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MERCURIO100000

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Epilessia:

Quanto riporto è contrario a quanto ha 'propagandato banalmente 'un presentatore televisivo nella prima puntata del popolare spettacolo 'Domenica Jing' durante il quale fu invitando un padre esorcista . Il prete, ancora una volta asserì che questo male era generato da 'energie negative'.... Ecc...
Oggi direbbe ancora cer
[Ovvia Bestialità del XX secolo].
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Articolo di LUIGI SPARTI KANSAS CITY -
Nel prossimo futuro, le persone affette da epilessia potrebbero disporre di un vero e proprio pacemaker per il cervello, che consentirà loro di anticipare le crisi e soprattutto di bloccarle mediante un'apposita stimolazione elettrica. È quanto emerge da un nuovo studio americano, condotto da un team dell'Università del Kansas ( a Kansas City) e diretto da Ivan Osorio. Per la precisione gli scienziati americani hanno dimostrato sperimentalmente che è possibile identificare i primissimi sintomi di un imminente attacco epilettico e bloccarlo poi in modo automatico ( con la già collaudata tecnica della stimolazione elettrica transcraniale) prima che raggiunga la sua massima potenza.
Gli studiosi sono giunti a queste conclusioni dopo aver effettuato una lunga serie di sperimentazioni su otto pazienti effetti da epilessia.
Osorio si è avvalso di alcuni dispositivi piuttosto ordinari (e già disponibili in commercio), e cioè due personal computer, uno strumento per l'analisi delle onde celebrali e uno stimolatore elettrico dotato di due elettrodi.
Cinque dei pazienti presi in esame hanno mostrato di rispondere bene alla terapia, e l'intensità delle loro crisi si è ridotta in media dell'80%; non solo, ma quasi tutti i volontari sono rimasti coscienti (contrariamente a quanto accade normalmente durante un attacco epilettico).
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In sostanza, grazie alle scoperte di Osorio e colleghi sarà possibile sviluppare in tempi relativamente brevi dei veri e propri pacemaker cerebrali capaci non solo di bloccare le crise epilettiche, ma anche di fungere da sistema di allarme in grado di avvertire in tempo utile i pazienti.
Questa tecnologia sarà utile soprattutto nei soggetti che non rispondono ai trattamenti farmacologici.
L'epilessia è una patologia molto più diffusa di quanto si creda e, soprattutto, in certi contesti culturali, viene percepita come una malattia che è meglio tenerla nascosta [[nota personale: 'soprattutto a causa di mentalità superstiziose pseudoreligiose']] . In Italia tale problema riguarda in misura diversa circa 500.000 persone, di cui 100.000 sono particolarmente resistenti ai farmaci. Di conseguenza, le ricerche di Osorio un forte impatto medico e sociale.
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N.B. L'articolo è stato pubblicato sul Giornale LIBERO del 24 febbraio 2005 pag. 24

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