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Max

Utente non registrato
Inserito il 29/04/2006 19:32:04   Segnala contenuto non adatto   Rispondi Quotando  Nuovo Commento 
Mutazione positiva o negativa

Sono solo un lettore appassionato di argomenti scientifici.
Se non ho capito male il concetto è che chi muta sopravvive meglio in quanto sfugge meglio a quelle insidie che l'ambiente "competitivo" procura. E se non erro questo non è un concetto nuovo vale anche per i virus difficili da acchiappare come HIV etc.
Mi pare però che ad esempio questo concetto contraddica quello presentato nell'articolo sex and the fly http://www.molecularlab.it/news/view.asp?n=3844
dove si sostiene che Dal punto di vista genetico la riproduzione sessuale permette di limitare le mutazioni sfavorevoli. Cioè che una scarsa mutazione sia una migliore garanzia.
A quale delle due teorie dobbiamo allora concedere maggior attendibilità?
Noto anche che le analogie possono confondere. Suppongo infatti che una cosa sia parlare di organismi complessi come l'uomo o i pesci o le mosche ed un'altra parlare di batteri. Un'altra ancora parlare di virus che non sono nemmeno cellule.


Stagnaro

Utente non registrato
Inserito il 28/03/2006 18:32:53   Segnala contenuto non adatto   Rispondi Quotando  Nuovo Commento 
Studi interessanti ma al momento solo teorici e costosi.

Un breve commento di un vecchio clinico. Infatti, di fronte a questi interessanti ma costose e "speculative" ricerche sofisticate, un clinico si pone domande e a volte riesce a formulare utili risposte in favore del SINGOLO paziente che incontra (io ormai solo una volta ...al giorno):
A) quanti individui arruolati hanno poi condotto una vita perfettamente normale?
B) in quale percentuale le lesioni pre-cancerose sono evolute in tumore maligno?
C)conoscono gli autori l'esistenza del Terreno Oncologico e del "reale rischio" oncologico, senza i quali NON vi è oncogenesi?
D) la microcircolazione della lesione pre-cancerosa è totalmente differente sul piano microangiologico-clinico dalla microcircolazione del tessuto canceroso: il passaggio dal primo al secondo, noto da oltre un secolo, impiega anni e decenni ed è PASSIBILE di monitoraggio terapeutico al letto del paziente, cioè clinico (leggi: bedside).
Ancora una volta, senza imbarazzo alcuno per la mia evidente "noiosità", dico che " ci sono mille soli che ci attendono oltre le nuvole" (Vecchio proverbio indiano).

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