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cin
Utente Junior
Prov.: Padova
Città: Padova
558 Messaggi |
 Inserito il - 12 gennaio 2009 : 15:46:53
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Ho sentito che per diventare ordinari bisogna avere almeno 30 pubblicazioni come primo nome, mentre per diventare ricercatore almeno 20, a voi risulta?
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RNA world
Utente Junior
370 Messaggi |
Inserito il - 12 gennaio 2009 : 16:00:02
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| Per diventare ricercatori secondo me non c'è un vero numero minimo di pubblicazioni, dipende sempre dalla commissione ( e non procedo nei commenti). Io ho sentito di uno che è diventato ricercatore con una sola pubblicazione... |
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 12 gennaio 2009 : 17:24:45
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| Non sapevo ci fosse un numero minimo, bisognerebbe vedere un po' che pubblicazioni sono e le pubblicazioni degli altri concorrenti al posto. (ok, magari non in Italia) |
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Neuroscience
Utente
659 Messaggi |
Inserito il - 12 gennaio 2009 : 22:08:10
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Tecnicamente non c'è un numero minimo e neanche un IF minimo. Non si sceglie in base alle pubblicazioni fatte.
In Italia almeno fino a un mesetto fa, la scelta si faceva in base ad un concorso pubblico la cui procedura è relativamente semplice ma lunga da spiegare. Quando si libera/crea un posto si richiede un concorso per avere un ricercatore/professore etc.
In verità potrebbe vincere un concorso anche un dott. Tale semplicemente laureato in materia scientifica che nella vita ha fatto il fotografo per 20 anni e che poi, all'improvviso, si decide di iscriversi ad un concorso pubblico come ricercatore (Caso limite estremo).
La commissione che presiede l'esame decide il miglior candidato per quel determinato posto in base ad un tema scritto, prova orale, curriculum vitae, pubblicazioni, coerenza con l'area scientifica scelta, voto laurea, permanenza all'estero, grants vinti, capacità di esporre ed in generale la carriera.
Il candidato migliore vince e la commissione erige un verbale con quello che è successo completo di 'verdetto' e motivazione.
E' così che un mio coetaneo e collega di università ha vinto un concorso da ricercatore senza avere alcuna pubblicazione con primo nome; un altro collega, invece, ha vinto con 2 primi nomi e svariati secondi/terzo nome. Un altro ancora, più anziano di 2 anni, ha vinto con 1 solo primo nome. La commissione NON si è basata su raccomandazioni.
Il fatto è che, essendo una votazione relativa, si può essere il migliore in un concorso all'università di Crotone ed il peggiore ad un concorso all'università "la sapienza" di Roma. Ovviamente alcune posizioni, alcune aree e soprattutto alcune università sono più ambite di altre per cui se ci si accontenta di 'università minori' dove c'è meno richiesta e meno concorrenza è più facile entrare; mentre altre università più ambite bisogna sgomitare un po' e quasi sempre non basta.
C'è da dire che ci sono degli ottimi motivi per non andare in università minori: lontananza da casa e dai grossi centri, visibilità scientifica quasi assente, rapporto didattica/ricerca altissimo, scarse possibilità di avere fondi, grants, collaborazioni importanti, poco materiale/strumentazione, carriera difficilissima, penuria di cattedre e fondi etc etc etc.
C'è da dire anche che non c'è possibilità di trasferirsi una volta vinto il concorso a meno di complessi meccanismi che non sto qui a descrivere. Per cui vincere un concorso in periferia rappresenta una folgorante carriera iniziale che finisce lì senza possibilità di recupero...
La quasi totalità preferisce fare una buona scorta di pubblicazioni, esperienza ed 'amicizie' per poter 'combattere' in territori migliori... Quasi sempre una semplice amicizia+raccomandazione+curriculum+pubblicazioni non basta... per cui se uno non è proprio un genio meritevole che porta soldi ed a cui vogliono tutti molto bene è difficile che possa arrivare a competere con uno 'di famiglia'.
So che spesso all'estero a situazione è simile, ma c'è una differenza importantissima, mentre in Italia il posto pubblico dura vita natural durante, ad altre parti si può essere licenziati in qualsiasi momento per 'inadempienza', 'inadeguatezza' o per fine contratto, per cui la raccomandazione da sola non serve a niente.
Qui in Italia ci si preoccupa molto di quale collega verrà nella tua università poiché ti farà compagnia per la vita; all'estero ognuno pensa solo a se stesso poiché si deve produrre per non essere licenziati, e se arriva qualcuno a farti compagnia non c'è problema poiché potrebbe restare anche solo per poco.
Tecnicamente la struttura americana, ad esempio, è più meritocratica poiché anche se ci sono comunque raccomandazioni... nessuno può esserlo a vita, prima o poi cade e lascia il posto a qualcun altro migliore.
Qui in Italia, invece, basta solo una spinta al momento giusto per aver risolto tutta una vita anche se si è incompetenti.
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fpotpot
Utente
Città: middleofnowhere
1056 Messaggi |
Inserito il - 13 gennaio 2009 : 08:16:55
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mamma mia,cristal clear,purtroppo, la tua spiegazione.Cambierà mai questo paese? |
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