Esiste un altro argomento che riguarda l’espressione di geni. 
              Non prenderemo in considerazione tutti gli organismi e tutti i vettori 
              di espressione esistenti, ma vedremo solo cosa devono avere in comune 
              i vettori d’espressione.
              Tutti devono avere una parte relativa a E.coli che permetta quindi 
              replicazione e selezione con marcatori di selezione. in più 
              devono avere una parte che dipenderà dall’organismo 
              in cui io decido di esprimere il gene X, quindi un marcatore di 
              selezione e un sistema che permetta nell’organismo in questione 
              la replicazione autonoma se o dove è possibile.
              Tutti poi hanno quella che è una cassetta di espressione, 
              in cui ci dev’essere un sito di clonaggio in cui io posso 
              clonare YFG, inoltre questa cassetta deve contenere elementi importanti, 
              sia in 5’ che in 3’: io voglio che questo gene sia tracritto, 
              che l’RNA sia stabile, dopodiché io voglio che si abbia 
              traduzione all’interno dell’organismo (verme, pianta, 
              topo o uomo). Per cui avrò in 5’ gli elementi che controllano 
              trascrizione e traduzione e in 3’ segnali di terminazione 
              della trascrizione, di poliadenilazione e, eventualmente, di splicing. 
              questi elementi dipenderanno dall’organismo in cui io voglio 
              esprimere YFG.
              
              Promotori.
              Possono essere costitutivi o inducibili. In genere i promotori costitutivi 
              sono quelli della via glicolitica: (enolasi ecc.), promotori inducibili 
              sono il classico Gal o altro. I promotori possono essere poi forti 
              o deboli. Ho quindi un primo controllo a livello trascrizionale, 
              scelgo il tipo di promotore: costitivo o inducibile. In genere si 
              desidare avere tanto trascritto (accumulo) ma questo non fa molto 
              bene alla celula (limita la crescita). Quindi scelgo un promotore 
              inducibile: prima faccio crescere le cellule a promotore spento, 
              poi, quando ho raggiunto una certa biomassa, accendo il sistema.
            
            Controlli:
              I segnali di terminazione in 3’, sono importanti: mi interessa 
              avere tanto messaggero stabile.
              Un altro controllo è a livello traduzionale: devo avere una 
              buona traduzione, quindi devo metterci i giusti segnali: devo avere 
              una corretta lettura, sappiamo infatti che il codice è degenerato 
              ma in organismi diversi possiamo avere un uso preferenziale diverso 
              dei codoni (in Candida Albicans quando trova CUG fa una Serina, 
              al posto della normale Leucina: una proteina di Candida espressa 
              in lievito può essere non funzionale, e viceversa.)
              Una volta che ho tradotto il prodotto deve essere stabile, nella 
              maggior parte dei casi si usano ceppi proteasi negativi (inibite 
              le proteasi).
              Molto spesso poi la proteina va incontro a modificazioni post-traduzionali: 
              fosforilazione, glicosilazione, acetilazione, acilazione, formazione 
              di ponti disolfuro, mistirilazione, gipilazione, ecc…
              Io devo essere certo che l’organismo che scelgo faccia queste 
              modificazioni. La maggior parte di queste modificazioni avvengono 
              lungo la via secretiva, i ponti di solfuro si formano a livello 
              di reticolo endoplasmico, che E.coli non ha. Per poter essere indirizzata 
              lungo la via secretiva io devo aggiungere alla mia cassetta di espressione 
              un ulteriore elemento che è la “leader sequence”, 
              per cui ci sono dei vettori che oltre alla zona 5’ (promotore) 
              hanno questa sequenza lunga circa da 15 a 30 aminoacidi il cui core 
              centrale ha caratteristiche idrofobiche, e la parte N-term. è 
              costituita da carichi. Questa sequenza è essenziale per la 
              traslocazione a livello del reticolo, dopodiché viene rimossa 
              (leader peptidasi). Ovviamente il promotore e la sequenza segnale 
              devono essere in frame. 
              
              
              Di leader sequences ne esistono diverse, nel caso del lievito viene 
              utilizzata spesso la sequenza segnale dell’(a)-factor, una 
              proteina fatta lungo la via secretiva prima di essere immessa nel 
              medium, ed è quindi caratterizzata da una leader sequenza. 
              Un'altra sequenza leader è la suc2 che codifica per l’invertasi. 
              
              Le sequenza che io scelgo possono essere omologhe o eterologhe, 
              in genere è meglio esprimere un prodotto eterologo utilizzando 
              elementi omologhi al sistema, perché ovviamente verrano più 
              facilmente riconosciuti.
              Nella maggior parte dei casi indirizzo i miei prodotti lungo la 
              via secretiva.
              Il fatto di indirizzare un prodotto verso la via secretiva favorisce 
              quello che è il folding, perché a livello del reticolo 
              ci sono chaperonine (BIP) ed altri sistemi di modifica post-traduzionale.
              È importante anche la scelta dell’ospite: in funzione 
              dell’ospite io avrò la capacità di avere più 
              o meno un certo tipo di modificazione.
              
