Un software per ridurre gli errori dei medici

Con il computer gestiti tutti i dati sul paziente e sulle terapie adottate

Uno strumento intelligente per ridurre le morti per errore medico: è CPC (Cruscotto per il Percorso di Cura), la soluzione sviluppata da Orangee TechSana, la neonata software house italiana, che ha focalizzato l’attenzione sulla riduzione degli errori medici e dei costi sanitari. Con CPC il medico e gli operatori delle strutture sanitarie sono in grado di digitalizzare tutto il percorso di cura del paziente, impostando exante i criteri e gli standard relativi alla patologia da curare, in particolare nel campo dell’oncologia. Ogni volta che i parametri impostati non vengono rispettati, una mascherina compare sullo schermo per avvertire dell’errore e consigliare l’eventuale correzione. Non solo, ogni seduta terapica viene registrata e convalidata dall’operatore che l’ha eseguita, in modo da assicurarne la tracciabilità, la trasparenza e la validità. «Nel 2002 ci siamo resi conto che si faceva sempre più pressante la necessità di dare agli operatori sanitari uno strumento tecnologico per la gestione della cura del paziente», spiega Francesco Beraldi, presidente di Orangee. «La tecnologia infatti viene applicata in diagnostica ma non nell’applicazione della terapia. Abbiamo presentato un progetto che aveva come obiettivi primari l’abbattimento del rischio nella cura del paziente e la riduzione dei costi sanitari.

Subito ci è stato concesso un finanziamento statale di 8 milioni di euro. Nella Ricerca e Sviluppo ci ha aiutato l’Università della Calabria, mentre per la sperimentazione ci siamo avvalsi della collaborazione dell’ospedale Mariano Santo di Cosenza e Charles Nicolle di Tunisi. Il mercato tunisino si è dimostrato pronto ad accogliere questo tipo di tecnologia, tant’è che abbiamo aperto a Tunisi una filiale, in cui impieghiamo ingegneri e programmatori del posto. Ci proponiamo, tra il 2006 e il 2008, di installarvi anche un laboratorio di sviluppo del CPC».
In Italia muoiono ogni anno 48 mila pazienti (negli Stati Uniti si sale a 100 mila) per dosaggi sbagliati di farmaci o per ricette scritte male (e quindi lette male) o per cure iniziate e mai continuate: digitalizzando le ricette e la terapia il margine di errore si riduce quasi a zero e il medico è in grado di riscontrare se il paziente rispetta gli appuntamenti, sollecitandolo in caso di negligenza. Secondo la Food and Drug Administration, negli Usa il 15 per cento dei malati di cancro muore per un’errata assunzione dei farmaci antitumorali; secondo i dati della Società Italiana Farmacisti Ospedalieri gli errori nelle terapie sono attribuibili per il 18 per cento circa a prescrizioni mediche sbagliate e per il 16 per cento a programmi di cura non idonei. «In Italia ci sono mille ospedali e ognuno di essi spende ogni anno un milione di euro per l’IT, ma si tratta di spese focalizzate sulla diagnostica», spiega Alfredo Speranza, ideatore del software e socio di Orangee. «Il nostro obiettivo era fare tramite un software quello che si faceva a mano, in modo semplice e intuitivo. I criteri di base vengono stabiliti insieme ai medici e in 45 incontri da un paio di ore si definisce il percorso di cura per una determinata patologia. Abbiamo scelto l’open source perché ci sembra più flessibile ed economica rispetto alle soluzioni proprietarie. Registrando tutte le azioni e confrontandole con un modello ideale precostituito, è praticamente impossibile sbagliare. I costi per le aziende ospedaliere si abbattono drasticamente perché si riducono gli sprechi di medicinali. La modularità e la scalabilità della soluzione permettono di distribuire le applicazioni nei vari reparti e rendere il sistema fruibile ad ogni livello di servizio».

Fonte: (19/07/2005)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag: software, medici, computer

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