere i primi articoli che presentavano in maniera realistica la nostra realta', la nostra identita', la nostra storia. Venne perfino il TG2!
Fu un'esperienza esaltante. Un'avventura eccitante che ancora ricordo con un brivido, su' per la spina dorsaleS Come posso negare di aver vissuto una vita eccezionale?


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