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Simona C. 70

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Inserito il 03/05/2006 14:12:05   Segnala contenuto non adatto   Rispondi Quotando  Nuovo Commento 
Nuovi trattamenti

Nuovi trattamenti
La ricerca è attualmente impegnata nella conduzione di studi miranti a mettere a punto nuove modalità di trattamento del carcinoma polmonare.
Sono in corso degli studi per valutare l’efficacia della chemioterapia somministrata prima, durante e dopo la radioterapia. Alcuni studi stanno cercando di valutare gli effetti positivi della combinazione dei trattamenti, mentre altri hanno come obiettivo quello di impedire lo sviluppo e la diffusione del cancro, ad esempio attraverso l’utilizzo degli antagonisti di EGFR (ricevitore del fattore di crescita epidermico) come gefitinib (Iressa.) e erlotinib.
Altra metodica è la terapia fotodinamica (PDT) per il trattamento del cancro polmonare avanzato. Essa consiste nell’utilizzo del laser, o di altre fonti di luce, insieme alla somministrazione in vena di un farmaco sensibile alla luce. Lo scopo del trattamento è distruggere le cellule neoplastiche. Dopo aver iniettato il farmaco, la luce del laser sarà diretta sul tumore per mezzo di un broncoscopio.
È allo studio anche la possibilità di somministrare dei farmaci che inibiscano lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni. Un tumore per crescere ha bisogno di nutrirsi, vascolarizzandosi; se si riuscisse a bloccare la formazione di nuovi vasi, si bloccherebbe la crescita tumorale. Questa classe di farmaci prende il nome di inibitori dell’angiogenesi. Un farmaco che ha ques’effetto e che potrebbe essere usato come antitumorale è il talidomide. Sono attualmente in corso degli studi su questa sostanza; sono, però, in svolgimento anche altri studi su altri farmaci di tipo analogo.
In futuro un altro sviluppo importante nella terapia dei tumori potrebbe essere rappresentato dalla terapia genica. Questa consiste nella modificazione della struttura genetica della cellula neoplastica per mutarne il comportamento, in modo da impedire che si moltiplichi incontrollatamente formando, così, una massa tumorale. Gli studi sono ancora in fase di valutazione di laboratorio, ma si prevede che nei prossimi anni si potrà avviare la sperimentazione sui pazienti.
QUESTO ERA SCRITTO SUL SITO DELL'AIMAC.
QUALCUNO SA SE NEL LAZIO ESISTONO ASSOCIAZIONI IN GRADO DI AIUTARE UN PAZIENTE ONCOLOGICO NON RESIDENTE NELLO STESSO LAZIO, NEGLI SPOSTAMENTI PER RECARSI ALLE CURE O PER FARGLI UNA PUNTURA TUTTI I GIORNI?
MIA SORELLA NON RISIEDE NEL LAZIO MA LE 3/ 4 ASSOCIAZIONI CHE HO CONVOCATO PER FAR AIUTARE MIA SORELLA(CHE NON RIESCE A CAMMINARE PIU' TANTO, FA POCHI PASSI E CON GRAN FATICA!!)MI HAN DETTO CHE BISOGNA ESSERE RESIDENTI PER ESSERE AIUTATI!!!
MA IL TUMORE HA DELLE FRONTIERE?LA CARITA' HA DEI LIMITI TERRITORIALI????
E' ASSURDO!!
MIA SORELLA OGNI GIORNO DEVE FARSI LE PUNTURE DI EPARINA E RECARSI A GIORNI ALTERNI A FARE LE SEDUTE DI IPERTERMIA.
IL PRIMO CICLO è STATO UN CONTINUO ESPORSO DI SOLDI PER IL TAXI OLTRE CHE PER IL SUO STESSO SOSTENTAMENTO E NON POTENDO LAVORARE....TUTTO QUESTO DIVENTA PENOSO IL DOPPIO!!1
CHIUNQUE FOSSE A CONOSCENZA DI ASSOCIAZIONI O VOLONTARI IN GRADO DI AIUTARE I NON RESIDENTI MALATI ONCOLOGICI NEGLI SPOSTAMENTI PER EFFETTUARE LA TERAPIA MI DICA QUALCOSA PER FAVORE.
VI RINGRAZIO.
SIMONA C.70

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