Per ottenere un gene devo partire da un tessuto, un 
              organo o un ammasso di cellule, da questi posso avere tre cose: 
              
              . DNA, 
              . RNA totali (da cui posso ricavare l'RNA messagero),
              . proteine totali (proteina purificata x -tramite uso di anticorpi 
              per il suo riconoscimento-).
              Conoscendo le zone fiancheggianti al gene di interesse posso costruirmi 
              un oligonucleotide e isolare il mio gene. Posso anche derivarlo 
              partendo dal gene omologo a quello cercato, ma presente (e identificato) 
              su un'altra specie: la PCR sarà svolta in condizioni non troppo 
              strette di annealing. 
              Volendo posso però costruirmi delle banche, o delle genoteche: ossia 
              avere tutta una serie di cloni ricombinanti che sono rappresentativi 
              dell'intero genoma di un certo organismo, in questo modo ho tutto 
              il genoma di un organismo clonato in opportuni vettori. 
              Una volta che ho trasformato E.coli, e ho il materiale su cui lavorare, 
              un po' di colonie trasformate contenenti il gene clonato le uso 
              per caratterizzare il gene (screening) e in parte amplifico la cultura 
              e la conservo a -80°C (storage).
              Esistono banche genomiche e banche a cDNA. La loro differenza fondamentale 
              consiste nella presenza di introni (sequenze che durante la maturazione 
              dell'mRNA eucariote vengono perse) ed altre sequenze non mantenute 
              una volta ottenuto l'mRNA maturo. Elementi come promotori, sequenze 
              leader, trailer sono ritrovabili sono nelle banche genomiche.
              Questa diversità è spiegabile in seguito alla realizazzione 
              delle banche: frammentantando l'intero genoma nelle banche genomiche 
              o utilizzando gli mRNA (poi convertiti in cDNA) per le banche 
              a cDNA.
              
            
            Per allestire le librerie genomiche parto dalle 
              cellule e arrivo alla scelta del vettore (in funzione della dimensione 
              dei frammenti genici), estraggo il DNA e lo digerisco (così com'è 
              non può essere clonato 108bp!), stando attento che la 
              banca che vado a costruire sia rappresentativa di tutto il genoma, 
              frammentando il meno possibile tra i geni (digestioni parziali seriali). 
              
              Una volta che l'ho digerito posso o clonarlo tutto o selezionare 
              solo frammenti di alcune dimensioni (size fractionation). Quindi 
              clono il tutto.
              Passando attraverso il cDNA non ho più una rappresentitività 
              numerica dei geni della cellula (quanti sono), ma ho un'altra informazione: 
              certi geni sono espressi più di altri, e questi saranno amplificati 
              di più, a seconda del tessuto e delle condizioni originarie del 
              tessuto prima che arrivasse in laboratorio.
              Per screenare le banche ci sono diversi metodi, il punto di partenza 
              è che devo avere una sonda specifica per quello che vado a marcare. 
              In entrambi i casi io arrivo all'isolamento del gene. Nel caso in 
              cui avessi solo la proteina purificata esistono metodi di sequenziamento 
              delle proteine da cui posso costruirmi un gene sintetico, tenendo 
              conto di tutti i fattori (sonde di Guessmer: oligo sonda di circa 
              20nucleotidi - circa 7 amminoacidi- che tiene conto del codice degenerato, 
              scegliendo una regione proteica che contenga il numero minimo di 
              codoni degenerati ), oppure posso farmi degli anticorpi, che mi 
              servono per screenare le banche 
                ad espressione.
                Ottenuto il gene, lo sequenzio e ci posso fare tutti gli studi 
              che voglio: studiare il 3', studiare il 5', studiare com'è regolato 
              durante il ciclo, studiare quando è espresso, ecc., con vari passaggi 
              diversi a seconda del tipo di biotecnologia (industriale, farmaceutica.). 
              In tutti i casi quello che interessa a tutti è, dopo aver isolato 
              il gene, produrre in grosse quantità la proteina (così la purifico 
              bene e la studio) e a seconda del prodotto potrò avere trials clinici 
              o processi migliorativi industriali. 
              E' ovvio che nella banca a cDNA non devo frammentare i messaggeri! 
              In questi casi i cDNA non hanno estremità con siti di restrizione, 
              quindi devo aggiungo dei linker (un po' come la PCR), 
              ma prima di fare questo devo metilare il cDNA, altrimenti mi si 
              spezzetta tutto, infatti io non conosco la sequenza e non conosco 
              la mappa di restrizione. 
              Una volta clonati o trasformo E.coli coi plasmidi o faccio il packaging 
              con i fagi.
              Il passaggio successivo è la caratterizzazione 
              della banca: devo sapere veramente cosa c'è nei miei vettori percui 
              una volta trasformato estraggo il DNA ricombinante da E.coli e lo 
              caratterizzo (ottengo la mappa di restrizione per avere un'indicazione 
              delle dimensioni).
              Ora devo titolare la banca: devo sapere, usando un certo quantitativo 
              di dna e di cellule di E.coli quanti cloni ricombinanti ottengo (devo 
              sapere la resa). Perché devo sapere quando screeno un gene quanti 
              cloni ricombinanti devo analizzare per essere sicuro di trovare 
              il gene che più mi interessa (più il genoma è complesso più ho cloni 
              da analizzare) e per avere la probabilità dalla mia parte ne analizzarò 
              un po' di più. Questo vale anche per i frammenti: più sono piccoli 
              e più analisi devo fare.
              Ora da una parte faccio lo screening, dall'altro lo storage (con 
              tanto di amplificazione di quello che mi rimane: se ho fagi, ne 
              uso un po' per trasformare E.coli, se ho i plasmidi, faccio crescere 
              E.coli, piastro , raccolgo e metto via), In questii passaggi di amplificazione 
              devo pure tener conto del fatto che i geni esogeni potrebbero essere 
              tossici per l'ospite. Magari al primo passaggio l'ospite conserva 
              l'esoDNA, ma successivamente tende a perderlo. Devo stare molto 
              attento: potrei arricchire certi geni o perderli.
              C'è una formula, derivata dalla legge di Poisson, che mi permette 
              di calcolare il n° di cloni che io devo analizzare per avere una 
              certa probabilità di trovare il gene di mio interesse. Il numero 
              di cloni da analizzare cresce con:
              1. la probabilità che io voglio di trovare il gene di mio interesse;
              2. la complessità del genoma dell'organismo di cui ha fatto la banca;
              3. la piccolezza dei frammenti di DNA clonati nell'organismo ospite
             Nel 
              caso del genoma umano (3x109 bp), ammettendo di avere 
              dimensioni medie dei frammenti clonati 2x104, e ammettendo 
              di volrere la probabilità del 90% di trovare il frammento x, il 
              risultato è che io devo screenare almeno 690.000 cloni, isolati 
              ed indipendenti. Immaginare un po' quante piastre bisogna preparare!
Nel 
              caso del genoma umano (3x109 bp), ammettendo di avere 
              dimensioni medie dei frammenti clonati 2x104, e ammettendo 
              di volrere la probabilità del 90% di trovare il frammento x, il 
              risultato è che io devo screenare almeno 690.000 cloni, isolati 
              ed indipendenti. Immaginare un po' quante piastre bisogna preparare! 
              
