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Ayla
Utente Junior
Città: Wageningen
573 Messaggi |
Inserito il - 29 aprile 2008 : 12:26:49
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un aricolo della repubblica di oggi http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/scuola_e_universita/servizi/cervelli-sprecati/cervelli-sprecati/cervelli-sprecati.html?ref=search
Creatività e talento sempre più sacrificati: un libro scardina il mito del genio italico Processo di valorizzazione vicino al collasso: colpa di impresa, scuola e geografia Un lavoro si trova, ma dequalificato Italia, il Paese dei cervelli sprecati di MICHELE SMARGIASSI
Un lavoro si trova, ma dequalificato Italia, il Paese dei cervelli sprecati Fantozzi si guarda allo specchio, si vede Leonardo, e si consola. La figura professionale più richiesta dal mercato del lavoro italiano è ancora il ragioniere, ma i discorsi dei politici e quelli del bar, unanimi, s'aggrappano ancora al mito del genio italico che ci salverà. Non siamo forse il paese degli artisti, degli stilisti che il mondo c'invidia? No. Non lo siamo. È ora di toglierci dalla testa mitologie non solo infondate, ma pericolose. Lo fa con chirurgica spietatezza Irene Tinagli, la ricercatrice italiana del team dell'americano Richard Florida, il padre della "teoria della classe creativa". Il suo Talento da svendere, in uscita oggi da Einaudi, ha i numeri del saggio, il taglio di un pamphlet e l'obiettivo di smontare un po' di luoghi comuni sul paracadute che garantirebbe all'Italia scalcinata e impoverita di sopravvivere agli scontri coi titani della globalizzazione: ovvero la sua riserva di creatività, garantita, eterna, quasi genetica.
Poveri ma geniali? Ma dove? A che serve il genio, quand'anche l'avessero nel Dna, ai 48 italiani su cento che non sanno usare Internet, alla spaventosa maggioranza che non sa neanche una lingua straniera, alla quasi totalità che non sa cosa succede nel mondo? Dove starebbe questo genio, poi, che nomi ha? Rubbia, Levi Montalcini, Dulbecco, i nostri premi Nobel, che poi hanno tutti studiato e lavorato all'estero? "Michelangelo diventò un grande artista perché aveva un muro da affrescare, e io in Italia non avevo un muro", così, amaro, Riccardo Giacconi, premio Nobel 2002 per la Fisica, italiano all'anagrafe, americano per obbligo.
Marconi inventò la radio a Pontecchio, ma andò a fondare la sua impresa a Londra. Meucci inventò il telefono negli Usa. Armani, Versace? Guardiamo ai ruolini d'assunzione, piuttosto: l'anno scorso le imprese italiane hanno offerto solo il 9 per cento dei nuovi posti a figure professionali altamente qualificate.
Il mito del genio solitario ci sta facendo del male. Ci rende pigri, inattivi, in attesa che l'intelligentone ci piova addosso dal cielo. Ai paesi in ascesa impetuosa non importa nulla della "caccia al talento" individuale e straordinario, da pescare già fatto "come una perla nel guscio dell'ostrica": producono invece ottimi, anonimi, compatti, efficienti staff. Negli Usa vanno forte ingegneri biomedici, elettronici e ambientali: da noi, en attendant un Galileo o un Brunelleschi, la categoria professionale in maggiore espansione è quella dei commessi e degli impiegati. E un milione di laureati s'accontenta di lavori che avrebbe potuto fare senza laurea.
Abbiamo gioito troppo presto per l'impennata di iscrizioni seguita alla riforma universitaria (più 6% dal 2001 al 2004); ma è già rientrata, scopre Tinagli: dal 2004 le iscrizioni sono in calo di circa 6-8 mila unità l'anno. Gli atenei italiani offrono l'inverosimile catalogo di 5434 corsi di laurea diversi, ma le matricole sono cresciute solo del 2 per cento e i laureati "brevi" trovano lavoro più tardi e peggio pagati dei diplomati.
Una domanda "scorretta" s'affaccia alla mente di ogni diciottenne: conviene proprio continuare a studiare? Le statistiche dicono che i laureati guadagnano in media 26.700 euro annui contro i 17.700 dei diplomati, ma è una media ingannevole: si arriva al top della retribuzione solo dopo molti anni, e il rischio di non iniziare nemmeno la gara è alto.
Il problema allora non è delle mamme. La dotazione d'intelligenza è equamente distribuita nel mondo. Potenzialmente non siamo svantaggiati: produciamo più ingegneri della Germania, e il 7,5% della produzione internazionale di pubblicazioni di fisica è firmata da autori italiani. Secondo i criteri di Florida, la classe creativa italiana (quella parte di forza chiamata a "elaborare continuamente operazioni complesse per risolvere problemi non standardizzati") arriva a quattro milioni di persone, il 21 per cento degli occupati, ed è raddoppiata in un quindicennio.
