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Trapianto staminali può evitare l'amputazione

Arteria in sezione traversa


Il trapianto di cellule staminali autologhe è efficace nel trattamento dell'arteriopatia ostruttiva periferica

Il trapianto di cellule staminali consente di combattere con successo anche l'arteriopatia ostruttiva periferica, malattia che puo' portare all'amputazione delle gambe. E' il bilancio di una sperimentazione condotta da una equipe di ricerca coordinata dal prof. Vincenzo Sica, ordinario di patologia clinica della seconda universita' di Napoli.
'Dei 74 pazienti affetti da arteriopatia ostruttiva periferica arruolati nella nostra sperimentazione, oltre il 70% ha ottenuto notevoli miglioramenti clinici. I risultati, conseguiti grazie all'infusione di cellule staminali autologhe, sono confortanti: assenza di dolore a riposo, riduzione delle ulcere e loro scomparsa, aumento del perimetro di marcia.
Insomma, abbiamo salvato le gambe a parecchie persone', spiega Sica.
Il gruppo coordinato da Sica ha messo a punto, insieme col Presidio Ospedaliero Pineta Grande di Castelvolturno, un protocollo sperimentale per la cura dell'arteriopatia ostruttiva periferica, i cui risultati sono stati presentati nella sede dell'Istituto Banco di Napoli - Fondazione, ente organizzatore dell'evento assieme alla Fondazione Luigi Califano Onlus, di cui Vincenzo Sica e' direttore scientifico.

'Nel sostenere l'importante progetto di studio del prof. Sica, l'Istituto Banco di Napoli-Fondazione - dichiara il suo presidente, il professore Adriano Giannola- sviluppa e qualifica la scelta strategica di promuovere la realizzazione di 'esperienze esemplari'.
Esperienze che sono importanti per il loro elevato valore scientifico, ma anche per il positivo e rilevante impatto sociale che ad esse si accompagna'.
Il contributo finanziario dell'Istituto Banco di Napoli-Fondazione, infatti, e' stato 'fondamentale per la realizzazione della ricerca', sottolinea Sica.
Contrariamente a quanto si pensi, l'aterosclerosi non e' una malattia della vecchiaia. 'Studi scientifici testimoniano che il danno vascolare comincia gia' nel feto, prosegue nella fanciullezza e si conclama dell'eta' adulta'. Al momento non esistono cure efficaci per contrastare la malattia. Per minimizzare il progredire della patologia e ridurre la mortalita' per eventi cardiovascolari concomitanti, il trattamento attuale consiste nel proporre al paziente un cambiamento dello stile di vita (una sana dieta alimentare, ricca di sostanze antiossidanti, accompagnata da un modico esercizio fisico) e in una terapia farmacologia diretta contro i fattori di rischio (fumo, ipertensione, diabete, sovrappeso, etc.). Molto spesso si deve intervenire anche chirurgicamente, con trattamenti che non di rado falliscono dopo tempi piu' o meno brevi. Quel che e' peggio, circa il 30% dei pazienti con ischemia critica non puo' essere trattato: unica opzione resta l'amputazione, specialmente se il malato e' anche diabetico.
Oggi, grazie al protocollo sperimentale realizzato dal gruppo del professore Sica, i pazienti affetti da aop possono curarsi attraverso l'infusione (che avviene due volte a distanza di 45 giorni l'una dall'altra) di cellule staminali autologhe, cioe' prelevate dal midollo osseo dello stesso paziente. 'Esami strumentali dimostrano che, a distanza di 4 mesi c'e' neoangiogenesi di arterie, le ulcere si riducono sino a scomparire e i capillari arteriosi si riformano.
Insomma, il sangue ricomincia a fluire, il paziente e' sollevato dai dolori, riprende a camminare e, soprattutto, evita l'amputazione della gamba'. Il trattamento, applicato su settantaquattro pazienti (alcuni dei quali fermi alla prima infusione) e' altresi' risultato sicuro, non ha evidenziato effetti collaterali e sembra ben tollerato. Tra tutte le patologie riconducibili al danno vascolare (tra cui aop, ipertensione, insufficienza renale, ictus, infarto), l'e'quipe di Sica ha puntato sull'arteriopatia per l'enorme ricaduta economica e sociale della malattia. 'Oltre a evitare l'amputazione a 150mila pazienti (tante sono le persone affette da aop in Italia), il nostro protocollo consentirebbe al Servizio sanitario nazionale un risparmio tra i 100 e i 200mila euro all'anno nei quattro, cinque anni medi di durata della malattia'.



Fonte: Aduc (18/10/2007)
Pubblicato in Biotecnologie
Tag: arteriopatia, vasi, arterie, aterosclerosi, staminali
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