              C'è pure una formula un po' più veloce ed empirica: il numero di 
              cloni da saggiare è uguale a 5 per il rapporto fra le dimensioni 
              del genoma e le dimensioni dei frammenti.
              Devo 
              costruire la mia banca cercando di rappresentare tutto il genoma. 
              La miscela deve essere casuale(metodo non riproducibile), quindi 
              non devo tagliare favorendo frammenti grandi o piccoli, ed inoltre 
              devo donar loro estremità coesive. Uso allora enzimi di restrizione 
              di tipoII. Questi enzimi riconoscono 4, 6, 8, n bp, se ne uso uno 
              da n, mi darà 4n paia di basi per frammento. Teniamo 
              conto che non devono essere troppo piccolo e che i vettori hanno 
              un limite.
Devo 
              costruire la mia banca cercando di rappresentare tutto il genoma. 
              La miscela deve essere casuale(metodo non riproducibile), quindi 
              non devo tagliare favorendo frammenti grandi o piccoli, ed inoltre 
              devo donar loro estremità coesive. Uso allora enzimi di restrizione 
              di tipoII. Questi enzimi riconoscono 4, 6, 8, n bp, se ne uso uno 
              da n, mi darà 4n paia di basi per frammento. Teniamo 
              conto che non devono essere troppo piccolo e che i vettori hanno 
              un limite.
              In genere si preferiscono quelli che riconoscono 4 bp con digestioni 
              parziali (la parziale è necessaria), inoltre mi dà una distruibuzione 
              più casuale (ho più possibilità di configurazione). Se facessi digestioni 
              totali taglierei pezzetti di un gene in cloni diversi, e come faccio 
              a ricostruire il tutto? Invece con le parziali posso fare il "chromosome 
              walking": tutti i siti non verranno tagliati con la stessa velocità 
              (uso [limitanti] o scarsità di tempo), il tutto è molto riproducibile, 
              perché il taglio dipende dall'intorno del sito di restrizione (--> 
              overlapping), che è sempre lo stesso. 
            Chromosome Walking
              Impiega un fago ricombinante dal quale isolare un altro fago che 
              contenga informazioni relative al genoma sovrapponibili (overlap).
              Basta preparare due sonde derivate una dall’estremo 5’ 
              e l’altra dall’estremo 3’ di questo primo E.coli 
              e ripetere con queste sonde lo screening della genoteca.
              Si otterranno altri cloni.
              Se ne sceglieranno due tra quelli diversi dal primo, uno più 
              spostato al 3’; l’altro più spostato al 5’.
              Dal clone “3’” si prepara una sonda presente al 
              suo estremo 3’, e dal clone 5’ una sonda presente al 
              suo 5’. e pronti per un altro screening e così via, 
              camminando sul cromosoma.
              Limiti. I piccoli segmenti di DNA utilizzati per vagliare di nuovo 
              la genoteca devono essere rappresentati una sola volta nel genoma: 
              ci sono problemi col DNA ripetuto, il rischio è di saltare 
              da un cromosoma all’altro.