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La chiralità dei pesticidi


I microbi disgregano preferibilmente alcuni enantiomeri

Secondo uno studio presentato il 3 gennaio 2005 sul sito "ScienceNOW", molti pesticidi largamente diffusi, una volta degradati nell'ambiente, possono avere effetti imprevedibili sulla fauna selvatica. Le sostanze chimiche che costituiscono questi pesticidi sono chirali, ovvero possono esistere in due diverse strutture, identiche ma speculari. I ricercatori hanno scoperto una "differenza notevole" nella tossicità e nella persistenza delle due forme chirali, e sostengono che i regolatori dovrebbero pertanto prendere in considerazione la chiralità al momento di stimare i rischi dei pesticidi.
daphniaNonostante le versioni speculari di una molecola, o enantiomeri, possiedano proprietà chimiche identiche, esse possono interagire con gli enzimi in maniera differente.
Circa un decennio fa, i ricercatori notarono che i microbi tendono preferenzialmente a disgregare particolari enantiomeri di pesticidi persistenti, come il DDT, e di altri inquinanti. Come risultato, il rapporto fra gli enantiomeri di questi pesticidi risulta alterato in alcune catene alimentari.
Il chimico Jay Gan e colleghi dell'Università della California di Riverside hanno preso in esame pesticidi tuttora usati (cioè, non quelli già vietati da tempo). Hanno esaminato cinque insetticidi comuni, fra i quali organofosfati come il profenofos e piretroidi sintetici come il permethrin. Di tutti questi composti, uno degli enantiomeri è risultato almeno dieci volte più tossico dell'altro, almeno per la Daphnia, un piccolo crostaceo solitamente usato per determinare la tossicità.


Fonte: Le Scienze (17/01/2005)
Pubblicato in Ecologia e Ambiente
Tag: pesticida, inquinamento, isomero
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