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Al batter d'occhio ridotta la visibilità


Un esperimento rivela interessanti meccanismi della consapevolezza visiva

Se il mondo esterno venisse improvvisamente oscurato ogni pochi secondi, ce ne accorgeremmo immediatamente. Eppure a malapena ci rendiamo conto del nostro battere di ciglia, anche se esso causa una riduzione simile della quantità di luce che entra nell'occhio. Perché questi frequenti mini-blackout non vengono percepiti? Negli anni ottanta, alcuni scienziati avevano scoperto che immediatamente prima di un batter d'occhio la sensibilità visiva comincia a diminuire, ma i meccanismi cerebrali alla base di questo processo erano sempre rimasti poco chiari. In uno studio pubblicato ora sulla rivista 'Current Biology', Davina Bristow, Geraint Rees e colleghi dell'University College di Londra propongono una possibile spiegazione del fenomeno.
I ricercatori hanno escogitato un metodo per monitorare l'attività del cervello in condizione tali che la quantità di luce ricevuta dall'occhio rimanga costante, a prescindere dallo sbattere delle ciglia.
Gli scienziati hanno posizionato una fibra ottica nella bocca di volontari che indossavano sugli occhi una copertura a prova di luce. La luce emessa dalla fibra era sufficientemente forte da passare attraverso i tessuti del volto e dunque per illuminare la retina. In questo modo, la quantità di luce che cadeva sulla retina rimaneva costante, anche quando i volontari sbattevano le palpebre. I ricercatori hanno poi eseguito una scansione cerebrale (risonanza magnetica funzionale) per misurare se il batter di ciglia influenzasse il livello di attività cerebrale indotto dalla luce a prescindere dal cambiamento di luce normalmente causato dalla temporanea chiusura degli occhi.
I risultati hanno mostrato che quando i volontari sbattevano le palpebre, l'attività del cervello veniva soppressa in aree che rispondono agli input visivi, anche se la luce sulla retina rimaneva costante. Molte di queste aree cerebrali vengono attivate quando le persone acquistano consapevolezza di eventi visivi o di oggetti nel mondo esterno. 'La soppressione temporanea di aree coinvolte nella consapevolezza visiva - spiega uno dei ricercatori - potrebbe costituire un meccanismo neurale per impedire al cervello di rendersi conto che le palpebre ricoprono la pupilla e che il mondo viene oscurato'.
Davina Bristow, John-Dylan Haynes, Richard Sylvester, Christopher D. Frith, Geraint Rees, 'Blinking suppresses the neural response to unchanging retinal stimulation'. Current Biology, Vol. 15, pp. 1296–1300. DOI 10.1016/j.cub.2005.06.025 (26 luglio 2005).

Fonte: Le Scienze (01/08/2005)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag: occhio
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