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alfonso
Nuovo Arrivato
Prov.: Avellino
Città: sirignano
3 Messaggi |
Inserito il - 01 gennaio 2006 : 04:24:06
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Sondaggio: ciao a tutti mi sono appena iscritto al forum ma già ho letto tutto quello che c'era da leggere nel forum(quasi tutto)...ed ho notato che c'è una sfiducia e una paura non indiferrente verso gli atenei italiani...non nascondo che forse anche io nutro di qualche sentimento del genere ma allo stesso tempo penso anche che potete andare all'estero e nei migliori atenei di questo mondo...quelli che vanno avanti sono gli "artisti" :coloro che sanno proporre e non perpetuare ...se siete "co***oni" rimate tali(sia all'estero che in italia)...tutto dipende da voi e non tanto dalle facoltà....ciao a tutti.
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chick80
Moderatore
    

Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 01 gennaio 2006 : 04:59:11
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Ti assicuro che all'estero le cose sono molto diverse rispetto all'italia. In Italia conosco diverse persone incompetenti che rivestono anche ruoli importanti, qui invece vedo che se non produci sei fregato. Purtroppo, da quanto ho potuto vedere, in Italia c'e' poca meritocrazia e molto nepotismo...e poi va a finire che licenziano gente come Luzzatto.
Io sinceramente sono molto preoccupato... vorrei tornare in Italia per un sacco di motivi, ma ho molti dubbi...
PS: Gentilmente, niente cross-posting. E' inutile, tanto i messaggi doppi vengono cancellati. |
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Idriell
Nuovo Arrivato

Prov.: Bologna
Città: Bologna
83 Messaggi |
Inserito il - 01 gennaio 2006 : 17:55:42
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sul fatto che ad andare avanti sono gli "artisti" concordo pienamente...lo dico sempre anche io! questa è una regola che vale sempre, e chi ha inventiva e fantasia riesce a venir fuori più degli altri. questo vale in qualsiasi lavoro. ma per aver la possibiltà di "venir fuori" bisogna avere gli strumenti giusti. è molto più facile fare carriera all'estero che in italia: qui mancano i fondi, gli strumenti (vogliamo parlare dei contratti a termine?!) ecc ecc..di sicuro una persona che ha potenzialità fa carriera anche qua in italia, ma è molto più difficoltoso. non so se sono riuscita a spiegarmi...cmq questa è la mia opinione. ciao e buon anno :) |
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Riddle
Nuovo Arrivato

22 Messaggi |
Inserito il - 02 gennaio 2006 : 15:38:21
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A mio parere l'idea ottimistica che se una persona merita allora emerge, vale se il soggetto è indipendente dagli altri. Vale per un architetto, per un libero professionista, ma non per un ricercatore. Egli è per neccessità dipendente da altre persone per fare il suo lavoro: dipendente da chi fornisce i fondi e i mezzi, e dai suoi colleghi. Oggi giorno è impensabile che un persona, da sola, possa portare avanti un progetto di ricerca di qualità. Il lavoro da fare è troppo, le conoscenze neccessarie sono troppe perche possano essere possedute da un unica persona. Si deve lavorare in gruppo dove ognuno ha il proprio compito o il proprio bagaglio di sapere. Guardate gli autori degli articoli scientifici: il loro numero è andato increscendo negli ultimi 50 anni. E' sempre più neccessario lavorare in equipe. Ora, se in un gruppo uno lavora ed è bravo, due lavoricchiano ma sono di qualità mediocre perche hanno avuto il posto non per merito ma per "altro", e un altro non fà nulla perchè tanto ha le spalle "coperte", quali saranno i risultati? Considerando che un ricercatore si valuta da quello che pubblica, come sarà messo il nostro bravo ricercatore? Emergerà? Anche se otterrà da solo dei buoni risultatì sarà costretto, se vuole continuare a tenersi il proprio lavoro, a dividere il merito con le tre "sanguisughe": i loro nomi nell'articolo andranno messi. E a far cariera non sarà il nostro bravo uomo di scienza ma il raccomandato di turno, che farà entrare altri raccomandati. Come un cancro. Per fortuna ancora qualche isola felice esiste, ma il tumore è gia bello che esteso in Italia.
Per quanto rigurda la qualità degli atenei, penso che sia un fattore importantissimo nel formare i giovani. E'difficile che da pessimi posti escano buoni ricercatori. Le potenzialità di un giovane vanno coltivate. Sono dell'idea che il genotipo sia la partenza, l'ambiente faccia il resto 
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----------------- ICQ: 197-500-922 |
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fpotpot
Utente
 
Città: middleofnowhere
1056 Messaggi |
Inserito il - 02 gennaio 2006 : 18:19:24
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Salut! mi permetto di dire la mia opinione:Sì...credo che l'ambiente sia fondamentale.E concordo sul fatto che il ricercatore non sia nè un libero professionista nè tantomeno un genio-stregone che con le pozioni magiche e la forza del pensiero risolve i grandi problemi della scienza...uffa,è un percorso molto più lungo e difficile..e a volte la fortuna di trovarsi nel gruppo giusto fa la differenza eccome!!! Viva e beato il genio,per tutto il resto dei ricercatori della terra conta la passione,la fortuna,i colleghi di lavoro e il volgare compenso monetario che ahimè incentiva l'acume scientifico più di tante belle promesse di gloria..
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chick80
Moderatore
    

Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
Inserito il - 02 gennaio 2006 : 23:55:26
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Citazione: Messaggio inserito da Riddle Considerando che un ricercatore si valuta da quello che pubblica, come sarà messo il nostro bravo ricercatore? Emergerà? Anche se otterrà da solo dei buoni risultatì sarà costretto, se vuole continuare a tenersi il proprio lavoro, a dividere il merito con le tre "sanguisughe": i loro nomi nell'articolo andranno messi.
E a volte quelle "sanguisughe" non sanno nemmeno di cosa parla l'articolo, te lo assicuro.  |
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lella
Nuovo Arrivato

Città: Melfi / Teramo
14 Messaggi |
Inserito il - 04 gennaio 2006 : 09:56:35
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Citazione: Messaggio inserito da Riddle Per quanto rigurda la qualità degli atenei, penso che sia un fattore importantissimo nel formare i giovani. E'difficile che da pessimi posti escano buoni ricercatori. Le potenzialità di un giovane vanno coltivate. Sono dell'idea che il genotipo sia la partenza, l'ambiente faccia il resto
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Sono d'accordo su ciò che dici perchè lo sto sperimentando sulla mia pelle..studio Biotecnologie ma credo che alla fine dei miei primi tre anni avrò solo generiche conoscenze di base e una lieve idea della pratica di laboratorio. Al primo anno ero eccitatissima e avevo tanta voglia di imparare e capire..oggi ho perso tutto l'entusiasmo e penso che al termine dei tre anni mi convenga pensare ad un lavoro diverso da quello che avevo immaginato. Nel mio corso ci sono persone davvero in gamba ed è un vero peccato pensare che queste risorse sono sfruttate malissimo..Io mi sono arresa e non so che strada prenderò,ma vedo le mie colleghe che cercano di emergere nonostante le difficoltà e penso a tutti i sacrifici e al lavoro in più che dovranno affrontare per recuperare tutto ciò che hanno perso nei primi tre anni e raggiungere il livello di chi è più avanti di noi. Alla fin dei conti ci siamo accorti tardi dell'errore e non si può tornare indietro. La salvezza è fare la specialistica altrove ma come riuscire ad entrare? E chi non può permettersi di andare in atenei migliori come fa per non rinunciare ai propri sogni? E' un'ingiustizia... |
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