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Premio Nobel 2009 per la medicina agli scopritori dei telomeri

Scopritori della telomerasi, premi Nobel 2009


Elizabeth H. Blackburn, Carol W. Greider e Jack W. Szostak nel 1985 all'università di Berkeley hanno scoperto come la telomerasi è implicata nei processi d'invecchiamento cellulare

Il premio Nobel 2009 per la medicina è andato a Elizabeth H. Blackburn, Carol W. Greider e Jack W. Szostak, tre ricercatori statunitensi
Il modo in cui i cromosomi sono protetti dai telomeri e l'azione della telomerasi, è questo la scoperta del 1985 che li ha portati al premio Nobel.
Una scoperta che ha aperto la strada alla ricerca sull'invecchiamento cellulare: in seguito alla riproduzione cellulare la lunghezza dei telomeri, al termine dei cromosomi, si riduce progressivamente fino a quando non riescono più a proteggere i cromosomi. Le cellule quindi, non riuscendo più duplicarsi correttamente, prendendo la via dell'apoptosi vedendo implicata anche la proteina p53 (a sua volta legata con l'oncogenesi). La telomerasi è l'enzima alla base del processo, scoperto dai premi nobel nell'università di Berkeley, il quale può sintetizzare nuove sequenze telomeriche, allungando di fatto la vita cellulare. Il problema è che nelle cellule somatiche con il passare del tempo l'attività telomerasica tende a scomparire. Per mantenere un continuo ricambio cellulare, in molti tessuti sono presenti le cellule staminali, che grazie a telomerasi attive non incorrono nello stesso processo di degenerazione.

I premiati del premio Nobel per la medicina sono:
Elizabeth H. Blackburn, cittadina australiana e statunitense. È nata nel 1948 in Australia, a Hobart (Tasmania), ha studiato nell'università di Melbourne e ha proseguito gli studi di dottorato nel 1975 in Gran Bretagna, a Cambridge. In seguito si è trasferita negli Stati Uniti, nell'università di Yale e poi nell'università della California a Berkeley.
Dal 1990 insegna Biologia e Fisiologia nell'università della California e San Francisco.
Carol W. Greider è cittadina americana ed è nata nel 1961 in California, a San Diego, California. Ha studiato nell'università della California a Santa Barbara e poi in quella di Berkeley. Qui ha concluso il dottorato nel 1987, con Elizabeth H. Blackburn come supervisore. In seguito ha lavorato nel dipartimento di Biologia molecolare e genetica del Laboratorio di Cold Spring Harbor Laboratory e dal 1997 è nell'università Johns Hopkins di Baltimora.
Jack W. Szostak, cittadino americano, è nato nel 1952 in Gran Bretagna, a Londra, ed è cresciuto in Canada. Qui ha studiato nell'università di Montreal e quindi si è trasferito negli Usa, nella Cornell University e poi nell'università di Harvard. Attualmente insegna Genetica nel Massachusetts General Hospital di Boston e fa parte dell'Istituto Howard Hughes per la ricerca biomedica.

Per il genetista Edoardo Boncinelli, dell'università Via e Salute - San Raffaele di Milano, è stata premiata una scoperta resa possibile dalla ricerca di base e che solo adesso, dopo quasi 30 anni, sta portando ad applicazioni importanti nella ricerca sui tumori. Elizabeth H. Blackburn e Carlo W. Greider sono una l'insegnante dell'altra: "può esserci una genealogia di Nobel, ma soltanto se si può lavorare con serneità e con i finanziamenti necessari", sottolinea il genetista facendo riferimento alla vicenda della crisi finanziaria dell'EBRI, l'istituto di ricerca creato e voluto dal premio Nobel Montalcini.
Anche Dallapiccola commenta che "è una scoperta chiave per comprendere il meccanismo di invecchiamento delle cellule perchè questi telomeri proteggono i cromosomi come dei cappucci, che invecchiando si accorciano e si perdono lasciando le cellule nude e più fragili. Un meccanismo fondamentale, tanto che nelle cellule tumorali, che rimangono sempre giovani, l'attività telomerasica è sempre al massimo, mentre nelle cellule normali con gli anni si indebolisce fino a sparire", "conoscendo sempre meglio la telomerasi si potrà forse in futuro influenzare il processo di invecchiamento delle cellule tumorali".
Il direttore scientifico della Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia: "E' stata premiata la curiosità, la ricerca di base che consente, senza risultati immediati ma nel tempo, di avvicinare e capire ad esempio il cancro e la crescita tumorale, l'espressione dei geni, i fattori di crescita, nonchè di compiere passi importanti nel campo della biotecnologia".
"Una scelta che dever far rifletter anche la politica perchè premia una ricerca che non dà risultati immediati, tant'è che questi studiosi hanno intrapreso questa strada decine e decine di anni fa. Ma di fatto hanno consentito alla scienza di arrivare dove è oggi, perchè Blackburn, Greider e Szosta hanno contribuito a svelare, trainati dalla curiosità, l'alfabeto della genetica. Ecco perchè i decisori politici dovrebbero battere questa strada. Perchè la ricerca, fatta in questo modo, potrebbe trasformarsi in un volano capace di tirare fuori il nostro Paese dal declino."

Redazione MolecularLab.it (05/10/2009)
Pubblicato in Genetica, Biologia Molecolare e Microbiologia
Tag: Blackburn, Greider, Szostak, nobel, telomeri, cromosomi
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