Ma per farlo fruttare, il talento bisogna coltivarlo. È il "processo di valorizzazione" che in Italia è vicino al collasso. E qui le colpe sono di molti. Gli attori del sistema che non fanno la loro parte sono almeno tre: l'università, l'impresa, e la geografia. Della prima s'è detto: e non basta il rientro faticoso di qualche centinaio di "cervelli" per riequilibrare una "bilancia dei pagamenti" del talento drammaticamente deficitaria (importiamo il 3 per cento dei nostri "creativi" dal mondo, ma esportiamo il 5% dei nostri solo negli Usa). Quanto alle imprese, l'Isfol s'è preso la briga di contare gli annunci di offerta di lavoro: nel 2006 tre su quattro non chiedevano alcun titolo di studio, il 7% in più di tre anni prima. Avere studiato non paga. Sotto la soglia degli 800 euro mensili, calcola l'Ires, c'è il 14 per cento dei licenziati elementari, il 14,1 dei diplomati e il 28,2 per cento dei laureati. Retribuzioni decenti sono più un premio all'anzianità che al merito: nei paesi Ocse siamo quello che paga meno i laureati tra i 30 e i 40 anni. Negli anni Ottanta il divario retributivo tra laureati a inizio e fine carriera era del 20%, nel 2004 era del 35%.
E la geografia? Ha le sue colpe, ed è in questo capitolo che l'analisi di Tinagli risente di più dell'originale impostazione di Florida. L'Italia dei campanili, delle comunità piccole ospitali e coese... Scordatevela. È un paese di gabbie: soffocanti e bigotte. Tra tutti gli europei, secondo il World Value Survey, gli italiani sono quelli che gradiscono meno (29%) avere per vicino di casa un gay: più ancora che un tunisino. Cosa c'entra? C'entra, è il termometro dell'apertura mentale al nuovo, al diverso, senza il quale si implode nel conservatorismo e nel declino. Del resto si vede: solo il 21% dei nostri manager è donna, il 35 in Germania, il 31 in Spagna. Persino i "distretti industriali", salvezza e patrimonio dell'Emilia rossa come del Nord-Est leghista, hanno fatto il loro tempo e oggi sono, dice Tinagli, circuiti troppo chiusi, insofferenti delle eccentricità che possono turbare una comunità ma anche portarle stimoli nuovi. Il genio italico soffre di costipazione. Ci restano sole e mare? (29 aprile 2008)
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byo_gio
Nuovo Arrivato
Prov.: MI
Città: Milano
66 Messaggi |
Inserito il - 30 aprile 2008 : 05:36:59
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beh... ora sono anch'io parte di quel 5% esportato negli USA.... |
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chick80
Moderatore
Città: Edinburgh
11491 Messaggi |
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fpotpot
Utente
Città: middleofnowhere
1056 Messaggi |
Inserito il - 30 aprile 2008 : 15:32:13
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mi fa tremare dato che son tornata nel paesino della pizza e mandolino.Purtroppo l'analisi è esatta.I ho gran difficoltà a trovar lavoro pur con tre anni di esperienza all'estero.La laurea qui nell'italietta è meglio usarla come carta igienica,almeno in ambito scientifico.Non so se ci si esce da una situazione così.Credo di no. |
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au
Nuovo Arrivato
14 Messaggi |
Inserito il - 01 maggio 2008 : 08:49:05
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Citazione: Messaggio inserito da fpotpot
mi fa tremare dato che son tornata nel paesino della pizza e mandolino.Purtroppo l'analisi è esatta.I ho gran difficoltà a trovar lavoro pur con tre anni di esperienza all'estero.La laurea qui nell'italietta è meglio usarla come carta igienica,almeno in ambito scientifico.Non so se ci si esce da una situazione così.Credo di no.
Tranquilla adesso il tuo buon Silvio e la lega, con i fucili, risolveranno tutto! Solo qualche settimana di pazienza...... |
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fpotpot
Utente
Città: middleofnowhere
1056 Messaggi |
Inserito il - 02 maggio 2008 : 15:53:00
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Citazione: Messaggio inserito da au
Tranquilla adesso il tuo buon Silvio e la lega, con i fucili, risolveranno tutto! Solo qualche settimana di pazienza......
beh,più che mio silvio è della maggioranza della popolazione votante..maledetta democrazia eh?quanto si stava bene nei gulag... |
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Nick_row
Utente Junior
361 Messaggi |
Inserito il - 02 maggio 2008 : 22:06:49
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concordo con la risposta data da fpotpot!gli italiani,gran parte di essi,hanno deeciso di dar fiducia al pdl,quindi è più che giusto che ora lega,berlusconi e fini governino e se ne assumano le responsabilità,sperando che facciano meglio del mortadella! |
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la_fra
Utente
750 Messaggi |
Inserito il - 04 maggio 2008 : 20:58:44
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penso che x quello che ci riguarda non cambierà cmq nulla la miopia della nostra classe politica in questi settori ha dell'allucinante, e all'italiano medio non gliene può fregare di meno di ricerca&affini...nella maggior parte dei casi non sa manco cosa voglia dire
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Doctors are men who prescribe medicines of which they know little, to cure diseases of which they know less, in human beings of whom they know nothing (Voltaire) |
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Ayla
Utente Junior
Città: Wageningen
573 Messaggi |
Inserito il - 06 maggio 2008 : 10:35:37
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Citazione: Messaggio inserito da la_fra
penso che x quello che ci riguarda non cambierà cmq nulla la miopia della nostra classe politica in questi settori ha dell'allucinante, e all'italiano medio non gliene può fregare di meno di ricerca&affini...nella maggior parte dei casi non sa manco cosa voglia dire
Questo purtroppo é proprio vero! Ci vorrebbe un metodo rapido ed indolore per cambiare la mentalitá alla gente, ma purtroppo non esiste! Finché abbiamo il vaticano in grembo poi.... |
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