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Italia fanalino di coda in europa nel biotech


Con circa un centinaio di aziende lItalia si posiziona al terzultimo posto in Europa nel settore delle biotecnologie, seguita da Irlanda e Norvegia. Sono circa 1.700 le persone impiegate in aziende

Con circa un centinaio di aziende l'Italia si posiziona al terz'ultimo posto in Europa nel settore delle biotecnologie, seguita da Irlanda e Norvegia. Sono circa 1.700 le persone impiegate in aziende di piccole o medie dimensioni, con un fatturato che si attesta sui 250 milioni di euro l'anno.
Circa la meta' delle realta' produttive e di ricerca nel biotech si concentra nel Nord-ovest e, anche se si assiste alla nascita di nuove iniziative imprenditoriali in altre zone d'Italia, tuttavia gli addetti del settore restano concentrati per il 76,5% in Lombardia. I dati illustrati oggi durante un incontro tra il Comitato nazionale per la biosicurezza e le biotecnologie e le Regioni mettono in evidenza un settore complessivamente fragile, costituito in gran parte da imprese che nascono per elaborare delle idee, ma che non rappresentano realta' economicamente rilevanti.
Spazio dunque alla ricerca, ma pochi capitali a disposizione per investimenti significativi. Il ritardo dell'Italia nelle biotecnologie appare ancora piu' evidente se si confrontano i dati americani ed europei: un settore in continua espansione, un fatturato che raggiunge i 40 miliardi di dollari all'anno ed occupa quasi 300 mila addetti. L'Europa ha superato gli Stati Uniti per numero di aziende (1900 imprese europee contro 1500 americane) ma le differenze restano ampie in termini di occupazione e di giro d'affari. Sono infatti 82 mila gli addetti al settore biotech in Europa a fronte dei 194 mila americani mentre per quanto riguarda il fatturato il vecchio continente arriva a circa 14 miliardi di dollari ogni anno contro i 30 miliardi d'oltreoceano.
Il minor peso delle aziende europee va attribuito al ritardo con cui il settore si e' sviluppato rispetto all'America, dove gia' negli anni '70 le biotecnologie venivano prese di mira e dove i prodotti sono molto ben consolidati sul mercato. In Europa, primeggia la Germania con 360 imprese biotech seguita da Regno Unito (331 aziende) e Francia (239).
Gli studi mettono in evidenza uno sviluppo condizionato dalla ricerca ma anche dalla disponibilita' di capitali per le start-up e da una rete di collegamento tra scienza e tessuto produttivo. Non e' casuale che Paesi come Germania o Francia, che investono in ricerca percentuali del Pil doppie rispetto all'Italia, abbiano anche un'industria biotecnologica molto piu' sviluppata.

Fonte: Ansa (02/12/2004)
Pubblicato in Analisi e Commenti
Tag: Italia, Biotech
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