              Modificazioni post-traduzionali:
              - Glicosilazione (di tipo n o di tipo o);
              - Acetilazione;
              - Miristilazione (attacco di un ac.miristico, in genere avviene 
              in N-term);
              - Fosforilazione;
              - Acilazione (es. Ras con ac.palmitico attaccato e isopreni. Queste 
              modificazioni avvengono a livello del C-term a livello del reticolo 
              e dell’apparato del Golgi).
              - Gipilazione (attacco di una struttura molto complessa che si chiama 
              Glicosil Fosfatidil Inositolo, un lipide a cui è attaccato 
              un ac.grasso, che viene attaccato un C-term alle proteine previa 
              rimozione di una sequenza idrofobica in C-term. ad opera di una 
              transammidasi, che taglia e attacca Questa struttura GIP. Questa 
              struttura serve per l’ancoraggio in membrana, e ulteriormente 
              modificata la troviamo poi in quelle proteine che ad esempio in 
              lievito costituiscono la parete cellulare ovvero le proteine associate 
              ai glicani che poi caratterizzano la permeabilità. Molte 
              proteine devono essere tagliate per essere attive, un altro esempio 
              è l’(a) factor).
              - Formazione di ponti di solfuro (disulfide isomerasi)
              - Assunzione del corretto folding. 
              Nel caso di E.coli c’è qualche problema con l’espressione, 
              perché molte di queste modificazioni non avvengono, quindi 
              non sempre E.coli è l’organismo migliore.
              Molto spesso, se io voglio produrre, io voglio anche purificare 
              per ottenere il prodotto, ecco perché la via secretiva è 
              migliore: è più facile purificare qualchecosa dal 
              medium che dover rompere le cellule ecc…
              
              Un organismo usato frequentemente per produrre grosse quntità 
              di proteine eterologhe è Saccorimices cerevisiae (l comune 
              lievito):
              I vantaggi sono:
              - Il fatto che avvengono modificazioni post-traduzionale.
              - Sistema di targeting: posso indirizzare in diversi comparti la 
              proteina in questione.
              Svantaggi:
              - La N-glicosilazione avviene su un consenso di 3 residui: Asparagina–X–Serina/Treonina. 
              Questo tipo di modificazione è abbastanza conservata e avviene 
              a livello del reticolo (attacco del core) e a livello del Golgi 
              (attacco delle catene laterali). Mentre il core è abbastanza 
              conservata (pentasaccaride comune), quello che varia in vari organismi 
              sono le catene laterali. In lievito abbiamo solo mannosi, mentre 
              in altri organismi abbiamo strutture più complesse, quindi 
              è chiaro che se ci sono alcune proteine la cui funzionalità 
              è legata a modificazioni della parte glucidica (se mettiamo 
              queste proteine in lievito, questo ci mette solo mannosi senza così 
              ottenere una proteina corretta). In più il lievito ha un 
              vizietto: appena vede siti di glicosilazione gli attacca glucidi, 
              quindi spesso abbiamo fenomeni di iperglicosilazione. E siccome 
              i glucidi sono legati a fenomeni di antigeneicità (si pensi 
              ai gruppi sanguigni), abbiamo molto spesso dei prodotti non usabili 
              per applicazioni via endovena. In questo caso si utilizzaranno altri 
              organismi che avranno rese minori ma controllano meglio la glicosilazione, 
              per esempio Pichia Pastoris, un lievito sempre gemmante che cresce 
              su metanolo.
              Gli svantaggi di Pichia è che non ha un plasmide endogeno 
              come 2µ, e i 2µ di Saccharomices non funzionano, per 
              cui è possibile trasformarlo solamente con integrazioni, 
              con efficienze di trasformazione inferiori. Alternativamente a Pichia 
              si usano alcuni funghi come gli Aspergilli, che sono organismi gras 
              come Cerevisiae, sono ascomiceti, anche qua però c’è 
              la trasformazione solo con integrazione.
              - Un ulteriore problema è dato dallo Scaling Up industriale 
              difficile: spesso le strategie di produzione di proteine in laboratorio 
              non sono compatibili con le strategie di larga produzione su scala 
              industriale, e viceversa. Questo è un problema se la proteina 
              espressa ha un valore commerciale.
            Riassumendo: per esprimere qualsiasi cosa 
              bisogna tener conto di diversi fattori: il messaggero dev’essere 
              stabile, il prodotto deve essere stabile, quindi o si usano ceppi 
              proteasi negativi o si fanno proteine di fusione. Posso anche inserire 
              qualche cosa che mi permetterà la purificazione del prodotto 
              (TAG inseriti in C-term o in N-term, x es. targeting di Histidine 
              ripetute: queste si legano allo zinco, quindi una volta che il prodotto 
              di fusione viene espresso e secreto io lo faccio passare su colonne 
              di zinco, la proteina di fusione viene immobilizzata e successivamente 
              eluita). Molto spesso dopo questo TAG vengono messi dei segnali 
              specifici di modo che il TAG possa essere eliminato (a me interessa 
              la proteina), quindi io eluisco, taglio eliminando il TAG e faccio 
              passare ancora sulla colonna, il TAG si lega e io recupero la proteina 
              purificata.