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Ricerca Iss, identificata cellula anti-infarto


Dai ricercatori italiani dellIstituto superiore di sanita un nuovo importante passo avanti nella cura dellinfarto e delle ischemie agli arti inferiori. Gli scienziati, in collaborazione con le univ

Dai ricercatori italiani dell'Istituto superiore di sanita' un nuovo importante passo avanti nella cura dell'infarto e delle ischemie agli arti inferiori. Gli scienziati, in collaborazione con le universita' di Philadelphia, San Diego e Osilo, in due articoli pubblicati sul 'Faseb Journal', sono riusciti infatti a purificare e a moltiplicare una popolazione di cellule staminali in grado di stimolare in modelli animali la rinascita di nuovi vasi sanguigni per 'ridare ossigeno' a tessuti danneggiati dall'ischemia. Uno dei principali ostacoli all'impiego di staminali per terapie rigenerative, spiegano gli studiosi dell'Iss in una nota, e' la difficolta' di selezionare 'cellule madri' sufficientemente pure. Un problema che gli scienziati hanno ora superato, ottenendo una popolazione di staminali che, trapiantate nei topi, si sono dimostrate efficaci sia sull'arteria coronaria (quindi contro l'infarto) sia sull'arteria femorale (contro l'ischemia degli arti inferiori).
E i risultati sono stati cosi' positivi da incoraggiare i primi test clinici sul trapianto di cellule ematopoietiche in malattie ischemiche, con ''dati preliminari di un certo interesse'', hanno assicurato gli esperti italiani. Gli studi pubblicati sul Faseb Journal sono stati condotti su topi immunodeficienti. Nel tessuto ischemico e' stata trapiantata una particolare frazione di cellule CD34+ umane, composta da cellule CD34+KDR+ e pari all'1% delle CD34+ totali. Ebbene, i ricercatori hanno osservato che bastava un piccolo numero di cellule CD34+KDR+ (mille-duemila) per produrre un effetto terapeutico simile a quello dato da un numero molto piu' elevato di cellule CD34+ (100 mila). L'azione delle cellule CD34+KDR+, sottolineano gli esperti, e' in gran parte dovuta a un effetto vasculogenetico, cioe' alla capacita' di stimolare la formazione di nuovi vasi sanguigni nel tessuto danneggiato dalla mancanza di ossigeno. Le cellule purificate dagli scienziati dell'Iss sono infatti in grado di produrre fattori di crescita che permettono loro di sopravvivere e proliferare dopo essere state trapiantate. La frazione CD34+KDR+ rappresenta dunque la componente terapeuticamente attiva delle cellule CD34+, che finora venivano utilizzate 'in toto', tutte insieme. E avere identificato questa popolazione rappresenta, secondo gli autori, ''un importante progresso per l'inizio di nuove e piu' efficaci terapie staminali nelle malattie su base ischemica: per esempio l'infarto del miocardio o l'insufficienza arteriosa degli arti inferiori''.

Fonte: AdnKronos (03/11/2004)
Pubblicato in Medicina e Salute
Tag: infarto, ischemia, CD34
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