Diario personale di un piccolo scienziato pazzo
 
Riccardo - atreliu pazzo
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Rivanga nel mio passato:





giovedì, dicembre 08, 2005

Emilio Giuliana, in consiglio comunale a Trento nelle liste di AN, vice presidente della commissione pari opportunità del Comune, in occasione della discussione sulla istituzione del registro delle unioni di fatto ha dichiarato “l’omosessualità è una patologia; approvare oggi le unioni di fatto significa domani approvare la pedofilia”.

A sette giorni di distanza Emilio Giuliana, aprendo il rosario contro gli aborti tenuto nel cimitero di Trento da don Ugolino Giugni, esponente del gruppo cattolico Sacra Famiglia, ha dichiarato ulteriormente “se il frutto del concepimento è un essere umano (…) allora la donna è un assassina inconsapevole, anche se sono i mandanti da condannare”.

Alla successiva riunione del consiglio comunale, una parte di cittadinanza formata dalle organizzazioni gay e lesbiche locali, collettivi di donne, attivisti di movimento e studenti, è intervenuta chiedendo al sindaco di Trento Alberto Pacher, sostenuto da un maggioranza di centro sinistra, di prendere posizione in merito alle
dichiarazioni del consigliere Giuliana; il sindaco ha riferisto di non sentirsi di stigmatizzare un'opinione espressa in ambito istituzionale

Pur nel rispetto della libertà di espressione noi crediamo che tali dichiarazioni,a ffermate in un contesto istituzionale e ancor più da chi riveste una carica istituzionale volta alla rimozione di barriere discriminatorie, costituiscano un pericoloso segnale che fomenta odio e discriminazione.

Inoltre crediamo che il contesto che ha permesso che tali affermazioni potessero rientrare nelle logiche democratiche evidenzi la povertà culturale di chi si limita ad accettare le regole del gioco, senza curarsi di entrare nel merito dei contenuti.

Non ci interessa contestare Giuliana in sé per sé.

Ci interessa stigmatizzare il connivente silenzio con cui parte del centro sinistra e parte della cultura trentina ha accolto tali dichiarazioni, in quanto dentro questo silenzio vediamo il formarsi di uno spazio culturale e politico atto alla sedimentazione di pratiche discriminatorie, che non favorisce lo sviluppo di una cultura sociale di convivenza civile e di rispetto di ogni libera espressione delle differenze.


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