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Una proteina fluorescente da Nobel

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La scoperta della proteina GFP è valsa il nobel ad un giapponese e due americani. molteplici gli usi biologici, e non solo

Per la scoperta e lo sviluppo della proteina fluorescente verde GFP (Green Fluorescent Protein) il giapponese Osamu Shimoura e gli americani Martin Chalfie e Roger Y. Tsien sono stati insigniti del Nobel per la chimica.
La proteina GFP venne osservata per la prima volta nel 1955 nella medusa Aequorea victoria, che vive lungo la costa occidentale del Nord America, e venne isolata nel 1962 da Shimomura che si rese conto della sua proprietà di brillare di una luce verde se colpita dai raggi ultravioletti.
Da allora si sono messe a punto le tecniche che permettono di utilizzarla al meglio per osservare fenomeni che altrimenti non potrebbero essere visti, facendo del GFP uno strumento basilare per il lavoro di molti biologi.
Chalfie, grazie ad un esperimento nel quale è riuscito a marcare delle cellule del piccolo verme trasparente Caenorhabditis elegans, ha intuito le potenzialità della proteina le cui modalità di fluorescenza sono state chiarite successivamente da Tsien.
La conoscenza della GFP è tale che ora è disponibile la proteina in varie colorazioni, rendendo possibile "seguire" l"evolversi di diversi processi biologici all"interno delle cellule.
Grazie alla manipolazione genetica è possibile infatti legare la proteina fluorescente ad altre proteine, potendole così localizzare e seguire, negli spostamenti e nel loro interagire con l"ambiente cellulare circostante.
Applicazioni di questa proteina sono state la creazione di topolini fluorescenti nei quali le cellule tumorali fosse tracciabili grazie ad una fluorescenda di diverso colore, o topi nei quali la fluorescenza si attivasse nel cervello a seconda del livello di attività della corteccia olfattoria.
O ancora sono stati marcati spermatozoi per valutarne la mobilità o cellule di miale per valutare la possibilità di ottenere cloni geneticamente modificati.
Gli utilizzi della GFP sono state varie, e dalle applicazioni di laboratorio, biologiche e mediche, si è arrivati persino ad un utilizzo artistico della proteina, grazie alla quale si son potuti creare dipinti fluorescenti usando, come colori, batteri geneticamente modificati in coltura su piastre.

Redazione MolecularLab.it (13/10/2008)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag: GFP, Nobel
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