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La rivincita dell'istituto per la cura dei tumori


In meno di dieci giorni una serie di riconoscimenti confermano l’impressione che anche nel Pascale si respira dal punto di vista scientifico e assistenziale un’aria positiva, diversa da quella del pas

In meno di dieci giorni una serie di riconoscimenti confermano l’impressione che anche nel Pascale si respira dal punto di vista scientifico e assistenziale un’aria positiva, diversa da quella del passato. La compressa che blocca la nausea e il vomito dopo la chemioterapia è un traguardo importante per i pazienti con problemi oncologici, frutto di una ricerca clinica portata avanti anche nell’Istituto napoletano per lo studio e la cura dei tumori. Lavoro che ha impegnato a lungo i fratelli Giuseppe e Pasquale Comella - rispettivamente primario e aiuto della divisione di oncologia medica della struttura partenopea - i due specialisti che proprio la scorsa settimana sono stati inseriti dalla National Library of medicine di Bethesda nelle prime due posizioni della classifica dei ricercatori italiani.
Ed è la conferma che gli specialisti del Pascale continuano a lavorare con successo nel campo della ricerca, con il professore Nicola Mozzilo impegnato da anni in una collaborazione con gli Stati Uniti per lo studio del melanoma, con Francesco Izzo che sta per raggiungere obiettivi importanti nello studio dell’epatocarcinoma, con l’ematologo Antonello Pinto che con i suoi studi sulle cellule staminali dovrebbe consentire al Pascale, nelle prossime settimane, di effettuare il primo trapianto di cellule staminali emopoietiche, mentre i derivati della fotoemustina grazie a uno studio realizzato proprio nel Pascale sembrano avere una spiccata capacità nella cura delle metastasi cerebrali originate da melanomi.

Novità che accompagnano l’attuale gestione del Pascale o frutti di lavoro portato avanti con continuità? Giuseppe Comella, il primario di clinico oncologica, non s’entusiasma più di tanto neanche per il riconoscimento ottenuto pochi giorni fa dal centro statunitense di Bethesda, insieme con il fratello Pasquale. «Dal punto di vista scientifico il Pascale ha ancora molti chiaroscuri, con personaggi che pubblicano di più e colleghi che pubblicano meno ricerche scientifiche. Abbiamo dirigenti che spingono molto per migliorare la produzione dell’Istituto, ma come cittadino e medico sono covinto che si può fare ancora molto di più. Il problema della nostra struttura è rappresentato - spiega il primario di oncologia medica - dalle carenze territoriali che determinano nel Pascale una serie di ricoveri impropri provocati dai problemi esistenti in Campania per la radioterapia in strutture pubbliche o per l’assistenza al paziente terminale. Proprio in campo di radioterapia preoperatoria per gli interventi del retto, stiamo portando avanti dei trattamenti sperimentali che danno buoni risultati e che spingono i colleghi del vicino Policlinico e del Cardarelli a chiedere la nostra collaborazione per i loro pazienti da operare». Le novità del Pascale, però, non si fermano qui.
La dottoressa Liliana Lapenta, primario della «terapia metabolica», era in ospedale anche ieri mattina, dopo aver trascorso l’intera notte nel suo reparto entrato, finalmente, in attività. «Ho aspettato questo momento per circa trent’anni: i locali per la terapia metabolica sono stati realizzati con il Pascale ma finora non hanno mai funzionato. Abbiamo ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie e così ho ricoverato la prima paziente, una signora di Sora, affetta da patologia tumorale alla tiroide». Un giorno di ricovero in un ambiente superprotetto, con la paziente ospitata in una stanza chiusa con due porte di piombo per evitare la contaminazione degli altri ricoverati e del personale della struttura ospedaliera. «È una terapia che cura, perché bersagliamo con iodio 131, una sostanza radioattiva, le cellule malate rispettando le sane: lo iodio viene captato e consente la guarigione dei pazienti sottoposti precedentemente a trattamento chirurgico». Sette posti letto, camere rigorosamente singole ma collegate televisivamente e con citofoni con l’esterno, e un numero telefonico (081/5903.721) per prenotare il trattamento che finora è stato eseguito presso il Policlinico Federiciano che ha due posti per terapia metabolica e a San Giovanni Rotondo che dispone di altri due soli posti letto. Finora i pazienti del Pascale hanno fatto riferimento al Sant’Orsola Malpighi di Bologna. Migrazione che ora dovrebbe concludersi.

Fonte: Il Mattino (13/11/2003)
Pubblicato in Genetica, Biologia Molecolare e Microbiologia
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