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Da una proteina la speranza contro l'infarto


Studio su 5000 pazienti per sperimentare lapolipoproteina «A1 Milano» che scioglie le placche nelle

Una cura che potrebbe in un breve futuro (si parla del 2007-2008) rivoluzionare la terapia delle malattie cardiovascolari. Scioglie infatti le placche nelle coronarie, responsabili di aterosclerosi, infarto e ictus, prima causa di morte al mondo. E oltre a rimuovere il colesterolo, mostra efficacia trombolitica, antinfiammatoria e ripara le lesioni vascolari. È l' apolipoproteina «A-1 Milano», scoperta 30 anni fa dal farmacologo milanese Cesare Sirtori nel sangue di una cinquantina di abitanti di Limone del Garda (Brescia) e protagonista di uno studio clinico condotto dall' americano Steven Nissen, pubblicato su Jama, The Journal of the American Medical Association, alla fine del 2003.
LO STUDIO - Proprio lo studio Nissen è alla base della «HDL Therapy», una prospettiva di cura - per il momento ancora a livello sperimentale - che potrebbe non solo riuscire a ristabilire la salute del paziente in quanto «molto più efficace delle statine», ma anche ad abbattere i costi economici.
Lo ha detto lo stesso professor Sirtori (Università di Milano) nel presentare il convegno che fino a domenica riunisce a Limone del Garda i maggiori esperti internazionali, tra cui lo stesso Nissen, il ricercatore Roger Newton, padre dell'atorvastatina e il cardiologo Prediman K. Shah, tra i primi a sperimentare la «A-1» sugli animali da laboratorio.
Il problema attuale è che il farmaco derivato dalla «A-1 Milano» è un prodotto biotecnologico difficile da produrre a causa dei costi elevati. Ma è di oggi la notizia che la multinazionale farmaceutica Pfizer ha deciso di stanziare grandi risorse allo sviluppo di questo farmaco, dedicandovi il lavoro a tempo pieno di 30 ricercatori. «Presto - afferma Sirtori - partirà una mega sperimentazione internazionale con 5000 pazienti sulla HDL Terapy».
LA CURA - «La A-1 Milano - spiega il farmacologo - e quindi anche il farmaco che ne deriva, ha la massima capacità di rimuovere il colesterolo, oltre ad altre potenzialità trombolitiche e antinfiammatorie per il trattamento diretto di lesioni vascolari. Se il concetto della 'terapia basata sulle HDL' verrà confermato nello studio in previsione, si può pensare che un giorno i pazienti con sindrome coronarica potranno ricevere una terapia acuta per la rapida regressione e stabilizzazione delle placche, seguita da una terapia a lungo termine per prevenire la ricrescita delle placche». Secondo Sirtori «i presupposti sono entusiasmanti: i dati hanno dimostrato una riduzione significativa delle placche ateromatose nelle coronarie umane: ben il 4,2% sull'intera area esaminata, sino a quasi il 10% nella zona con le placche più gravi dopo solo 6 settimane. Si tratta di un risultato mai ottenuto in precedenza con l'utilizzo di altri farmaci. Le statine al massimo dosaggio, ad esempio, hanno permesso di ottenere riduzioni delle placche di poco superiori all'1% dopo 18 mesi di trattamento».




Fonte: Corriere della Sera (31/05/2004)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag: colesterolo, a1%milano, infarto
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