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 metilazione del dna e acetilazione degli istoni
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Alexia90
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Neuroni


51 Messaggi

Inserito il - 01 marzo 2011 : 21:02:19  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di Alexia90 Invia a Alexia90 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Salve ragazzi, ho cercato sul forum dei chiarimenti riguardo il collegamento tra la metilazione del dna, l'acetilazione degli istoni e la eterocromatizzazione, ma non ho trovato una spiegazione esauriente.

Ho capito che c'è silenziamento dei geni quando il dna viene eterocromatizzato, e che per questo evento è necessario che gli istoni vengano acetilati e il dna venga metilato.
Mi potete aiutare a capire?
Grazie mille, come sempre. :)

galva89
Nuovo Arrivato



29 Messaggi

Inserito il - 14 marzo 2011 : 11:38:40  Mostra Profilo  Visita l'Homepage di galva89 Invia a galva89 un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Le modificazioni delle code istoniche ( metilazione ecc) influenzano lo stato di condesanzione della cromatina e in questo senso la sua accessibilità alle proteine necessarie per l’inizio della trascrizione.
Le catene laterali degli aa dei quattro istoni del nucleo del nucleosoma sono soggette ad una notevole varietà di modificazioni covalenti, tra cui l’acetilazione di lisine, la metilazione di lisine e la fosforilazione di serine. Tutte queste modificazioni sono reversibili, e create da enzimi specifici, che sono reclutati da proteine che regolano i geni. Le modificazioni degli istoni sono controllate accuratamente e hanno conseguenze importanti.
Negli organismi multicellulari la metilazione di specifici residui di lisina dell’istone H3 contribuisce assieme al fenomeno della deacetilazione , alla condensazione cromatinica. La proteina HP1 promuove la condensazione legandosi ai nucleosomi che sono metilati sulla lisina 9 dell’istone H3. Poiché HP1 lega a sua volta la metiltrnasferasi istonica che metila la lisina 9 di H3 dei nucleosomi vicini, questo comporta un reclutamento e una espansione di HP1 nella zona. L’ulteriore interazione di queste molecole conduce ad un rimodellamento della cromatina in una struttura più compatta.
Un altro esempio di modificazione è l’acetilazione delle lisine sulle code N-terminali tendono ad allentare la struttura della cromatina, in parte perché l’aggiunta di un gruppo acetile alle lisine rimuove la loro carica positiva, riducendo così l’affinità delle code per i nucleosomi adiacenti; infatti code istoniche deacetilate interagiscono con quelle adiacenti, causando un ripiegamento e quindi una maggiore condensazione della cromatina. Tuttavia l’effetto più profondo è la loro capacità di attrarre proteine specifiche in una tratto di cromatina che è stato modificato in modo appropriato. Queste determinano quando e come i geni saranno espressi. Un altro esempio sta nei cambiamenti generali dell’acetilazione che avvengono su cromosomi sessuali, per compensare lo sbilanciamento di dosaggio (XX vs XY): nelle femmine dei mammiferi il cromosoma X inattivo H4 è deacetilato.
Quando il promotore è assemblato sui nucleosomi con istoni non acetilati i fattori generali di trascrizione non sono in grado di legare la TATA box. Al contrario il legame dei fattori generali di trascrizione è favorito nel contesto di code istoniche iperacetilate nelle quali le cariche positive delle lisine sono neutralizzate dai gruppi acetile che eliminano le interazioni elettrostatiche con i gruppi fosfato del DNA.
Fino a qui ho parlato di modificazione degli istoni, non dell'elica di DNA.


La metilazione del DNA può essere usata come un marcatore che distingue due copie di un gene che sarebbero altrimenti identiche. Poiché i geni soggetti a imprinting non sono influenzati dall’onda di de metilazione che si verifica poco dopo la fecondazione, questa marcatura rende le cellule somatiche capaci di ricordare l’origine parentale di ciascuna delle due copie del gene e di regolare la loro espressione di conseguenza. Nella maggior parte dei casi la metilazione di imprinting silenzia l’espressione del gene nelle vicinanze. In alcuni casi, però la metilazione di imprinting può attivare l’espressione di un gene. Nel caso di Igf2(di crescita simile all’insulina ) , la metilazione di un elemento isolatore sul cromosoma di derivazione paterna ne blocca la funzione e permette ad un enhancer distante di attivare la trascrizione del gene Igf2. Sul cromosoma derivato dalla madre l’isolatore non è metilato e il gene Igf2 perciò non è trascritto. La sola copia paterna di Igf2 è trascritta ed è soltanto questa copia del gene che ha importanza per il fenotipo. Il risultato è che i topi con un gene Igf2 mutato di derivazione paterna sono nani, mentre topi con un gene Igf2 difettoso di origine materna sono normali. Nell’embrione precoce, i geni soggetti a imprinting sono marcati mediante metilazione secondo la loro derivazione da uno spermatozoo o da un uovo.
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