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Malattie, la sfida finale "Il cancro non farà più paura"


Così la tecnologia aiuterà a star bene. Ecco come

È difficile rendersi conto dei passi da gigante fatti negli ultimi 20 anni dalla medicina in genere. Solo fermandosi a riflettere sul recente passato si capisce quanto è stato fatto. Solo due decenni fa i tumori erano per lo più causa di morte, ad esempio, e le operazioni erano quasi sempre traumatiche per l'organismo umano. Oggi la situazione è molto diversa: di alcuni tumori si può guarire e molte operazioni non richiedono neppure una notte di ricovero. Ma quali sono le prospettive dei prossimi 5-10 anni? Lo si può desumere da varie ricerche in corso, molte delle quali pubblicate sul settimanale "Newsweek" di questa settimana.
Entro dieci anni il cancro potrebbe diventare una malattia qualunque, essere diagnosticato agli inizi e senza errori ed essere curato con tecniche efficaci e prive, o quasi, di effetti collaterali. Questo è un obiettivo di vari progetti tra i quali quello varato recentemente dal Comitato scientifico del Centro di Biomedicina molecolare (Cbm) di Trieste e che si allinea con i grandi centri di ricerca mondiali.
Spiega il genetista Edoardo Boncinelli: "La lotta contro il tumore si può vincere a livello diagnostico, indirizzando le tecnologie più innovative per individuarlo sul nascere e creare cure efficaci, mirate e con effetti collaterali ridotti al minimo. Questo lo si può ottenere con tecnologie d'avanguardia come la nanotecnologia".
Un esempio è la ricerca che vuole capire quali sono le differenze tra cellule maligne e normali.
È noto che le prime si moltiplicano più velocemente delle seconde, anche se alcune cellule normali si dividono ad una velocità simile a quelle ammalate. Questo è il motivo per cui la chemioterapia, che distrugge le cellule che si moltiplicano rapidamente, può avere effetti devastanti.
Le ricerche avanzate cercano di individuare quali sono le cellule cancerogene indipendentemente dalla loro velocità di suddivisione. In tal modo si riuscirà (con la nanotecnologia) a depositare su di esse le medicine per distruggerle o si cercherà di impedire all'ossigeno e ai nutrienti di raggiungerle facendole morire di "fame".
Nei prossimi anni ci si aspetta anche passi da gigante in un campo nuovo della ricerca medica: la connessione tra stadi infiammatori (che nella loro forma limitata è utile all'organismo per difendersi da varie malattie) cronici e alcune malattie spesso mortali. La correlazione tra diabete di tipo 2 e obesità è ormai così evidente da farne un'unica malattia, chiamata "diabesità".
Ora si sta capendo che l'infiammazione gioca un ruolo fondamentale in tutto ciò e che deve essere bloccata. Come? Con un sistema ancora in fase sperimentale. Si preleva del sangue del paziente e lo si sottopone a raggi UV. La radiazione uccide i globuli bianchi. Subito dopo il sangue viene rimesso nel paziente e si ripete l'operazione più volte. In questo modo il sistema immunitario interpreta l'autodistruzione dei globuli bianchi, che dà il via allo stato infiammatorio, come un pericolo ridotto e blocca l'insorgere dell'infiammazione.
"Il vero futuro della medicina siamo noi", spiega Barry Stein, della Society of Interventional Radiology. La Interventional Radiology è quella nuova branca della chirurgia che sta soppiantando la classica, che prevede pesanti interventi. Sempre più nei prossimi anni, le operazioni chirurgiche potranno risolversi nel giro di 24 ore.
I radiologi, infatti, hanno la possibilità di "osservare" gli organi interni con una precisione assoluta attraverso tecnologie come la Pet (Positron Emission Tomography). Essa dà modo di studiare virtualmente un qualunque organo in 3D e dopo aver scelto il tipo di intervento, raggiungere l'organo con microtelecamere e microferri da chirurgo passando attraverso fori non più larghi di un centimetro.
Se questi metodi oggi sono prassi per riparare menischi o legamenti, ci sono già 5.000 chirurghi che con l'aiuto dei radiologi operano normalmente al cervello e alcune forme tumorali. Una medicina, dunque, che sarà sempre più interdisciplinarietà tra tecnologia e ricerca pura.

Fonte: LaRepubblica (22/06/2005)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag: Boncinelli, Cbm, cancro, diabete, obesità
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